Una settimana prima...
Il giorno dopo quell'incontro strano con quel ragazzo, stavo ripensando alla strana conversazione avuta, o meglio, allo strano scambio di battute, andando alla fermata del pullman, quando sento avvicinarsi una macchina, che si ferma proprio accanto a me. Senza farci caso proseguo, ma questa continua a seguirmi. Inizio a preoccuparmi e istintivamente aumento il volume della musica che sto ascoltando attraverso le mie inseparabili cuffiette. Ma la macchina non vuole saperne di lasciarmi in pace. Mi volto e vedo il finestrino dalla parte del passeggero abbassato, e sul sedile del guidatore un ragazzo che mi sorride beffardo, un ragazzo il cui viso è familiare: quello è Andrea! Blocco la musica nel momento stesso in cui mi chiede: -Vuoi un passaggio?-
Ma sentitelo! Figurarsi se accetto un passaggio da uno sconosciuto!
-No grazie.- rispondo proseguendo.
-La mamma ti ha detto di non accettare passaggi dagli sconosciuti giusto?-
MI fermo e lo guardo con lo sguardo più accigliato possibile. -Non ho bisogno che me lo ricordi mia mamma.-
-No certo, ma sicuramente la Maria te l'avrà detto qualche volta.- risponde sorridendomi sornione. Come sa il nome di mia mamma?!
-Ti stai chiedendo come sappia il nome di tua mamma vero? Beh, sono il figlio di Katia. Ieri non ti avevo riconosciuta, poi arrivato a casa ho visto la fotografia della cresima o qualcosa del genere che avevi regalato a mia mamma e ho capito con chi avevo appena avuto a che fare. Certo che sei cambiata molto. In meglio eh. Gli occhi sono sempre gli stessi però. Senti, ti va di salire? Perché avremo fatto già un kilometro così e direi che è abbastanza scomodo per entrambi.-
Lo guardo scioccata. Certo che conosco Katia! E ricordo anche della foto della cresima che le regalai. Spesso parla di suo figlio, ma ammetto di non averlo mai visto dal vivo. Almeno mai prima d'ora a quanto pare...
Mi fermo e apro la portiera della macchina. Dopotutto un passaggio mi farebbe proprio comodo, e poi non sembra un cattivo ragazzo.
-Ooh, finalmente ti ho convinta! Quindi dici che per convincere le ragazze a fare qualcosa bisogna pronunciare il nome magico della mamma?- chiede ridendo.
-Non direi proprio. Solo per convincerle ad accettare un comodo passaggio in alternativa all'autobus!- rispondo sorridendo.
-Aah, ma allora non sei fatta di marmo! Comunque, Roberta, giusto?-
-Sì..- rispondo improvvisamente timida come sempre.
-Piacere, Andrea.- dice allungandomi il braccio e lanciandomi uno sguardo veloce per poi tornare a concentrarsi sulla strada. Poi abbassando la voce sussurra, quasi dovesse rimanere un segreto: -Rifacciamo le presentazioni, che dici?-
Sorrido e gli stringo la mano.
-Roberta.-
-Ehm, scusa se ti ho spaventata o anche solo irritata ieri, a volte faccio così..- dice grattandosi la nuca e facendo una strana espressione.
-Tranquillo, nessun problema.-
Lo guardo bene e devo ammettere che è davvero un bel ragazzo. Scuoto immediatamente la testa, come a voler scacciare quel pensiero, mentre lui mi inizia a parlare e a farmi domande su domande. Anche una volta arrivati fuori da scuola, è difficile separarsi. Ho voglia di stare con lui e parlare, parlare. Mi sembra di averlo conosciuto così bene in così poco tempo e ho voglia di approfondire la sua conoscenza ma l'orologio ci richiama alla realtà, così di malavoglia ci salutiamo. Sto per varcare l'ingresso della mia scuola quando mi sento richiamare: -Roberta! Senti, ti va di vederci dopo scuola? Cioè non vederci, però se vuoi un passaggio.. Sì beh, in effetti ci vedremmo, ma.. Insomma, se ti va.. A che ora esci?- chiede leggermente imbarazzato.
Mi fa sorridere la sua quasi timidezza nel chiedermi di vederci, e allo stesso tempo mi sento arrossire a quelle parole: allora non sono l'unica ad essere rimasta colpita dalla sua persona!
