Dopo neanche un'ora, ero a scuola, davanti al cancello ad aspettare quella deficiente della mia amica che quel giorno sembrava come se non volesse venire a scuola. E così fu, non che non volesse venire ma non poteva. Mi mandò un messaggio dicendomi che sarebbe mancata per fare visita ai nonni, per una cosa urgente, ma che sarebbe tornata in tempo per la nostra terza notte. Sbuffai sonoramente, un po' irritata per quella situazione. E ora come avrei fatto senza la mia migliore amica?! Sarei morta dalla noia in classe, sicuro. Vidi una figura nera correre verso di me e fermarsi di colpo, con il fiatone. -S-scusa...- mormorò Lorenzo, prendendo aria ad ogni parola -ho...ho fatto tardi. Mi s-sono addormentato...-. Risi della sua espressione. Aveva la faccia tutta rossa, la sciarpa nera era legata al collo e la fronte era sudata. -Non fa niente- risposi io -piuttosto, entriamo. Oggi Roberta non vie...- ma non finii la frase perché lui mi precedette. -Sì, me lo ha detto- rispose, un po' triste. Ridacchiai di nuovo ed entrai nella scuola tra la massa di studenti insieme a Lorenzo. Lo salutai e andai in classe. Le mie compagne chiacchieravano tra di loro, mentre i ragazzi facevano i soliti giochi stupidi. Mi sedetti e sospirai: sarebbe stata di sicuro una giornata faticosa senza la mia migliore amica.
Ora vi descrivo la mia situazione dopo aver fatto due ore di algebra e insiemistica e un'ora di fisica: "Apatia portami viaaaa". Non ce la facevo più. Ero letteralmente coricata sulla sedia e stavo per sprofondare nel sonno eterno, quando la campanella della ricreazione suonò. Mi alzai di scatto e corsi via manco fossi Flash. Raggiunsi Lorenzo e lo abbracciai. Ci mettemmo a chiacchierare finché le mie due compagne di classe disagiate non passarono di lì e mi saltarono letteralmente addosso urlando. -Ma siamo in classe insieme, ragazze!- urlai, cercando di liberarmi dalla loro stretta di ferro. -Lo sappiamo!- esclamò Rosy -ma non ti avevamo abbracciata stamattina!-. Si scrollarono dopo un po' e Giulia mi chiese per l'ennesima volta: -CI VIENI AL FREDDY'S CON NOI?!-. Roteai gli occhi al cielo e guardai Lorenzo, che teneva gli occhi spalancati. -Bè, in effetti ci dovremmo tornare visto che ci siamo dimenticati i vestiti lì...di nuovo- mi sussurrò all'orecchio. Io sbuffai, infastidita. -Va bene. Ci vengo- dissi decisa. Loro fecero un gridolino eccitato e corsero via. Scrollai le spalle e guardai Lorenzo. -Ma io non posso venire oggi- mi disse lui, d'un tratto. Spalancai gli occhi. -In che senso?!- gli chiesi. -È che...devo aiutare mia zia con certe cose...scusa...- sussurrò, abbassando la testa. Ero seriamente preoccupata: ci sarei dovuta andare da sola? La campanella della fine della ricreazione suonò e tornammo nelle proprie classi.
Al suono della campanella, sfrecciai fuori evitando le mie due compagne che volevano trascinarmi in quell'inferno. Arrivai al cancello e quando ormai sembrava che avessi superato le due ragazze, la voce di Giulia mi fece bloccare sul posto.
-Avevi detto che saresti venuta con noi!- urlò, incrociando le braccia al petto. Roteai gli occhi al cielo. Di sicuro non ero una di quelle persone che non manteneva le promesse, ma io in teoria non avevo promesso. Ma non credo che a loro interessasse molto. -Va bene- dissi, esasperata -quando ci andiamo?-. Rosy sorrise.
