Capitolo tre

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Stiles lo sapeva che si stava cacciando nei guai e che Derek le avrebbe fatto pagare tutto – « Oh no, non funziona così: io sono libera di andare dove mi pare quando mi pare, non mi farò monaca di clausura per colpa di un Alpha che crede che una semplice umana non possa aiutare. » si era detta quando era uscita dal loft – ma semplicemente non era riuscita ad ignorare la richiesta di Lydia. Rimanere al loft era stato straziante e non aveva ricevuto nemmeno un messaggio per sapere se stavano bene o se Boyd aveva fatto di loro tanti piccoli pezzi, anche se vedeva difficile avvertirla dopo assere stati sbranati.

Mise in moto la Jeep borbottando un "Non rimpiango niente nel caso dovessi morire." ma interiormente sperò con tutti il cuore di non ritrovarsi nel bel mezzo della strada Boyd. Spinse sull'acceleratore e collegò la radio a quella della polizia per sapere se stesse succedendo qualcosa, ma non passò nessuna notizia importante e sospirò, almeno nessuno si era fatto ancora male.

Dovevano decisamente ritirarle la patente, aveva infranto tutte le regole del codice stradale, poi avrebbe avuto la scusa perfetta per farsi accompagnare dappertutto da Scott con la sua magnifica motocicletta, dove ancora non era salita. Un sorriso le comparse sul viso pensando a quanto sarebbe stato bello se Scott le avrebbe lasciato guidare la sua adorata motocicletta comprata dopo tanti sacrifici.

« Lydia! » urlò scendendo dalla macchina una volta arrivata alla piscina che la ragazza le aveva indicato durante la chiamata « Lydia, stai bene? » le chiese avvicinandosi di corsa alla ragazza che si stringeva nel suo cappotto verde, un po' inutile se poi si andava in giro con le gambe completamente scoperte, ma non era il momento per farglielo notare.

« Sto bene. » rispose lei con voce debole « Quello là su non sta bene. » aggiunse senza però guardare verso la povera vittima, rimanendo con lo sguardo incatenato al pavimento piastrellato.

« D'accordo, ora chiamo mio padre. » disse prendendo il cellulare – dove ancora non leggeva nessun messaggio da parte di Scott – anche se le sarebbe aspettata una strigliata con i fiocchi in quanto gli aveva assicurata che rimaneva a dormire da Scott e che non si sarebbe cacciata nei guai. Piccola bugia a fin di bene, no?

« Ho chiamato il 911. » la riprese Lydia ostentando a guardare per terra « Hai chiamato loro prima di chiamare me? » chiese la figlia dello sceriffo visibilmente offesa, pensava che ormai la ragazza avesse capito che dove c'era un omicidio si doveva chiamare la sottoscritta e dopo la polizia.

« Se trovo un cadavere devo chiamarti per prima? » domandò finalmente guardandola negli occhi, anche se si poteva vedere chiaramente che la credeva pazza, ma ormai non valeva nemmeno la pena provare a salvarsi la reputazione.

« Certo! » urlò sentendo la sua voce sperdersi e creare un piccolo eco. Spalancò le braccia per enfatizzare il concetto, quello che stava accadendo ero collegato al sovrannaturale e lei doveva arrivare prima dei poliziotti per inquinare le prove. Diavolo, sarebbe finita in prigione prima o poi, se lo sentiva.

Lydia la guardò sconcertata, ma non osò ribattere definendola un caso perso e ritornò a guardare il pavimento pensando a chissà cosa.

« Tentar non nuoce. » borbottò Stiles sbloccando il cellulare per cercare il numero di Scott – che ancora non aveva messo tra le chiamate rapide – sperando che rispondesse.

« Pronto? Stiles, stai bene? » rispose dall'altro capo il suo migliore amico e sembrava preoccupato e questo le fece intuire che non avevano la situazione sotto controllo.

« Scott abbiamo un problema, ho qui un avvenente bagnino con la gola squarciata. » rispose lei sotto lo sguardo allibito di Lydia che si domandava perché stesse chiamando Scott.

Ils ne savent rien de nousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora