CAPITOLO 34

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Skye's pov

Afferro le chiavi dalla borsa, ancora sorridendo per il pranzo piacevole.

Dire che è stato divertente è dire poco, Ryan e Tracy sono uno spasso e vedere Nate che corteggia assiduamente Nora mi infonde una tenerezza assoluta.

Canticchio sottovoce, spalancando la porta con il sedere e cercando il cellulare nello zaino, senza curarmi di accertarmi che ci sia qualcuno nel salone/ingresso.

"Dove sei stata?"

Il mio capo scatta all'insù, verso la fonte della voce.

Sean.

Avvampo, al ricordo di quanto accaduto in infermeria.

"Non penso ti debba interessare" Rispondo, ritornando al mio precedente impegno. "Maledizione, dove diavolo sta?" Aggiungo poi sottovoce, dirigendomi in camera mia.

"Stai cercando questo?"

La sua voce bassa mi interrompe nuovamente, così mi volto nella sua direzione, osservando la sua mano.

"Mi spieghi perché ce l'hai tu?" Chiedo, scaraventando lo zaino nella camera mia e mettendo le mani sul punto vita.

"L'avevi lasciato sul tavolo, evidentemente prima di uscire per la scuola" Spiega lui, muovendo lievemente il capo.

"Ora puoi anche ridarmelo, però. E non ti aspettare un grazie"

"E cosa ci ottengo in cambio io? Niente grazie, niente per favore! Che cattiva!"

"Già... La strega brutta e cattiva" Dico melodrammaticamente, portandomi una mano al petto alzando il capo verso l'alto. "Ora, però, voglio il mio cellulare"

Sean, invece, lo posa sul tavolo, e si avvicina di un passo a me.

Mi violento per non allontanarmi, e alterno il mio sguardo da quello malizioso di Sean al cellulare, abbandonato sulla superficie ruvida e dura.

"Beh... Sul brutta si può anche discutere, ma sul cattiva... Non si può fare niente. La verità è la verità!" Continua a recitare, ignorando le mie richieste.

"Per quanto ancora dobbiamo soffermarci su quest'argomento?" Chiedo, trattandomi dal ruotare gli occhi all'aria.

"Finché tu non mi darai ciò che voglio, bambolina" Risponde lui, accorciando la distanza fra i nostri corpi.

"E cosa vorresti, di grazia?" Ansimo, smaniando per il suo tocco sul mio corpo infuocato.

"Ti lascio all'immaginazione" Dice criptico, e con ancora quell'aria maliziosa.

"Smettila, Sean" Balbetto, cedendo alla tentazione di allontanarmi di un passo da lui.

"Smetterla? E di fare cosa?" Domanda ingenuamente, spalancando teatralmente quei suoi occhi ipnotici.

"Di fare questo! Di farmi questo!" Sibilo, nervosa all'idea di essere completamente alla sua mercé.

"Sempre così vaga nelle tue spiegazioni, Skye!" Mi rimprovera, annullando quel minimo di distanza che c'era fra noi. "Sii più chiara"

"Io..."

"Tu?" Mi provoca, tracciando il contorno delle mie labbra.

"Tu sei un bastardo" Riesco a dire, tutto d'un fiato.

"Non sei l'unica ad avermelo detto, specialmente oggi. Scusa controlla se non ho sulla fronte uno striscione con su scritto 'sono un bastardo'" Ironizza, continuando il suo percorso lungo tutta la mascella.

Un sogno a occhi apertiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora