Andare a scuola è una delle mie priorità.
A casa mia sono sempre la prima ad alzarmi, mi piace bere la mia tisana allo zenzero davanti al chiarore dell'alba nascente. Sono figlia unica e vivo solo con mia madre. Anzi, vivo si può dire da sola, visto che mia madre è sempre a lavoro.
Il suo negozio di gioielli, il gruppo delle donne invincibili del quale lei è la fondatrice e tutti i suoi hobby vengono prima di me.
-Ciao tesoro, nonna ha detto se vuoi andare a mangiare da lei oggi.-
-No mamma, preferisco studiare a casa.- sorseggio un po' della mia tisana.
-Ok tesoro, allora io vado. Ti amo- mi stampa un bacio furtivo sulla fronte e scappa via... Come ogni mattina alle sei.
Continuo a bere, il tazzone è quasi più grande del mio viso, ammiro ancora l'aurora spalmata di rosa all'orizzonte.
Il suo profumo, la scia che lascia è quello che mi rimane di lei per tutta la giornata, l'unica cosa.
La mia vita non è sempre stata così. Noi, prima che mio padre andasse via di casa, eravamo una famiglia all'apparenza felice.
Vivevamo in California, mio padre è un chirurgo rinomato e quindi per non lasciarlo solo in preda alle sciacquette tira uccelli dai pantaloni (mia madre chiamava così tutte le assistenti di mio padre), lasciammo Matera per seguirlo.
Per quanto fosse triste la nostra vita famigliare io ero comunque felice.
E poi lui se n'è andato... Ed eccoci di nuovo qui, io e mamma sole questa volta.
Mi riscuoto dai miei pensieri e mi preparo per andare a scuola. La giornata promette bene: sembra che il sole oggi ci terrà compagnia e renderà più mite il clima freddo di metà novembre. Così dopo aver indossato i miei comodi jeans e un maglione bordeaux largo e molto caldo, metto un velo di mascara per mettere in risalto i miei occhi verdi, lego in una coda alta i miei lunghi capelli biondi, che oggi a quanto pare non vogliono collaborare, e sono pronta per uscire. Afferro il mio pesante zaino e le mie immancabili cuffiette, poi esco e mi dirigo verso la fermata del pullman sulle note di Everglow dei Coldplay. Come al solito, il mio amato mezzo di trasporto è pieno, ma in qualche modo riesco a trovare posto vicino ad una ragazza dai lunghi capelli rossi e piena di piercing sulla faccia.
Ad un tratto, sento qualcuno dietro di me dire: -Roberta?-
Inizialmente penso di aver sentito male, anche perché non conosco quella voce, poi però sento chiaramente quel qualcuno ripetere il mio nome. Mi giro titubante e mi trovo faccia a faccia con un ragazzo mai visto, seduto dietro di me, con grossi occhiali da vista tondi e i capelli neri scompigliati, che mi fa pensare per un attimo ad Harry Potter. Lo guardo con l'espressione più interrogativa che mi riesce ma lui mi indica qualcuno dietro di sè, bloccato tra altre persone che mi guarda e mi sorride, salutandomi con la mano.
-Ti vuole lui- dice Harry guardandomi imbarazzato. Ma io non gli faccio già più caso e penso solamente alle mie guance che sento in fiamme per l'imbarazzo: Diego è il solito! Eppure dovrebbe saperlo che queste sue trovate mi mettono alquanto a disagio.
Comunque gli sorrido, mimando un "ciao" con le labbra. Diego è un mio amico e compagno di classe. Ci conosciamo dalle scuole elementari e da sempre siamo stati legati in qualche modo che mi è tuttora sconosciuto, essendo così diversi caratterialmente. Nonostante le sue diverse avances nei miei confronti, niente è mai riuscito a rovinare il nostro rapporto, anche se spesso, come in queste occasioni per esempio, è in grado di farmi andare su tutte le furie.
Mi rigiro e torno ad ascoltare la musica, sentendomi addosso gli sguardi delle persone intorno a me. Ma subito dopo sento qualcuno picchiettarmi sulla spalla: -Ehm, scusa...- ancora lui. -Ti chiama...-
Mi volto nuovamente e fulmino Diego con lo sguardo, mentre lui mi guarda sorridendo e dice: -Studiata matematica?-
Sento ancora le guance avvampare mentre annuisco e mi giro per quella che mi prometto essere l'ultima volta. E infatti Diego non mi chiama più per fortuna.
Una volta scesi alla nostra fermata, mi si affianca e dice: -Sempre di poche parole tu, eh?-
-Ci credo, ti sei messo praticamente a urlare sul pullman!-
-Beh, che male c'è?- chiede lui mettendosi le mani nelle tasche del giubbetto.
-Sono le otto del mattino e la gente non ha voglia di sentire urlare le persone, soprattutto su un mezzo pubblico affollato.- rispondo alzando gli occhi al cielo.
-Uffa...- risponde lui sbuffando.
Percorriamo i pochi restanti metri che ci separano da scuola inizialmente in silenzio, poi lui inizia a canticchiare "Come mai" di Max Pezzali. A Diego piace cantare ogni tanto, anche nei momenti meno opportuni, magari durante qualche spiegazione, lui inizia a canticchiare, suscitando l'ilarità generale. Ma anche questo è un suo tratto distintivo, senza il quale probabilmente non ci sarei tanto affezionata. Diego per me è fondamentale, è una di quelle persone che sono una sorta di certezza, che sai che saranno sempre al tuo fianco nonostante tutto. E me l'ha dimostrato più volte, anche quando pensavo che non mi avrebbe più rivolto la parola per averlo rifiutato, lui non mi ha abbandonata, anzi, mi è stato vicino come sempre, forse anche di più. È una di quelle pochissime, anzi rare persone che mi accettano nonostante la mia timidezza e che anzi, cercano in tutti i modi di aiutarmi a combatterla. A lui non ha mai fatto paura; l'ha sempre saputa affrontare e in certi momenti anche sconfiggere. Non come gli altri che si fanno spaventare.
Mentre sono immersa in questi pensieri arriviamo a scuola e Diego chiede nuovamente: -Allora, hai studiato davvero matematica o hai annuito solo per farmi tacere?-
-Direi la seconda, mi sa che dovrai aiutarmi...- rispondo un po' imbronciata mentre lui scoppia a ridere e insieme ci dirigiamo in classe.Buonasera! Sono contentissima di poter pubblicare questo primo capitolo della storia che io e LorenaCicirello abbiamo deciso di scrivere insieme. Speriamo che possa piacervi! :)
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Amore semplice
RomancePer Diego la timidezza di Roberta non è un problema. Lui fa una scommessa. Lei vive nel suo mondo fatto di libri e animali. Lui non sopporta la sua indifferenza. Lei non sopporta lui. Entrambi non si sarebbero mai scelti. Entrambi sono pazzi l'uno d...