È difficile parlare di se stessi, ammettere le proprie stranezze, abitudini, riconoscere i propri difetti e i propri pregi.
Non sono mai stata brava a parlare di me, o forse dico così solamente perché non ci ho mai provato veramente.
Mi sono sempre reputata una ragazza normale, una come tante; il mio pensiero non è cambiato, sono sempre dell'idea di essere una ragazza semplice, ma non 'una delle tante'.
Nessuno è 'uno dei tanti'.
Ognuno è speciale, ciascuno di noi è diverso dall'altro ed è questo che ci rende belli.
Amo le diversità, amo riconoscerle ed osservarle, perché sono proprio quelle che caratterizzano ciascuno di noi.
Siamo circondati da inutili stereotipi che ci vengono imposti, ma che nessuno riesce a rispettare, nessuno ne è in grado e in fin dei conti, nessuno vuole essere del tutto uguale a qualcun altro.
Perché, anche se non lo ammettiamo, tutti amiamo le nostre particolarità, le nostre stranezze, le nostre piccole azioni scaramantiche, o le insolite abitudini.
Io non riesco a dormire se l'armadio della mia camera non è chiuso, chiamatemi pazza o con qualsivoglia soprannome, è un'abitudine e difficilmente cambierà.
È così liberatorio parlarne, poter essere liberi di dire ciò che si vuole.
Le persone non lo fanno, non parlano, non esprimono le loro emozioni, per cosa poi? Paura? Timore? Per quale motivo siamo così limitati riguardo la libertà d'espressione?
La parola è un diritto comune, che purtroppo spesso ci autoneghiamo per paura di essere giudicati, di passare per folli, di non essere capiti.
Molte persone non parlano, perché hanno paura di essere incompresi, di diventare 'quelli strani', quelli con l'ossessione.
Ma chi decide chi è 'strano'?
Lo decidiamo proprio noi, imponiamo a noi stessi canoni ingiusti e basati su tematiche infondate, a volte sciocche.
E allora basta con questi stereotipi, questi modelli di perfezione irraggiungibili, viva la diversità, la stranezza, che diverso non è sinonimo di sbagliato..!