-Proprio adesso!- disse, per poi prendermi di peso per un braccio e trascinarmi verso la pizzeria, con Giulia alle calcagna che se la rideva. Entrate nel locale, mi lasciarono e cominciarono a fare le pazze sclerate.
-Oh Cristo!- esclamò Rosy -Senti Toy Chica come canta bene!-. Giulia emise un gridolino eccitato. -Ma non venire qui ogni fottuto giorno?- chiesi, sbuffando. -Già, ma per noi è sempre un'emozione!- strillò Giulia -MADONNA SANTISSIMA! STA ARRIVANDO TOY BONNIE!-. Si sistemò i capelli con fare nervoso. Ma col cazzo che mi faccio vedere da questi qui! Pensai, e in men che non si dica fuggii da quella situazione, con ancora lo zaino pesante in spalla. Avevo deciso di prendere i vestiti il più velocemente possibile e poi andarmene di lì. Dovevo assolutamente andare nell'ufficio del direttore, ma mi bloccai di colpo in una sala dei party e, vedendo Toy Freddy giocare con alcuni bambini a nascondino, mi nascosi dietro un angolo con la schiena appoggiata al muro. I miei respiri si fecero più veloci e cominciai ad avere paura. Sbirciai un po' per vederlo, ma di colpo sentii la canzone "Die in a fire" partire a tutto volume. Era la suoneria del mio cellulare. Spalancai gli occhi e lo presi velocemente, rispondendo.
-Pronto?- sussurrai.
Roby: -MA SEI IMPAZZITA?!- urlò lei, dall'altra parte del telefono.
Io: -Roberta, non urlare!- le intimai.
Roby: -Ma sei scema?! Perché ci sei andata da sola?! Lo sai che ti potrebbero benissimo ucciderti facilmente!- disse sussurrando a sua volta.
Io: -Ok, ho fatto una minchiata. Ora prendo i vestiti e vado via. Ok?-
-Dov'è che vorresti andare?- chiese una voce proprio davanti a me. Alzai lo sguardo di scatto e mi ritrovai a due centimetri di distanza il petto di Toy Freddy. Urlai facendo cadere il telefono per terra, che si spense ed automaticamente fece finire la chiamata. Toy Freddy si piegò alla mia altezza (cazzo, come ero nana) e mi guardò, inclinando la testa di lato. Cercai di indietreggiare, ma ciò mi fu impossibile, dato che fossi già spalle al muro. Mise le mani ai lati della mia testa e si avvicinò pericolosamente alle mie labbra. -Tu non vai da nessuna parte- mi sussurrò, ormai ad un centimetro dalle mie labbra. Lo guardai negli occhi: erano uguali a quelli della sua controparte, azzurri cielo. -I-io...- balbettai spaventata. Lui ghignò, e poi mi accorsi di una cosa: i suoi occhi non assomigliavano per niente a quelli di Freddy. Quelli di Freddy erano più azzurri, più...gentili e dolci. Non capivo il perché di questa strana differenza, ma in quel momento non me ne importava. Nel momento preciso in cui il robot cercò di azzerare le distanze, un bambino lo tirò per i pantaloni, chiamandolo. Toy Freddy si staccò da me un po' infastidito, ma sorrise al bambino.
-Dimmi, piccolo- disse, accarezzando la sua testa. Il bambino sorrise -Giochi con me?- domandò con gli occhi da cucciolo. Toy Freddy fece di sì con la testa ed andò via con il bambino. Io, shockata ancora dall'accaduto, presi il mio telefono lentamente e mi avviai verso l'ufficio del direttore. Stavo per entrare, quando udii delle voci provenire dall'interno. Mi nascosi dietro un angolo e sbirciai: vidi uscire due figure dall'ufficio e fermarsi davanti alla porta a discutere. La prima persona era il direttore e la seconda era...un ragazzo?! Sì sì, era proprio un ragazzo. Poteva avere sì e no 19 anni. Aveva i capelli dipinti di viola e li portava legati in un codino. Portava un'uniforme da guardiano diurno, solo di colore lilla, ed un berretto del locale dello stesso colore.
