I hate you, Cameron Dallas ! ( IN REVISIONE COMPLETA dal 2024)

121.

PREMESSE:
1. ULTIMO CAPITOLO.
2. MI ODIERETE DI BRUTTO.
3. SI AL SEQUEL. (Lo trovate sul mio profilo, si chiama All I want is you).
4. NON TROPPI INSULTI PLIS 😁

LILY

Alla fine mi sono ritrovata a camminare per quasi tre ore lungo le vie della città e praticamente senza mai fermarmi, se non si conta la pausa per comprare una bottiglia di acqua e andare in bagno.
Ho sempre trovato estremamente rilassante camminare, specialmente nel parco o sulla spiaggia, perché in questo modo riuscivo a sfogare tutto il nervoso che accumulavo senza coinvolgere altre persone, ma soprattutto riuscivo a pensare in tutta tranquillità, mettendo ordine nei miei pensieri sempre incasinati e solitamente giungendo a una conclusione.
Questo metodo non mi ha mai tradito nel corso degli anni, perlomeno fino a oggi.

Infatti, pur avendo camminato fino quasi ad avere male ai piedi, non sono giunta a nessun tipo di conclusione.
So benissimo in che situazione mi trovo, quali sono i pregi e quali i difetti e quale sarebbe la scelta migliore dal punto di vista prima razionale e poi emotivo.
Insomma, gli elementi per prendere una decisione li ho tutti.
Perché alla fine prendere una decisione non è difficile.
Si tratta di imboccare una strada come un'altra, optare per la scelta numero uno oppure la numero due.
Apri la bocca e dici si, oppure no.
Non è difficile.
La parte tosta, quella più bastarda, oltre che dannatamente complicata, e' quella in cui devi accettare e subire le conseguenze di quella determinata scelta.
Spesso le conosci, altre volte invece no e l'unica cosa che puoi fare e' pregare di avere preso la decisione corretta.

Più cammino verso l'albergo, più capisco che una decisione la devo prendere comunque. Non posso fingere che vada tutto bene e soprattutto non posso fingere di non aver sentito ogni singola parola del discorso di Cameron.
Per quanto io sia incazzata, non posso fuggire né tanto meno nascondermi.
Devo guardare in faccia alla realtà e cercare di reagire di conseguenza.
Posso piangere e lamentarmi quanto mi pare, ma non cambia il fatto che la vita funziona così. Un attimo prima ti regala qualcosa di unico e magico, un attimo dopo te lo toglie.
Senza avvertirti, né dirti che farà male.
Lo scopri solo quando ormai è troppo tardi.
Nel sentire ancora una volta la tristezza arrivare, mi mordo di nuovo l'interno della guancia, sperando che questo gesto ricacci indietro le lacrime.
Non posso piangere, ma soprattutto non voglio. Devo resistere, per quanto sia difficile e impossibile, perché so che se iniziassi a piangere, non riuscirei più a fermarmi.

Cammino ancora per qualche metro a testa bassa, mentre nelle orecchie continua a risuonare la melodia di Together, l'unica canzone capace di avere un qualche effetto calmante sulla sottoscritta.
Ed è così che non ne accorgo subito, ma soltanto quando ormai è troppo tardi.
Con il risultato che ci finisco esattamente in mezzo. Come un gladiatore circondato da un branco di leoni affamati.

<< Lily!! LILY!! Una foto!! >>.

<< Che cosa si prova a stare con Cameron?>>.

<< Che cosa vuoi rispondere alle fan che ti hanno insultata così pesantemente?>>.

<< Quando è nata la vostra storia? Roma ha fatto scattare la scintilla oppure c'era già qualcosa prima?>>.

<< Su, non essere timida!! Ora sei famosa!!>>.

Sono completamente spiazzata.
Bloccata.
Paralizzata.
Vorrei muovermi, parlare, andarmene via, eppure non ci riesco. Mi sento come se fossi un qualche animale strano appena scoperto.
E non mi piace per niente sentirmi così.

Fa schifo.

Cerco di muovermi, ma uno dei tanti giornalisti mi blocca per un braccio, strattonandomi così forte che cado per terra, finendo poi per sbucciarmi un gomito.
Niente di grave, ma grazie a questo gesto riesco a uscire da quello stato di trance in cui sembravo essere caduta.
Mi risveglio di colpo e mi alzo in piedi, per poi urlare con tutto il fiato che ho in gola sia al giornalista che mi ha fatto cadere che a tutti gli altri cosa penso.