CAPITOLO 2.

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Capisco di non poterlo ignorare passando oltre, decido di andare da lui. Mi avvicino e vengo accolta dal suo caloroso sorriso.
'Maggie! Ma da quanto tempo!' Esclama lui. 'Non ci si vede da quanto?... Saranno circa... due anni!'
'Due anni e 5 mesi e il 26 gennaio saranno 6 mesi, per la precisione.' Gli rispondo in modo un po' indisponente.
'Vedo che continui a contare i giorni eh' e ride, con quella risatina che un tempo tanto adoravo ma che ora mi dà così terribilmente sui nervi. 'Comunque come stai? Ti vedo bene'
'Infatti sto bene' rispondo seccata
Lui si accorge che non sono particolarmente disponibile al dialogo in questo momento, perciò trova un nuovo modo per proseguire la conversazione, evitando di tartassarmi di domande.
'Questa è Marie, ha origini francesi da parte di padre' mi dice indicando la donna con i capelli rossi alla sua sinistra, la quale si presenta tendendomi la mano. Ha un forte accento francese, sicuramente della Francia del sud, probabilmente della Languedoc-Roussilion. Mi reputo abbastanza esperta della Francia e dei vari accenti francesi perché ho frequentato una scuola di lingue al liceo, con specializzazione, appunto, nel francese. Inoltre per trarre ispirazione per le ambientazioni per il mio libro ho viaggiato parecchio in Europa, soffermandomi particolarmente in Francia, terra che amo molto.
Marie ha i capelli di un rosso ramato, lunghi oltre il seno e mossi. Tra una ciocca e l'altra intravedo i lunghi orecchini pendenti, costellati di diamanti. È molto alta, e i tacchi a spillo contribuiscono a renderla ancora più esile e a donarle leggiadria. Le sue forme proporzionate sono avvolte in un tubino nero, con ricami di pizzo macramè. È una delle poche donne in tutta la sala ad indossare un vestito corto che lascia scoperte le gambe.
Dopo averle stretto la mano e aver pronunciato il mio nome per intero, 'Margareth', decido di far conoscere a Mark il mio nuovo compagno.
'Lui è Jared', esordisco. 'Stiamo insieme da più di otto mesi e ci troviamo davvero benissimo'. Vedo il volto di Mark incupirsi: il suo sorrisetto smaliziato, sempre presente sul suo viso, era improvvisamente scomparso.
'E come vi sareste conosciuti tu e lui?' Chiede Mark
'Ad un incontro dove i fans possono farsi firmare il libro dai loro autori preferiti' risponde Jared, stringendomi con una mano il fianco.
'Quindi mi state dicendo di esservi fidanzati spinti da vero amore e non perché uno dei due aveva interesse economico' ribatte Mark, con il solito tono sarcastico.
Tutti i suoi compagni di tavolo scoppiano in una sonora risata. È in quel momento che riconosco l'altro uomo seduto accanto a lui. È Jim Lloyd, pezzo grosso del foro americano. È basso e tarchiato, con occhiali dalla montatura rotonda e baffetti scuri. Avevo visto il suo volto numerose volte sul 'New York Times'.
Stanca delle inutili provocazioni di Mark, decido di andarmene.
Saluto Mark freddamente e mi allontano dal loro tavolo a passo affrettato. Prima di salire sull'ascensore, li osservo nuovamente e vedo che le cinque persone hanno ricominciato a parlare tra loro come se nulla fosse, tranne Mark, che non capitana più il gruppo, bensì se ne sta zitto a fissare la mia uscita dalla sala. Salgo sull'ascensore, e poco prima che le porte si chiudano, abbozzo un sorriso, al quale Mark risponde con un sorriso più grande.

Mio come un tempoWhere stories live. Discover now