Mentre camminavamo lungo il vialetto che portava all’ingresso dell’accademia leggemmo le regole
dell’istituto le quali alcune erano molto chiare e simili a quelle del vecchio istituto e altre erano veramente
assurde, eravamo così presi a leggere quello trano foglio di color nero e con scritte oro che non ci
rendemmo conto di essere arrivati al grande portone di legno di ciliegio splendente e lucido che quasi
rifletteva le nostre immagini, il portone era adornato da grandi borchie color oro che splendevano e le
maniglie anch’esse dello stesso colore ma poco più usurate dal continuo toccare degli altri studenti,
restammo li a guardare quell’incantevole porta che neanche nei nostri più reconditi sogni riuscivamo ad
immaginarci, ci guardammo ancora intorno increduli di quello che vedevamo, tutto era in ordine, alberi ben
curati, il giardino di un verde corallo che sembrava un prato di quelli che si riescono solo a vedere nelle
fiabe che ci raccontavano da bambini, l’erba era di una precisione millimetrica non c’era un filo d’erba più
alto o più basso tutto presissimo, vedendo quella meraviglia di prato e alla sua precisione riguardammo di
nuovo gli alberi anche loro sembravano dipinti e soprattutto la cosa che ci colpì moltissimo fu la distanza
da un albero e l’altro anch’essi erano millimetrici, sembrava un sogno. Più guardavamo e più eravamo
stregati da così tanta bellezza.
Ci decidemmo ad entrare quando il nostro sguardo vene attratto da dei simboli lungo il capitello che
adornava il bellissimo portone, c’erano scolpiti degli strani simboli che erano di colore diverso l’uno
dall’altro era l’unica cosa che stonava in tutto il giardino li visionammo per un bel po’ quando ci rendemmo
conto che quei simboli li avevamo già visti, in effetti era vero quelle strane figure erano identiche a quelle
che avevamo noi, il simbolo che era scolpito davanti a tutti era di un colore simile al rosso ma molto più
acceso ed era identico al mio che avevo sul bracciale, subito dopo veniva quello blu il quale era identico a
quello di Terry che si trovava sulla sua collana, c’era quello di Leo di un azzurro chiaro uguale al suo
portachiavi ed infine c’era quello di Alexis che brillava di un verde simile a quello del prato anch’ella lo
aveva già visto infatti era lo stesso simbolo che era inciso sul suo anello, vedendo ciò dicemmo
contemporaneamente:
- Mah! che strano! Comunque andiamo.
Decidemmo di aprire la porta quando delle urla provenienti dal giardino prese la nostra attenzione, le urla
erano indecifrabili ma provenivano da una ragazza che correva verso di noi, il suo aspetto di certo non
passava inosservato per via dei suoi capelli, il quale colore era qualcosa di strano un rosa tendente al viola
ma molto lucido sembravano finti, non avevamo mai visto nei nostri diciassette anni di vita una persona
portare quel colore eppure il nostro vecchio istituto era pieno di gente alquanto strana in quanto eravamo
studenti di un liceo artistico, la ragazza si avvicinò correndo e disse:
- Voi dovreste essere i nuovi arrivati vero?
Non facemmo in tempo a rispondere che subito quella ragazza ricominciò a parlare
- Piacere io sono Stasy, sarò la vostra guida per tutto il giorno, vi farò vedere le cose più importanti
dell’accademia, vi porterò nei vostri rispettivi dormitori, vi lascerò ambientare e riposare per un’ora
circa e poi ci recheremo in aula magna per l’accoglienza e il test attitudinale. Okay?
Rispondemmo con un cenno della testa e subito dopo ricominciò a parlare:
- Non abbiate paura di fare domande per oggi sarò a vostra completa disposizione, comunque
benvenuti ecco ho preparato per voi un po’ di pizza. Assaggiate!
Prendemmo la pizza e seguimmo la strana ragazza vedendola da dietro devo dire che non è niente male,
camminavamo su un lunghissimo corridoio e difronte si vedeva una grandissima scalinata bianca di marmo,
lei molto calorosamente ci disse se avevamo delle domande da porre riguardo le regole che avevamo letto
e soprattutto ci chiese se le avevamo lette, rispose immediatamente Terry con il suo fare da professoressa
chiedendo il senso della prima regola che consisteva nel dover cambiare le nostre identità e soprattutto i
nostri nomi, Terry aggiunse immediatamente:
- Io non voglio cambiare il mio nome a me piace questo!
