CAPITOLO 1.

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Fuori la serata è fredda, la neve sta scendendo incessante ormai da parecchi giorni e sembra non aver intenzione di smettere; mi trovo in un locale ben riscaldato, luci soffuse e musica così alta da impedire quasi la comunicazione tra le persone.
Tutti i presenti sono vestiti eleganti: le signore in lunghi abiti firmati con strascichi ed acconciature graziose, gli uomini in abito e cravatta. Mi trovo nel locale più chic di New York, ad una serata di gala alla quale sono presenti tutte le più grandi personalità (intellettuali, politici, medici, informatici, ingegneri) della città.
Il locale è una discoteca su due piani, il piano più basso funge solo da discoteca mentre quello superiore è utilizzato anche per feste e ricevimenti. Il piano superiore ha al centro del soffitto un gigantesco e lussuosissimo lampadario chandelier in cristallo bianco, tuttavia la stanza è talmente grossa che la luce viene dispersa e lo spazio risulta comunque piuttosto buio. Ai lati della stanza ci sono dei divanetti rossi alternati a divanetti blu, sui tavoli sono posate piccole candele che rendono la luce soffusa.
Essere in questo luogo è una bella opportunità per me, ventunenne di provincia con l'unico merito quello d'aver scritto un best seller incentrato sulla mia disastrosa vita sentimentale.
Mentre mi guardo attorno un po' sperduta, poiché non sono il tipo da feste in discoteca e ripenso al mio immediato ed inaspettato successo, Jared mi si avvicina, mi cinge i fianchi con le mani sottili, e mi dà un bacio sul collo. Mi giro verso di lui, gli sorrido e lui mi porge un bicchiere di champagne. Jared è il mio compagno da più di 8 mesi, ci siamo conosciuti ad uno di quegli incontri 'scrittore-fan' e da lì non ci siamo più lasciati.
Mentre mi racconta di quanta coda ci fosse al buffet dei cibi e delle bevande, la mia attenzione si sofferma su un uomo seduto poco distante da me. È seduto su una poltroncina rossa, sta parlando velocemente intrattenendo l'altro uomo e le tre donne accanto a lui. Una di queste donne, dai lunghi capelli rossi, è in teneri atteggiamenti nei suoi confronti. Mi sembra di riconoscerlo, ma forse è solo una mia impressione, provocata dalle luci troppo basse e dalla musica troppo alta, che mi stanno stordendo eccessivamente.
Sono le 3 passate ed io, stanca e un po' annoiata, chiedo a Jared di riaccompagnarmi a casa. Mentre ci avviamo verso l'ascensore per giungere al piano terra ed andarcene, passiamo davanti al gruppetto capitanato dall'uomo con la compagna dai capelli ramati.
Mi sento chiamare con il mio diminutivo, 'Maggie'. Solo poche persone dopo il grande successo che ho avuto mi chiamano così. Poche persone tra cui Jared, i miei genitori, qualche amico di infanzia e... Mark. Mark. Il mio primo fidanzato. È proprio lui.
Era lui quella persona seduta sulla poltroncina rossa. È lui e mi ha chiamata. Vengo pervasa da un senso d'inadeguatezza, m'immobilizzo e tengo la testa china per un paio di secondi che dentro di me mi paiono un'eternità. Decido di voltarmi.

Mio come un tempoWhere stories live. Discover now