cap 1 - la sveglia suonò...

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La sveglia suonò puntuale, e Aoki non ci mise molto per alzarsi e spegnerla, per poi stiracchiarsi alzando le braccia verso l'alto, non nascondendo un piccolo sbadiglio, accorgendosi solo in quel momento che una graziosa figura che stava beata accanto alle sue gambe

-Buongiorno Kuro- disse con un sorriso a dir poco dolce, accarezzando sotto il mento il tenero gattino nero che ricambiava le carezze con fusa affettuose. Kuro non era un cucciolo, ma neanche molto grande, trovato da Aoki non troppo tempo prima dell'inizio del quarto anno scolastico del liceo, una delle poche scuole che usava il metodo dei cinque anni invece dei convenzionali tre, ma era una buona scuola...circa; tornando a Kuro, venne salvato dalla ragazza mentre veniva maltrattato da dei gatti più grandi molto territoriali, lo portò a casa e lo curò, da allora lui ha riconosciuto la casa di Aoki come anche sua, nonostante la padrona di casa non avesse mai preteso che il micio divenisse il suo animale domestico, e nemmeno suo amico, anche se è quello che è esattamente ora, dandogli la libertà di uscire e tornare quando ne aveva voglia, lasciando che imparasse da solo a difendersi, e se tornava con qualche graffio o alcuni acciacchi, lei come una madre amorevole lo curava e gli stava vicino.

-Allora hai fatto conquiste ieri sera con quei graffi da macho?- chiese scherzando, ottenendo un bel miagolio come risposta, la quale la fece ridacchiare e coccolò ancora il gattino che fece le fusa in segno di apprezzamento. Si alzò il letto e si fece una doccia veloce, mettendosi poi la divisa scolastica, composta da una camicetta bianca, dove alla fine dei polsini ci sono due strisce rosse di circa due cm, una gonna nera con strisce rosse della stessa grandezza che vanno a formare dei quadrati, un cravattino femminile rosso non troppo lungo,e visto che tirava del venticello primaverile, un cardigan nero a tinta unita. Si sistemò il cravattino allo specchio e si diede una pettinata,dandosi poi gli ultimi ritocchi: un profumo alla vaniglia, appena un accenno, per non sprecarlo, avendocelo dall'inizio del liceo, preso per pura curiosità, le piacque moltissimo quel profumo, lo stesso che più o meno aveva il vanilla shake per cui stravedeva, e un burrocacao alla ciliegia, erano odori e sapori che all'inizio non si vedono insieme, ma col dolce della vaniglia e l'aspro-dolce del frutto, tutto prendeva una nota positiva durante la giornata. Mangiò un toast e diede dei croccantini nella ciotolina che aveva comprato per Kuro, e quando ebbe finito andò verso l'uscio si mise le scarpe

-Io vado allora Kuro- gridò da lì pr farsi sentire, facendo avvicinare il micio che le miagolò ancora e sorrise dicendo

-*Ittekimasu~- e uscì dalla porta chiudendola a chiave, lasciando solo una finestrella molto piccola che Kuro utilizzava per uscire e tornare a casa. Non abitava molto vicino alla scuola, ma lei ci andava molto volentieri a piedi, le piaceva camminare e sentire il vento tra i capelli, quei capelli che a prima vista possono sembrare neri, ma alla luce del sole rivelano dei riflessi rossi da togliere il fiato, anche se non erano apprezzati da molti...

Continuava a camminare quando vide su un lampione un manifesto di un cane scomparso, anche se la zona dove si era perso era lontano da lì a quanto era scritto sul foglio, e continuò per la sua strada, passando davanti ad un vicolo a cui di solito non da molta importanza... Se non fosse che stavolta non sentì un ugiolio provenire da lì, e si fermò a vedere, notando avvicinarsi un cagnolino, lo stesso della foto sul manifesto, con in bocca un osso, sembrava affamato e impaurito, e Aoki tese una mano istintivamente, sentendo solo in quel momento un ringhio da dietro al cagnolino, vedendo un cane di grossa taglia puntare ferocemente sia il cucciolo, che aveva probabilmente rubato l'osso troppo affamato, sia la ragazza che lo sta aiutando. L'istinto di Aoki prese il sopravvento, l'occhio sinistro, normalmente dorato, si tinse di blu come l'altro, e prese il cagnolino in braccio e cominciò a correre con tutto il fiato che aveva in corpo, seguita a ruota dal cane; sapeva che con i cani inferociti non bisogna correre perché ti intercettano come preda, ma non ha potuto farne a meno; la sua corsa era molto veloce, dato che fin da piccola si è sempre allenata per avere massimi voti in tutto, educazione fisica non faceva eccezione, diventando durante gli anni una vera atleta, invidiata da molti e cercavano sempre un pretesto per criticarla per avere tale bravura, ma lei cercava sempre di ignorarli. Mentre continuava a correre sentendo l'abbaiare del cane che aveva alle calcagna, quando vide due persone camminare con tranquillità davanti a lei, una delle due aveva la giacca nera e pantaloni dello stesso colore, mentre altra aveva la camicia bianca a mezze maniche con delle strisce rosse alla fine delle mezze maniche, non c'era alcun dubbio che fossero della sua stessa scuola, nonostante non ricordasse di averli mai visti, ma preferì non pensarci in quel momento e usò la testa del ragazzo con la camicia per saltare, posando una mano su di essa e saltò andando oltre a loro, atterrando perfettamente in piedi e continuò a correre fino ad un lampione non troppo lontano fermandosi a appoggiando la schiena sul lampione stesso a riprendere fiato, rilassandosi e sentendosi stranamente al sicuro, non sentendo più il cane che abbaiava e si girò a vedere, guardando quello stesso cane che la stava inseguendo, ora scodinzolava contento sotto le coccole del ragazzo che non riusciva a vedere bene in volto, ma non volle indagare oltre, sentendo poi all'improvviso qualcosa di umido sul viso, accorgendosi che il cucciolo che aveva tra le braccia la stava leccando tutto felice di essere stato salvato, e lei rise vedendolo così allegro e muovendosi da una parte all'altra del lampione per non far cadere il cagnolino che si dimenava

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