La ragazza la guardò e gli bastò semplicemente il suo sguardo per far capire a Terry che doveva farlo e basta senza replicare e aggiunse:
- dovrete cambiare le vostre identità in quanto tua zia (indicando Alexis) sta già provvedendo con i
vostri genitori a fargli credere che voi avete perso la vostra vita per via di un incendio attraverso la
sua capacità di controllare le menti. A dimenticavo di chiedervi sapete già qual è la vostra capacità?
perché se la sapete eviteremo il test attitudinale!
Ci guardammo e con un sonoro No rispondemmo immediatamente alla giovane ragazza dai capelli viola
luccicanti, per tanto lei rispose:
- Certo che siete proprio dei pivelli comunque siamo quasi arrivati, datemi i vostri cellulari provvederò
io personalmente a darvene uno di ricambio che funzioni solo qui in accademia e nella città di Renya
vi darò i nuovi telefoni dopo il break che ci sarà dopo il test.
Ci guardammo e consegnammo i nostri cellulari ad Stesy, ricominciò a parlare e ci avvertì che eravamo
arrivati al dormitorio maschile ci disse che io e Leo potevamo entrare e le ragazze sarebbero state
precisamente dietro l’angolo dopo la grande porta di vetro.
Entrammo nella camera e ci stendemmo sul letto questo era comodissimo sembrava fatto di nuvole,
guardai intorno e vidi una parete adibita per lo studio e nell’altra parete c’era una porta che portava al
bagno, infine un’ultima parte era in rientranza e c’erano delle gabbie, il resto della camera era riempito dai
nostri letti, ma qualcosa non quadrava noi eravamo due e nella stanza c’era un terzo letto, ci guardammo e
dicemmo:
- Nessuno ci aveva detto che dovevamo dividere la stanza con una terza persona, speriamo che sia un
tipo okay!
Mi alzai dal letto, presi la pizza che ci aveva gentilmente preparato e regalato la dolce ragazza e mi misi a
mangiare quando Teo mi interruppe chiedendomi se avevo pensato al nome da dover usare qui dentro al
che ci pensai un pochino e gli dissi:
- Certamente che lo so! Userò lo stesso nome che uso nei giochi! Semplice
Leo ribatte velocemente:
- ovvero?
Risposi con la stessa velocità con la quale Leo mi fece la domanda
- non te lo dico lo scoprirai fra circa?
Mi misi le mani nelle tasche per trovare il mio smartphone ma non lo trovai, solo dopo che passarono
alcuni secondi mi resi conto che non lo avevo più quindi guardai il mio braccio e dissi:
- precisamente fra quaranta minuti saprai il mio nuovissimo nome.
Chiesi subito dopo a Leo se lui aveva in mente un nome e mi rispose:
- noon lo so! (con uno strano accento e nella sua faccia comparve un leggero ghigno di sfida).
I quaranta minuti passarono velocemente, noi non rendendoci conto dell’ora ridavamo e scherzavamo
quando qualcosa ci interruppe, qualcuno sta bussando, presi coraggio mi avviai verso la porta l’aprii e
incredibilmente era Stesy che ci disse di seguirla.
Facemmo come lei ci chiese ma questa volta senza che nessuno facesse delle domande disse:
- senza che voi me lo chiediate la mia capacità è quella del suono, credo che abbiate notato che nelle
vostre camere ci sono degli scaffali con delle gabbie ebbene si oggi dopo il vostro test vi verrà
assegnato una vostra bestia mitologica abbiatene cura mi raccomando, a si dimenticavo di dirvi che
il mio animale è un pappagallo che si chiama Martino ma ho scoperto da pochissimo che non è un
lui ma una lei, comunque ecco i vostri cellulari e buono fortuna con test ragazzi, ci vediamo dopo.
La ragazza ci lascio davanti l’aula magna e scomparve dietro ad un corridoio ringraziandola per averci
sopportato e soprattutto per la pizza che era di una bontà stratosferica.
Aprimmo la porta e…