-Non puoi dirmi ciò che devo o non devo fare!- urlò il ragazzo. -Sì invece che posso, ne ho il diritto- rispose il direttore. -Mi hai reso un mostro! Un cazzo di mostro!- sbraitò il ragazzo, agitando le braccia in aria. -Non osare parlarmi così, William Aft...!- rispose il direttore, alzando la voce a sua volta, ma il ragazzo non lo fece nemmeno finire. -NON CHIAMARMI CON QUEL CAZZO DI NOME! HAI CAPITO?! IO ADESSO SONO VINCENT!- urlò più forte. Il direttore lo guardò incazzato. Ma cosa stava succedendo? Proprio non riuscivo a capire. -Con me hai chiuso.- concluse il direttore, freddamente. Il ragazzo spalancò leggermente gli occhi, per poi ritornare serio ed arrabbiato. -Bene- disse, ridacchiando cupamente -era proprio ciò che volevo-. Si girò verso la mia direzione e cominciò a camminare, così io mi staccai dal muro, indietreggiando di poco. Cominciai a pensare velocemente dove andare, per non far capire che avessi ascoltato il tutto, ma non feci in tempo. Infatti il ragazzo di poco fa mi andò addosso in una maniera così violenta che mi fece cadere col culo a terra. Alzai lo sguardo, dolorante, ed incontrai i suoi occhi neri. -E stai più attenta a dove metti i piedi, mocciosa!- disse, guardandomi freddamente per poi ridacchiare come un matto ed andare via. Mi alzai sconvolta e lentamente andai nell'ufficio del direttore. Lui mi notò subito, dato che la porta fosse già aperta, e mi intimò di entrare. -Cosa posso fare per te, Alicia?- chiese con finta dolcezza. Questo mi disgustò parecchio, ma cercai di ignorare la mia voglia di prenderlo a sberle. Chiesi semplicemente se potessi prendere i nostri vestiti e me ne andai alla velocità di Flash fuori da quel locale di merda. Chiamai al telefono le due "pazze malate di robot" dicendo che ero dovuta scappare per problemi di famiglia, e loro ci cascarono in pieno. Mi avviai velocemente verso casa, decisa a raccontare tutto ai miei due migliori amici, con un solo pensiero in mente: chi era quel ragazzo dai capelli viola?AND SONO TORNATA CARUSIII!!
N. Jane: ma tu c'hai la droga in testa...
Catherine: lo penso anch'io...Veramente ho voi due in testa, ma più o meno sarebbe la stessa cosa...
N. Jane e Catherine: HEY!
Cooomunque! I compiti in classe e le interrogazioni non finiscono mai...BRUCIAMO LA SCUOLA!
N. Jane: IO CI STO!
Catherine: e se ci beccassero? No no, meglio non fare niente...
N. Jane: fifona...
Vincent: ma aspetta un attimo...ma sarei io quello nel capitolo?Già, sei tu ^^
Vincent: ma io ho 26 anni...
E QUI NE HAI 19!
N. Jane: pff...Willy... *ride*
Catherine: ma poverino! *ridacchia*
Vincent: non è colpa mia se mi chiamo così!Ok, Willy, calmati! Noi ci vediamo al prossimo capitolo!
P. S.= so che ho scritto che ha i capelli viola anche se nella foto ce li ha neri, è che il viola è il migliore è quindi gli stanno meglio! :3
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FNaF 2: Non è finita...
FanfictionAlicia ha già cominciato il suo secondo anno di liceo nella sua nuova scuola insieme a Roberta e Lorenzo. Ogni giorno che passa sono sempre più uniti e scoprono di non poter fare a meno l'una dall'altra. Un giorno, mentre sono a casa a svolgere i lo...