Capitolo 6

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Capitolo 6

Non poteva andare peggio di così. Ero appena uscita dall'ospedale, quando si mise a piovere a dirotto. Il turno poi era stato molto pesante, Owen si era occupato di tre casi di massima urgenza ed io essendo una specializzanda dovevo assisterlo. Non era stato per niente facile, ma lui era così calmo e freddo che aveva salvato tutte e 3 le vite dei pazienti. Dovevo fare molta strada ancora, ma ero certa che con lui al mio fianco tutto sarebbe andato bene. Proprio pensando ad Owen, avevamo deciso che dopo il turno all'ospedale saremmo andati a cena assieme. Ma c'era stato un imprevisto e lui doveva restare ancora per altre 6 ore nella struttura. Era tardi, pioveva, ed io non avevo niente con me. Non avevo un ombrello, non avevo una macchina e l'autobus che mi avrebbe portato alla stazione dei treni non passava più. Avrei dovuto aspettare l'indomani mattina, oppure Owen. Solo che non avevo voglia di restare lì, alla fine mi era sempre piaciuta la pioggia. Mi incamminai sotto di essa, senza pensare a come o quando sarei tornata a casa. Iniziavo già ad avere i vestiti bagnati, si erano appiccicati addosso. Il trucco era quasi tutto sciolto, i capelli fradici. Mi sarei ammalata, mi sarebbe venuta la febbre e il raffreddore. Alla fine non era male, mi sarei riposata. I turni in ospedale stavano diventando troppo pesanti, forse le situazioni stavano iniziando ad essere pesanti Li sentivo sulla pelle, quasi come se fossero un secondo strato. Ky o Owen? Il passato o il futuro? Non riuscivo a decidermi perché stavo davvero iniziando a provare qualcosa per Owen, da questo momento. Il mio cervello era così in confusione che metteva disordine anche tra i miei pensieri. Mentre camminavo, una macchina si fermò accanto a me. Era un SUV di quelli neri che usava Harry, il marito di Lux, e che Ky e Dan guidavano spesso. I finestrini erano oscurati quindi non riuscii a vedere chi ci fosse dietro fino a quando uno di essi non si abbassò e lentamente comparve il volto di Ky assieme ai suoi occhi azzurri.
"Vuoi un passaggio?" Mi chiese subito. "No, ma grazie comunque." Risposi secca, continuando a camminare. Lui mi seguì con la macchina.
"Dai, Cami. Non vorrai ammalarti." Continuò a seguirmi.
"E anche se fosse?" Gli dissi strafottente.
"Per favore, smettila di fare così." E scese dalla macchina, fino a raggiungermi.
"Smettila di fare cosa?!" Gli urlai ad un centimetro dalla sua faccia "Non sto facendo nulla! Sei tu che mi stai seguendo!!"
"Voglio solo aiutarti! Non puoi camminare da sola a mezzanotte sotto la pioggia! Sei pazza?" Si mise ad urlare anche lui. I nostri petti si toccavano, le nostre labbra si toccarono quasi.
"Sì, sono pazza!" Ringhiai a denti stretti. La sua espressione sembrò addolcirsi, giurai di aver visto anche un mezzo sorriso.
"Sei sempre tu." Sussurrò, prima di affondare le sue labbra nelle mie. Mi baciò come non aveva mai fatto prima, c'era passione, fuoco, esigenza. I nostri corpi fradici si incollarono, quasi a cercarsi, a sfiorarsi come non facevano da tempo. Volevo rifiutarlo, ero ancora così arrabbiata con lui! Eppure il mio corpo mi tradì. Forse fu la pioggia, quei vestiti così bagnati ed incollati al corpo di Ky che misero in risalto il suo corpo scolpito. Fu la notte, non saprei neppure dire quello che mi colpì.
"Vieni con me." Disse semplicemente quando finimmo di baciarci. Io annuii, e lo seguii. Entrammo in macchina e ripresi fiato. Fuori faceva piuttosto freddo, invece dentro si stava bene. Ky partì.
"Ti riporto a casa?" Mi chiese.
"Sì, grazie." Risposi timida. Essere qui con Ky, mi faceva il suo effetto. Quante cose avevamo condiviso assieme, quanti pensieri, quante situazioni, quanto amore.
Quando finalmente fummo sotto casa mia, quasi mi venne da piangere. Non volevo che Ky andasse via, non volevo perderlo di nuovo.
"Vuoi entrare? Devi asciugarti o ti prenderai un malanno anche tu." Lui rise, felice.
"Sì, andiamo." Accettò con piacere. Lui conosceva bene quella casa, quell'appartamento che avevamo condiviso e che avevo imparato a viverlo da sola. Era strano averlo qui, dopo tutti questi mesi. Eppure ero felice che lui fosse qui, con me. Gli diedi qualcosa per asciugarsi e dei vestiti puliti. Aveva lasciato qualcosa di suo prima di andarsene, ed io avevo intenzione di buttarlo invece non c'ero riuscita ed ero contenta di non averlo fatto. Mi asciugai anch'io e misi qualcosa di comodo.
"Bene, allora io adesso vado." Ky prese le chiavi dell'auto e si posizionò davanti a me, aspettando che io dicessi qualcosa o lo fermassi. Non ci pensai due volte. Con una scusa lo trattenni.
"Resta, faccio della cioccolata calda come piaceva a te."
"Davvero, non vorrei.." lo bloccai.
"Resta." E lui restò. E ci addormentammo semplicemente abbracciandoci, senza fare nient'altro.

Kyca - Ad un passo dalla felicità | Lux Blaike TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora