CAPITOLO 21

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Skye's pov

Il respiro di Sean diventa regolare e io capisco che si è addormentato.
Dopo il nostro ennesimo litigio, lui si era rifugiato in camera sua ed io, rassegnata, mi ero messa a parlare con Eli, dato che in questi ultimi giorni è stata di più fuori casa che dentro. Casa. È veramente casa mia? Continuo a rimuginare sulla domanda e distrattamente accarezzo il capo di Sean. Scuoto lentamente la testa e mi concentro sul volto del ragazzo tra le mie braccia. Anzi il mio braccio. Sembra un angelo mentre dorme, nonostante il piercing e i tatuaggi che si intravedono dalla maglietta. Merda! Questo ragazzo sta tentando di entrare nel mio cuore, sebbene io non voglia trovarmelo spezzato. Non posso e non voglio soffrire solo perché un altro essere umano non mi ama. Ho già i miei familiari che mi fanno questo 'regalino'!
Un brivido percorre il corpo di Sean e io guardo attorno a me con il fine di trovare una coperta per coprirlo. Approfitto della situazione per analizzare le condizione in cui vive. Che dire? È più ordinato di me, anche se non ci vuole molto dato che il pensiero di mettere nel loro posto le cose non mi passa mai per la mente.
Però, lui è veramente ordinato! Non c'è una cosa fuori posto e, con grande stupore, noto che anche i vestiti sono piegati impeccabilmente. In confronto a lui, mi sento una bambina che lascia sparpagliati i giochi, solo che il pavimento della mia stanza non è ricoperto soltanto da cianfrusaglie varie, ma sopratutto da vestiti e riviste. Penso che non farò entrare mai Sean in camera mia se è così tanto maniaco dell'ordine.
Dopo aver analizzato attentamente l'intero ambiente, mi rendo conto che non c'è l'ombra di una coperta, così, con non poche difficoltà e con due botte alla testa, mi tolgo la giacca di lana che indosso e la poggio su Sean, che sospira soddisfatto. Sorrido e poggio la testa sul muro, adesso pieno di crepe. Ho visto Sean che lo colpiva, ma non pensavo fosse tanto forte! Ma è probabile che il muro sia così sottile e costruito con materiale scadente che non ci vuole molto per danneggiarlo. O forse potrebbero essere entrambi le cause...
Chiudo gli occhi e un senso di stanchezza mi pervade, così scivolo in un sonno tormentato da continui brividi di freddo.

Sean's pov

Mi sveglio dolcemente, nel caldo torpore che invade il mio corpo la mattina. Mi ci vuole qualche secondo per capire che non sono su un letto, bensì a terra, abbracciato a Skye che con la bocca leggermente socchiusa dorme tranquilla. Aspetta, tanto tranquilla non è... sta rabbrividendo e anche il suo corpo è freddo. Ma come è possibile? In qualche frazione di secondo la memoria mi ritorna e un senso di imbarazzo mi pervade quando la frase detta da me fa capolino tra i miei ricordi.

-Resta con me-

Scuoto violentemente la testa e questo gesto fa sì che un qualcosa di veramente caldo cada dalle mie spalle. Una giacca rossa. Mi è stranamente familiare. Solo dopo qualche minuto ricollego tutto e capisco di aver privato ad una ragazza il calore necessario a scaldare un corpo, ora infreddolito. Rimproverandomi mentalmente prendo in braccio, stile sposa, una Skye tremante, stando ben attento a non toccarle il braccio, e la adagio sotto le coperte, nel mio letto. La copro fino al mento, poi, dall'armadio, in un luogo ben nascosto, prendo una coperta di lana e la aggiungo allo spesso strato di coperte e lenzuola. Penso possa bastare, no? Decido di mettere qualcosa nello stomaco e perché no?, preparare una colazione per Skye, che si è mostrata tanto dolce e disponibile verso di me.
Preparo del caffè e del pane alla Nutella, la colazione che fa di solito lei, e la metto su un vassoio prima di portarla in camera. Lì, la trovo un po' più colorita sulle guance e meno fredda. Mi siedo piano sul letto e non posso evitare di accarezzarle i capelli, così come lei ha fatto con me la sera precedente.
È così tenera! Un leggero sfuffo esce dalla sua bocca, poi si volta sul fianco destro, ma un gemito di dolore le impedisce di girarsi del tutto.
-Skye...-mormoro piano.
Ma niente, non si sveglia, anzi continua a dormire come un ghiro nonostante la smorfia di dolore sul volto. Sta soffrendo, ma devo svegliarla? Magari ha dormito male questa notte a causa mia e svegliandola la proverei anche di quelle poche ore di sonno. Alla fine, opto per la prima possibilità.
La scuoto dapprima piano, poi sempre più forte dato che non si sveglia.
Infine, mi avvicino al suo orecchio e grido il suo nome. Lei trasale e fa un salto di dieci centimetri, poi si volta verso di me con uno sguardo omicida.
-Ti sembra un modo adatto a svegliare delle persone?- dice arrabbiata, stropicciandosi gli occhi.
-Beh...si se la persona in questione ha il sonno pesante!- affermo io divertito.
-Scemo!- borbotta girandosi verso l'altra parte e chiudendo gli occhi, probabilmente tentando di dormire ancora un po'. Ma non le permetto di farlo e la precedo, informandola:-Ti ho fatto la colazione! Il caffè si sta raffreddando...-
-Non ci credo nemmeno se lo vedo...- bisbiglia in stato di dormiveglia.
-Devo prendere le pentole e suonartele nelle orecchie?- la minaccio riuscendo nell'intento di ottenere la sua attenzione, infatti alle mie parole si mette ad ascoltarmi senza protestare, anche se con il suo sguardo potrebbe benissimo uccidere persone a volontà.
-Okok... dimmi cosa vuoi!- sospira infine, sedendosi sul letto e poggiando la testa sul muro.
-Tieni- le porgo il vassoio e lei rimane incantata a guardarlo come fosse un gioiello da miliardi di euro. Poi, riprendendosi, si avventa sul pane e Nutella, e sul caffè.
Dopo cinque minuti esatti mi fa l'onore di sentire la sua voce:- Mio Dio, Sean, stento a crederci, ma era tutto buono! Anche se pensandoci bene non ci vuole a fare un caffè e un panino, ma tralasciamo.- Poi guardandomi, sorride calorosamente e io ricambio, con mia e sua grande sorpresa.
-Ricordati con chi stai parlando, bambolina- la stuzzicai ridente.
-Penso che non lo dimenticherò mai, non ti preoccupare- risponde lei, senza scomporsi. Poi, comincia a squadrarmi incuriosita.
-Che è successo?- chiede d'un tratto.
-Che deve essere successo?- scelgo volutamente di rispondere con un'altra domanda.
-Sei strano... Cos'è tutta questa dolcezza?-
-Non ti abituare, bambolina. Sono sempre io, sai?-
-Non avevo dubbi, non per niente mi ha chiamato in quel modo che mi stizza!- dice alludendo al nomignolo affibbiatole.
-Lo so e infatti è per questo che l'ho scelto come tuo soprannome! Per me d'ora in avanti sarai solo 'bambolina'.-
-Povera me!- mormora rivolta verso il soffitto, poi fattasi improvvisamente seria mi domanda:-Sean, va tutto bene?-
Non rispondo e non rompo il contatto visivo con lei, la quale dopo aver capito che non avrei aperto bocca, avvicina titubante la mano alla mia guancia, ruvida a causa della barba.
-Non ti sto psicanalizzando, se è questo che stai pensando! Voglio solo esserti d'aiuto!-
Mi accarezza la gote e mi guarda con aria preoccupata, così decido di rispondere, anche se il tono che esce dalle mie labbra è tutt'altro che rassicurante e amichevole, come lo era stato fino a poco tempo fa.
-Lo sei già stata!-
-Non ho fatto nulla!- Sospira pesantemente, poi mi guarda titubante.
-Sean, so che ti può sembrare strano sentirtelo dire, ma vorrei essere tua amica. Sinceramente, sono stanca dei nostri continui battibecchi. Siamo coinquilini e lo saremo per un bel po' di tempo ancora, quindi perché non fare in modo di acquietare i rapporti?-
Imito il suo precedente comportamento e rispondo:-Potrebbe essere una buona idea, dopotutto!-
Skye sospira più serena e lancia uno sguardo sul letto in cui è seduta. Notando la coperta domanda:-Dov'era? Ieri sera l'ho cercata per coprirti, ma non l'ho vista!-
-Nell'armadio, ben nascosta...-
-Oh...- mormora solamente, poi si precipita ad alzarsi come se una molla sotto di lei fosse scattata.
-Tu! Spero abbia cambiato le lenzuola! Non dirmi che ho dormito sullo stesso letto dove è avvenuto quello che sappiamo entrambi!?!- grida isterica quasi fosse una tragedia, alludendo al sesso con la ragazza di cui non ricordo nemmeno il nome.
-In effetti non ne ho avuto il tempo-
E non sto scherzando.
Il colorito che ha preso poco tempo fa, lascia di nuovo il posto al bianco. Senza dire una parola, esce dalla camera, sbattendo violentemente la porta.

Un sogno a occhi apertiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora