PROLOGO - versione aggiornata

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E' strano.
Ho sempre creduto che quando fosse giunta la mia ora non avrei sentito dolore.
Mi immaginavo in un morbido letto, tra le braccia del mio unico amore, circondata dai nostri figli e magari anche da qualche tenero nipotino. Immaginavo di vedere filtrare la luce calda dell'alba dalle vetrate in stile tudor della nostra casa, di sentire il dolce profumo dei ciclamini in fiore mischiarsi a quello del caffè appena fatto.
Mi immaginavo felice, serena e senza rimpianti. Ecco, è in questo modo che credevo di andarmene un giorno.  Circondata dalle cose che amo, dalle persone che amo, senza dolore, senza rimpianti, con gioia. Ma non è così purtroppo.
Oggi compio 17 anni e sto morendo.
Non so nemmeno io come sia potuto accadere, ma sta succedendo proprio ora e proprio a me. Ricordo la musica, le luminarie sospese sul molo lungo la baia a False Creek. Ricordo che Logan un attimo prima mi stava baciando, e quello immediatamente dopo stava rincorrendo Zac Maloy lungo il pontile con un secchio pieno di ghiaccio tra le mani. Ricordo di avere sentito qualcuno chiamare il mio nome, un uomo, o forse un ragazzo.
E' a questo punto che tutto inizia a farsi confuso, come in un sogno che sai di sognare ma non puoi controllare. Ricordo degli occhi, quelli sì che li ricordo bene, due fessure di cristallo fredde come il ghiaccio. Ricordo di avere avuto paura, ma evidentemente non è bastata quella a fermarmi. Non so come sono arrivata qui, non so quanto ho camminato né perché, so solo che ora sto annegando e fa dannatamente male. Il petto sembra esplodere e so già cosa succederà, alla fine morirò per attacco cardiaco nella vana speranza di risalire in superficie, annaspando disperatamente alla ricerca di un briciolo d'ossigeno.
Morirò proprio come è morto mio padre 14 anni prima di me, e quel che è peggio è che non potrò fare nulla per evitarlo. Tanto vale accettarlo e lasciarsi andare, smettere di lottare.
Apro la bocca e respiro acqua salata, se sarò fortunata forse sentirò male solo per qualche secondo, prima che tutto sia finito.
Ed è proprio in quel momento che li vedo di nuovo, due occhi color ghiaccio tagliano la parete di liquido scuro. "Geneviève" il mio nome risuona nella mia testa caldo e rassicurante.
Deve essere l'angelo della morte venuto a reclamare la mia anima, non può esserci altra spiegazione.
E poi eccolo!
Improvviso, feroce, devastante. Il dolore più forte di tutti, l'ultimo spasmo, l'ultimo estremo tentativo del mio giovane corpo di ribellarsi all'inevitabile.
Artigli affilati mi lacerano i polmoni. Brandelli sottili di vita e sogni infranti galleggiano via.
Grido anche se so di farlo solo nella mia testa, perché qui sotto tonnellate di acqua è il silenzio ad avere la meglio sulla mia vita.
Ed infine, nascosto dietro un ultimo flebile singulto, il nulla spalanca le sue braccia, e nella quiete della morte crudele mi avvolge.

Ed è l'oblio


Beyond The Time - Oltre il TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora