Sono passati cinque giorni ormai e sono ancora chiusa nella mia stanza. Non ho più voglia né di mangiare, né di bere, né di alzarmi. Ho perso tutta la mia felicità e la voglia di vivere come ho perso loro.
Decido di alzarmi per andare in bagno, ma prima mi guardo nello specchio ad altezza naturale posizionato nell'anta centrale dell'armadio: sono dimagrita un casino, ho delle profonde occhiaie e mi reggo a mala pena in piedi. Faccio la solita routine ovvero un incantesimo per il teletrasporto per andare in bagno, ma c'è qualcosa che non torna: qualcuno intercetta la mia "scia" (?) e mi fa arrivare da qualche altra parte, inizio ad urlare e a dimenarmi, finché qualcuno non mi stringe a se.
-Shhh calmati buona-piano piano mi fermo calmandomi e alzo il viso notando subito che si tratta di mio fratello.
-Tutto ok?-
-Tutto ok? Tutto ok? Sul serio, ti sembra tutto ok?!-
-Ok domanda stupida, dai vieni con me-mi accompagna sul divano e mi fa sedere su di lui con la testa appoggiata sulla sua spalla. Mi coccola un po' poi mi chiede:
-Ti sei calmata?-annuisco.
-Cosa è successo, è da 5 giorni che provo a farti uscire e non ci sono riuscito, mi dici che hai?-
-Ti ricordi quel pomeriggio, ero andata dalla preside e Syria se ne era andata prima?-
-Si-
-Quando stavo andando in presidenza ho visto Matt che prendeva e baciava la mano di Syria e poi si sono abbracciati, aveva un appuntamento con lui quel giorno-intanto rincomincio a piangere-Lei sapeva che ci stavo insieme e mi piaceva da impazzire ma a quanto pare mi ha voltato le spalle-
-Vieni qui dai-dice abbracciandomi di più-Lei non ti ha voltato le spalle. A proposito ti è arrivato un messaggio, tieni-e mi dà un foglietto con su scritto: "vieni oggi alle 19 in giardino dietro all'albero più grande, ti aspetto".
-Quando è arrivato?-
-L'ho visto davanti la porta poco fa-lo guardai ancora e poi puntai il mio sguardo sull'orologio da polso di Jake, le 18:30.
-Va bene andrò a vedere chi è e cosa ha da dirmi però prima mi vado a fare una doccia-
Lui annuisce e poi dice-Sono contento che sei uscita-
POV di Syria
Era il quinto giorno ormai che Lily era rinchiusa in quel maledettissimo bagno, ora mi sto facendo una doccia rilassante per calmare i nervi accumulati.
Esco dal bagno mi asciugo e mi vesto per poi fiondarmi sul divano però andando in salotto noto un foglietto davanti la porta d'ingresso, allora titubante lo vado a prendere. Vado verso il divano e lo inizio a leggere : "vieni oggi alle 19 in giardino dietro all'albero più grande, ti aspetto".
Chissà chi è non devo vedermi con nessuno visto che la mia migliore amica è rinchiusa in un bagno. Prendo il telefono e decido di andare.
POV di Lily
Sono dietro quest'albero da circa 2 minuti e ancora non c'è nessuno. Ecco sta arrivando qualcuno, è Syria indossa una canottiera bianca, guardandola è vestita uguale a me a parte per i colori, io ho i pantaloncini rosa e la canottiera nera.
-Tu che ci fai qua?-mi chiede sbalordita.
-No, tu cosa ci fai qua-ribatto io.
-Mi hanno mandato un messaggio con scritto che dovevo essere alle 19 qui in questo punto-
-Anche a me-intanto rifletto del perché di quel messaggio.
Ma non faccio in tempo ad andarmene che sento un panno premere sulla bocca e gli occhi appannarsi, in un attimo cado nel buio più profondo.
Mi risveglio in quella che a prima vista sembra una cella, una gabbia in realtà, vicino a me c'è Syria che è ancora addormentata. Mi avvicino a lei e la scuoto per le spalle.
-Syria, ehi amica svegliati-la scuoto un altro po' e inizia finalmente ad aprire gli occhi, si guarda intorno e strabuzza gli occhi. Anche lei, è evidente, non sa dove siamo.
L'aiuto ad alzarsi e ci avviciniamo alle sbarre.
-FATECI USCIRE, AIUTO-grido con tutto il fiato che ho in corpo, ma almeno non lo faccio invano visto che qualcuno "sano" di mente, più o meno visto che ci ha rinchiuso qui, sta scendendo dalle fottutissime scale.
-Chiunque tu sia, sappi che ti sto odiando come non mai e che se ti prendo ti concio per le feste, brutto bastardo-
-Calma, calma bambolina, non ti scaldare-io e Syria ci guardiamo negli occhi. No, non può essere lui, il mio incubo: Nathan
-Tu, brutto essere schifoso facci uscire immediatamente da qui-dice la mia amica guardandolo negli occhi, non l'ho mai vista arrabbiata come lo è ora.
-Ah ma allora sai parlare-
-VAI.A.FANCULO.comprendi?!-aggiungo io.
-Perché siamo qui? Cosa vuoi da noi?-dice Syria cercando di fare ordine.
-Semplice: voi siete gemme e io vi voglio, ho intenzione di farvi morire ma non prima di aver estratto tutto il sangue che c'è nei vostri poveri corpicini, è quello che vale di più. E non provate a uscire di qui, anche perché vi ho fatto un incantesimo in modo che i vostri poteri siano bloccati temporaneamente-
-C..come fai a saperlo?-continua lei.
-In realtà è stato abbastanza semplice, essendo un cacciatore ho i sensi più sviluppati quindi mi è bastato seguire la vostra scia e in più è da un bel po' che vi sto cercando ed ora eccovi qui, due vere gemme-
Sentendo queste parole mi avvicino al muro dietro di me e mi ci rannicchio contro circondando con le braccia le ginocchia per poi appoggiarci la testa. Syria mi si avvicina e si mette alla mia altezza.
-Hey Lilycalmati, non ci può far niente-
-Si invece-dico iniziando a singhiozzare-non potrò più vedere mio fratello, i miei genitori, persino loro mi mancano e non posso sopportare l'idea di non poterti più vedere, di non poter stare più con te-
Ci abbracciamo come non abbiamo mai fatto prima.
CLAP CLAP CLAP
-Commovente, davvero commovente. Ora, se volete seguirmi, devo vedere come siete messe, mi servite in buona salute-
Ci alziamo titubanti e, mano nella mano, ci avviamo fuori dalla gabbia, ci conduce in una stanza tipo quelle d'ospedale, con un lettino bianco e diverse attrezzature (bisturi,forbici, ecc ... ).
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noi, le gemme
Fantasyquesta storia parla di due amiche che dovranno affrontare un'avvenuta, con tanto di amore e delusioni. spero davvero che piaccia, ci ho messo tutto l'impegno possibile. baci Mel