Capitolo 6 - L'arrivo a casa

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«Figlia mia, tu devi andare. Dipende tutto da te.»

Kaila non riusciva a distinguere chiaramente il volto della madre nascosto dalla penombra ma era ben cosciente che questo era segnato da una profonda tristezza.

«Ma madre, io non ho la minima idea di cosa fare...E' un mondo che non conosco minimamente...» 

La giovane sapeva di starsi arrampicando sugli specchi: se sua madre aveva davvero visto che il suo compito era partire verso le Terre Orientali, allora il suo destino era già stato scritto e sarebbe stato inutile tentare di ribellarsi.
Ma avrebbe comunque lottato.

«E poi, se io partissi, chi si prenderebbe cura di te? Non posso lasciarti sola!»
«Mia piccola Kaila, io non ho più un ruolo in questo mondo; non ti lascerò contraddire le mie visioni per accudire una vecchia debole e morente.»

Malgrado il corpo della donna fosse scosso da lievi tremiti, la sua voce era decisa ma comunque pregna dell'affetto di una madre per sua figlia.

«Dovrai andare a est, oltre la Foresta, e trovare gli umani che ci salvarono dall'estinzione. Loro sono gli unici in grado di aiutarti a trovare il Sangue di Irminsul

La donna venne scossa da un forte colpo di tosse e si affrettò a fermare con un cenno della mano il tentativo di Kaila di avvicinarsi.

"Trova il Sangue di Irminsul e salva coloro che un tempo salvarono noi, figlia mia"

La coscienza investì Kaila tutto d'un fiato facendola sentire come fosse stata lanciata in acqua senza preavviso, disorientata e stordita.
Non appena i suoi occhi misero a fuoco, si ritrovò davanti ad un viso bruno  con due occhi neri e profondi che la scrutavano curiosi ma privi di qualsivoglia preoccupazione. 

«Che è successo?»

La ragazza si mise a sedere e si passò una mano tra i capelli, facendoli risplendere in un trionfo di verde.
«Dimmelo tu: ti stavo parlando delle ninfe e tu sei crollata a terra rigida e hai preso a bisbigliare qualcosa su del sangue. Non ho fatto in tempo a capirci qualcosa che ti sei svegliata.»
Disse Silas tirando fuori una fiaschetta dalla tasca del soprabito.

"Trova il Sangue di Irminsul e salva coloro che un tempo salvarono noi, figlia mia"  

«Tieni, bevi un po' d'acqua.»

Kaila prese la fiaschetta e ne trasse un piccolo sorso.
Silas iniziava davvero a darle sui nervi: qualsiasi cosa facesse, anche un gesto gentile come portarla via dalla folla o darle da bere, si comportava sempre come se non gli importasse o fosse addirittura infastidito dal suo stesso gesto.
La ragazza restituì la fiasca e parlò cercando di tenere lo stesso tono distaccato dell'Ombra.

«Il Sangue di Irminsul.»

Il ragazzo si voltò a guardarla con l'ombra di un sorriso a malapena trattenuto che gli aleggiava sul volto.

«Non hai reso le cose più chiare, lo sai?»

Kaila voleva infastidire Silas imitando il suo modo di parlare ma aveva finito col farsi prendere in giro.

«Hai detto che parlavo di sangue. Parlavo del Sangue di Irminsul»
Rispose stizzita.
«Ho avuto una visione...no, un ricordo, e c'era mia madre. Mi ha detto di questo "Sangue di Irminsul" per salvare chi ci aveva già salvate...ma non ho idea di cosa significhi»

Silas si fece improvvisamente attento e pensieroso. Stava evidentemente cercando di interpretare il significato di quelle parole. 
Dopo qualche secondo si mise in piedi scrollandosi di dosso i rimasugli delle piume del vento.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 06, 2018 ⏰

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