Me.

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A volte mi capita di sentirmi letteralmente inutile.

Come se non servissi a nulla, come se senza di me al mondo non ci sarebbe alcuna differenza.

Più che inutile, a volte mi sembra di essere un peso per le persone che mi sono vicine "un'accollo", "una rompiscatole", io non reagisco bene quando lo penso, figuriamoci quando me lo dicono o me lo mandano a dire. È orribile.

E io che faccio? Piangi, direbbero alcuni. E no, io non piango io ci rido su e ci scherzo, però quelle parole mentre ci rido su, dalle mie orecchie vanno giù, giù fino al cuore e ne staccano un pezzetto.

Una parola dopo l'altra del cuore non rimane niente, quindi le paroline, ancora non soddisfatte del loro "lavoro" vanno su, su fino alla mente.

E la danneggiano, però non come il cuore, con la mente entrano piano piano fino ad invaderla, finché non ne hanno il pieno potere.

Una volta raggiunto l'obiettivo comincio a piangere? No, io non piango. A urlare? No, nemmeno.

Comincio a tagliarmi, perché credo sia la cosa più giusta, perché quello che dicono gli altri è vero che rompo, che mi accollo. Con queste convinzioni faccio un taglio, poi due, poi tre. Fa male, ma faccio bene, in un certo senso, gli altri mi dicono che sono inutile, un peso, e le cose inutili sono fatte per essere distrutte, e io pian piano mi distruggo.

Non da sola, non ce la farei.

Ma con l'aiuto delle persone, che insultano, parlano alle spalle e giudicano, questo è l'incoraggiamento a fare ciò che faccio ormai da qualche mese.

Solo questo.

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