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«Nii-San!»
Intorno a lei, non vi era altro che nebbia, un mare bianco che le impediva di vedere al di là del suo naso. Poteva solo correre, con le lacrime agli occhi, impaurita. Molti dei suoi amici la consideravano la più veloce, nonostante fosse tanto gracile e piccola.
Eppure, quella volta le sembrava di muovere le gambe a vuoto, come se stesse cercando di camminare sul ghiaccio.«Nii-San!»
E, proprio come su una lastra di ghiaccio, scivolò. Ma il terreno era molto più duro, ancora più freddo. Il dolore provocato dal contraccolpo non era nulla in confronto a ciò che sentiva dentro, come se lo stomaco fosse perennemente stretto in una morsa, il cuore sempre più piccolo. Nessuno sarebbe accorso ad aiutarla, a pulirle il viso, a coccolarla.
«Nii... San...»
Allungò la mano tremante verso una figura , che stagliava imponente su di lei.
Un ghigno si dipinse su quel volto, che da sempre era stato il suo punto di riferimento; gli occhi nascosti dall'ombra.
Quando le sembrò di sfiorare quel mantello nero, si ritrovò in un luogo così familiare, ma allo stesso tempo così diverso.
Da qualunque parte si girasse, poteva vedere solo desolazione, morte, sangue. Il denso fumo nero le bruciava nei polmoni; le lacrime le scorrevano sulle gote arrossate, ferite, sporche. In preda alla disperazione, emise un urlo straziante, che riecheggiò nel villaggio divorato dalle fiamme.
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Sbarrò i grandi occhi di ghiaccio, in preda a spaventosi tremori. Un rivolo di sudore freddo le scese lentamente dalla tempia lungo il viso, unendosi alla piccola lacrima solitaria che aveva abbandonato le lunghe ciglia scure.
Ancora con il respiro affannato, cercò di mettersi a sedere, ma fu interrotta da una violenta fitta al fianco destro, che la fece ricadere pesantemente, fino ad incontrare la morbida superficie sulla quale era distesa.
Quasi non riusciva a pensare, tanto le faceva male la testa. La bocca impastata ed asciutta, era ancora impregnata da un vago sapore di sangue. L'odore di disinfettante le si fece strada tra le narici, invadendo tutti i suoi sensi.Una distesa bianco sporco, a tratti interrotta da qualche crepa e scrostatura, stagliava imponente sopra di lei, incapace di muovere un solo muscolo.
Il braccio sinistro le faceva un male terribile; con una fatica enorme, spostò lo sguardo verso di esso, accorgendosi di avere l'ago di una flebo sottopelle.Non ricordava molto di ciò che era successo, solo una forte esplosione... E un guizzo d'argento.
«Finalmente ti sei svegliata.»
Quelle parole, pronunciata con estrema calma, la fecero sussultare bruscamente, quasi come se avesse preso la scossa. Aspettò qualche istante che il cuore tornasse a batterle normalmente, per poi girare lentamente la testa di lato. Ci mise un po' a mettere a fuoco la figura di un ragazzo, seduto tranquillamente su una sedia a pochi passi da quello che, con tutta probabilità, era il suo letto d'ospedale. Era stato tanto silenzioso, da non lasciar intendere la sua presenza; non un fiato, un sospiro, un piccolo rumore. Se ne stava immobile, a leggere un piccolo libro.
«Chi... Sei tu?» Anche solo muovere le labbra era per lei faticoso.
«Generalmente» rispose lui, senza guardarla negli occhi «non dico mai il mio nome a chi non conosco.»
«Ayumi...» fiatò, incapace di scandire le sillabe con chiarezza.
Il ragazzo alzò lo sguardo, puntando l'unico occhio nero in quelli di ghiaccio della giovane, che ebbe la sensazione di sprofondare in quella pozza senza luce. La maschera scura non faceva trasparire alcuna emozione; il coprifronte, abbassato sull'occhio sinistro, era decorato da una targhetta di metallo, sulla quale era inciso un simbolo. Le pareva di averlo già visto da qualche parte, ma non riusciva a ricordare dove.
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Faded
Fanfiction[COMPLETA] Konoha è ancora terribilmente segnata dalla grande guerra ninja e dall'attacco del Kyuubi. Un Kakashi quasi diciassettenne, membro delle forze speciali Anbu, si troverà coinvolto in qualcosa che si rivelerà molto più di una missione di li...