Fiamme dell'inferno

3

Il silenzio regnò per intermnabili secondi.

La fissai dritta negli occhi rendendomi conto di quanto la sua paura e il suo disgusto nei miei confronti stavano crescendo.

Un lato del mio cuore sanguinava di dolore mentre l'altro, quello più grande, si svegliava in una passione che ora era forte più che mai.

《Come avete potuto?》chiese con odio 《lui mi amava》

《No non è vero!》dissi alzando la voce a quella dolorosa affermazione. 《Lui non vi amava affatto》

《Cosa può sapere un prete sull'amore?》.

Questa volta fui io a restare di stucco sgranando gli occhi a quell'ignorante affermazione.

Mi feci ricadere il cappuccio sulle spalle. Fino a quel momento mi aveva coperto la testa disegnando una cupe ombra sul mio viso.

Mi strappai distrattamente il clargimen dal collo e lo lasciai cadere a terra. Il suo bianco candore mi dava una sensazione identica a quella del soffocamento: poco ormai rimaneva di candido in me ed esso era una tra quelle poche cose.

Mi sedetti su un baule lì accanto.
《Voi dimenticate che un prete è innanzitutto un uomo》iniziai a dire con dolore nella voce.

《Uomo che vacilla nelle tenebre di un'incognito divieto》

《La castità》affermò lei.

Annuii fissando il pavimento di pietra fra me e lei.

《Avevo sempre guardato le donne credendo che la castità fosse una cosa giusta e che chi l'avesse perduta non sarebbe stato degno di un posto nella casa di Dio. Mai nessuna mi aveva fatto credere che essa fosse una castigo divino, ma voi...》

Esitai prima di dichiarare quel sentimento.

Non lo avevo mai ammesso a nessuno e farlo sarebbe stato spogliare i pensieri che mi avevano accompagnato per molti mesi.

《Voi danzavate》continuai 《 battevate la mano su quel tamburello e la vostra gonna svolazzava a causa del vostro movimento》.

《Non capisco...》

《Io vi amo ragazza zingara》

Sussultò scuotendo il capo.

《Siete un prete》riuscì appena a sussurrare.

《Sì dannazione, si》 gridai. 《E voi siete un empio demone mandato dal diavolo in persona per torturarmi》.

Rimase in silenzio.

《Avete tentato di uccidere un uomo》

《Voi non dovevate essere sua...》

《Mi impiccheranno》

《No, se farete ciò che vi dirò》.

Si voltò a guardare il celo della notte.

Alzando gli occhi non riuscii a capire cosa fosse più bello tra il cielo stellato e quella figura che, a braccia conserte, mi dava le spalle.

La mano di una tenerezza nuova strinse per la prima volta il mio cuore, stritolandolo a tal punto da farmi male.

《Febo verrà a premdermi》

All'improvviso aveva parlato.

Con voce decisa e senza pietà aveva pronunciato quelle struggenti parole.

La tenerezza mi lasciò immediatamente e l'odio che aveva sempre accompagnato quel sofferto amore mi invase assieme ad una passione più forte rispetto a quella che quel rifiuto aveva sempre scatenato.

《Voi sarete giustiziato e impiccato se non morirete per l'invidia sporco e lurido assassino!》.

Fece uno scatto nella mia direzione con i pugni alzati, ma io feci in tempo ad alzarmi e a bloccarle i polsi stringendoli forte nelle mie mani grandi.

Fu la prima volta in cui la toccai.

Avanzai facendola indietreggiare finché la sua schiena non fu contro il muro.

Sentii il suo respiro rabbioso e impaurito accelerare senza controllo.

La passione nel mio corpo fece lo stesso, indomabile fuoco esploso fra quelle mura gelide di rifiuto.

Annusai i suoi capelli scuri chiudendo gli occhi.

Tenni stretti i suoi polsi con una mano sopra la sua testa mentre con l'altra sfioravo deciso il suo collo.

Immaginai una corda stringerlo fino a spezzarlo.

《Siete un assassino》disse guardandomi dritto negli occhi, lo sguardo inniettato d'odio.

《Che io sia dannato se questa notte non sarete mia》sussurrai.

Avvicinai la bocca al suo collo e chiusi gli occhi.

Smise di dimenarsi, finalmente si era arresa al volere di Dio.

Poi qualcosa mi colpì alla nuca.

Caddi a terra mollando la presa.

Cercai di rialzarmi, ma un altro colpo mi sferrò, questa volta più forte.

Feci in tempo a sentire solo il freddo gelido della pietra.

Poi il buio.