-Certo, ottima idea! Io esco alle 13.50, ma se tu finisci prima ovviamente non aspettarmi.-
Lo vedo per un attimo pensieroso, poi dice: -No non ti preoccupare, finisco anch'io a quell'ora più o meno. A dopo.- mi saluta con la mano e aspetta che abbia varcato il portone d'ingresso della scuola.
All'inizio dell'ultima ora l'occhio mi cade fuori dalla finestra e vedo Andrea seduto sul muretto di fronte alla mia scuola con un quaderno aperto sulle gambe. Ma allora mi sta aspettando! Sorrido inconsciamente mentre sento le guance arrossarsi: che carino, mai nessuno era stato tanto carino. Beh, mai nessuno a parte Diego, dice una vocina flebile dentro di me che però metto subito a tacere: Diego fa così con tutte, mentre Andrea non sembra proprio. Decido quindi di non pensare più a Diego: forse finalmente ho trovato qualcuno migliore di lui, non voglio sbilanciarmi, però...Saluto Andrea con un bacio. È ancora tanto strano per me baciare un ragazzo! E in effetti è solo da un giorno che lo faccio, però mi sento sempre un po' imbarazzata, soprattutto fuori da scuola... Sto per entrare quando vedo Diego. È stato assente alcuni giorni ma ho deciso di non scrivergli niente: dopotutto sto con Andrea.. e poi non penso proprio che lui l'avrebbe fatto a parti invertite, orgoglioso com'è.
Decido comunque di salutarlo.
-Ciao-
-Cia...- non finisce la frase: appena solleva lo sguardo su di me si blocca. Ma che gli prende? Lo vedo arrossire, cosa mai successa da quando lo conosco. Sembra quasi intimorito ma è solo un attimo: si irrigidisce subito, serrando la mascella e i pugni lungo i fianchi. Bah...
-Come stai, Diego?- chiedo per smorzare la tensione creatasi, mentre mi guardo gli stivaletti un po' imbarazzata: avrà forse visto il bacio con Andrea?
-Sono stato male-
-Mi dispiace-
C'è un attimo di silenzio in cui i nostri occhi si incontrano, e iniziano a parlare come al solito una lingua tutta loro. Questo momento quasi magico però viene interrotto da Diego stesso che chiede: -Perchè ti sei fatta così bella?-
Oddio. Non so cosa rispondergli! Cioè, lo so, ma non mi sembra il caso di dirgli che è per Andrea..
che sfacciato però!
-Questo non ti serve- continua passandomi il pollice sulle labbra, togliendomi il lucido. Ma che cavolo gli prende?! Sono arrabbiata, come si permette questo sbruffone?!
-Ehi Roberta, sei qui...- la voce di Andrea mi tranquillizza per un attimo, ma poi mi rendo conto della presenza di Diego.
-Andrea, sei ancora qui?- chiedo spostando lo sguardo da lui a Diego, imbarazzata.
-Sì piccola, volevo un ultimo bacio.- risponde lui lasciandomi un leggero bacio sulle labbra mentre io sento la mia faccia arrossire sotto lo sguardo di fuoco di Diego.
Andrea mi saluta senza calcolare minimamente Diego e se ne va, mentre tra noi cala il silenzio.
-TI sei fidanzata?- chiede ad un tratto lui.
Annuisco senza però guardarlo negli occhi.
-La tua timidezza a quanto vedo finalmente è andata a farsi fottere!- esclama alzando la voce, mentre sento il mondo crollarmi addosso.
-Diego, io...-
-Tu? Non darmi spiegazioni. Ho capito tutto...- distoglie il mio sguardo dal mio, mi lascia una leggera carezza sulla testa poi corre via, dalla parte opposta alla scuola. Non so se inseguirlo o meno, ma alla fine opto per il menefreghismo: io sto con Andrea, e poi per una volta è lui che ci rimane male, e non io.
Ma a quanto pare il menefreghismo non è compatibile con il mio carattere, perchè appena entrata in classe gli scrivo un messaggio:
"Tutto bene?"
So che è stupido, ma non so come comportarmi in queste situazioni. La risposta mi arriva solo una volta uscita da scuola, quando me lo trovo davanti che mi chiede, con i pugni serrati e la voce neutra: -Ti va di raccontarmi tutto?-

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Amore semplice
RomancePer Diego la timidezza di Roberta non è un problema. Lui fa una scommessa. Lei vive nel suo mondo fatto di libri e animali. Lui non sopporta la sua indifferenza. Lei non sopporta lui. Entrambi non si sarebbero mai scelti. Entrambi sono pazzi l'uno d...