Erano passati quattro mesi, quattro lunghissimi mesi da quando Harry se n'era andato via, per sempre, da me, da noi.
Noi in fondo cos'eravamo? Amici? Amanti? Cosa?
«Noi siamo semplicemente noi.» è quel che diceva lui.
E lui? Chi era lui? Avrei riconosciuto il suo viso, i suoi occhi, la sua voce fra milioni di persone ma non riuscivo più a ricordare il sapore dei suoi baci, il tocco delle sue mani, il suo profumo ... era passato troppo tempo.
Chi sei Harry? Cosa mi hai fatto? Sono sola. Solo in una casa troppo grande, ma in questa casa, caro Harry, ci siamo amati e non posso lasciarla come hai fatto tu, non è giusto.
Non riesco più ad entrare in camera, a dormire nel nostro letto, tra le lenzuola che sanno di te. Ho tolto tutte le nostre foto, tutte le tue foto, tranne una. E' ancora lì per terra con la cornice rotta ed i vetri sparsi in giro.
Ho chiuso la porta a chiave e non so nemmeno più dove l'ho messa.
Ti prego, ti prego dimmi perchè sei andato via Harry. Perchè?
Non ripondo più al telefono, non rispondo più ai messaggi... non apro nemmeno la più la porta. Non mangio, sono diventata quasi un vegetale, non ho più la forza di fare niente.
«Apri questa porta o ti giuro che la butto giù.» Era l'ennesimo messaggio di Aria, era lì da più di quaranta minuti.
«Summer so che sei lì dentro, so che sei sveglia e so che hai letto i messaggi quindi o mi apri o ti riempo di messaggi ed è una promessa!»
Insisteva come sempre. Era la mia migliore amica dalla quinta elementare, troppo scontato per farlo.
«Lasciami stare Aria» Risposi alla fine.
Avevo acceso la radio come sottofondo a farmi compagnia mentre componevo. Sì, avevo ricominciato a scrivere canzoni da quando Harry se n'era andato. Molte le buttavo via, altre le bruciavo ma non cambiava molto perchè avrei continuato a scrivere lo stesso, era la mia via di fuga, dal mondo, da Harry che amava la mia voce. Ma io, io non volevo scappare da Harry, io lo volevo, io lo amavo.
«Lasciarti stare? Ma ti rendi conto che sono quattro mesi, centottanta giorni che sei qui dentro? Esci o almeno fammi entrare!»
Erano passati davvero centottanta giorni senza Harry? Incredibile...
«Lasciami stare.» Due parole.
Riuscivo a percepire la disperazione dal tono di voce di Aria. Perchè era ancora lì? Perchè non mi lasciava in pace?
Sentii sbattere calci e pugni contro la porta, era lei. O era pazza o era sorda.... oppure semplicemente troppo preoccupata per me.
«Apri questa porta Summer Dipple prima che la butti giù!» era inferocita.
Ero così stufa di sentirla sbraitare dietro quella porta, così mi alzai di malavoglia dal divano, posai gli spartiti e mi diresi verso la porta mentre lei continuava ad urlare.
«Calmati, ecco fatto, ti ho aperto...»
Mi squadrò dalla testa ai piedi non appena chiusi la porta, ed io rimasi lì, a fissarla, voleva soltanto assicurarsi che stessi bene.
«Come stai?» mi chiese, ed io senza rispondere, tornai al mio divano, dove avevo tutti gli spartiti.
Feci per sedermi, ma prese la mia mano e mi tirò a sè con una forza che non avevo mai visto prima in lei.
Ci guardammo per circa cinque secondi, e poi mi abbracciò.
Non so bene il motivo per cui lo fece, forse gli ero semplicemente mancata tanto, ma ricambiai.
«Summer sono così felice che tu stia bene... ci sei mancata.» io mi limitai a sorridere.
«Lo so Aria, e mi dispiace credimi m avolevo stare un po' da sola.»
«Sì,capisco, ma quattro mesi Sum... è così tanto tempo, è ora di voltare pagina.» sentenziò agitando le braccia, ed io non potetti fare a meno di osservarle ; erano più magre da come le ricordavo.
«Sei dimagrita.» dissi mentre la osservavo.
Mi guardò e sorrise.
«Palestra.» Rispose soddisfatta.
«Su dai, usciamo di qui, devo aggiornarti sul mondo esterno.»
Sbuffai, ma eguii l'ordine andandomi a preparare.
Mentre Aria aspettava e metteva a posto gli spartiti, mi feci una doccia, con molta calma.
Quattro mesi, erano passati quattro lunghi mesi.
«Harry.. ti prego non mi lasciare, ti prego Harry non farlo!»
«Devo Summer, mi dispiace. Ti amo e lo farò per sempre giuro, ma devo andare.»
Ogni qual volta mi fermassi a pensare, avevo quella scena para davanti agli occhi.
L'immagine di un Harry che non era più Harry, con le valigie che lasciava casa nostra.
Già, quella casa era nostra, ma allora perchè non avevo trovato il coraggio di abbandonarla?
Semplice Summer, Harry ti manca da morire.
Morire.
Era facile, no?
Quando tornai da Aria la trovai a leggere uno spartito, pareva immersa nella canzone.
«Ti piace?» Sussurrai, e sentendomi alzò lo sguardo su di me.
«Credo sia stupenda Sum, ma.. forse se me la canti tu è meglio, no?»
Non aveva fretta di uscire?!
Quella era una delle tante canzoni che avevo scritto dopo che Harry era scappato, da noi.. da me.