Quanto odio mia madre.

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Arrivai a casa, e vidi mia madre correre per casa urlando a Tomas di fare i compiti. Visto che non avevo intenzione di sentire ancora le sue urla, andai verso il frigo, mi presi una mela e andai dritta in camera.
Un disastro! La mia camera sembrava un campo subito dopo esserci stata una bomba. <Da quanto tempo non la sistemo!> mi ripetei mille volte nella mia testa.
Lasciai lo zaino a terra e cominciai a fare un po di pulizie, che per sistemare quella stanza avrei impiegato tutti il mio pomeriggio.
Era sera, e dalla mia camera sentivo un'odorino delizioso di pollo e patatine. I miei preferiti!!
Scesi di corsa le scale ,come una bambina il giorno di Natale, che non vede l'ora di aprire i regali, e andai dritta in cucina.
Lá c'era la mia mamma che quando é ai fornelli si trasforma in Mamma Cuoca.
É un soprannome che gli diamo io e i miei fratelli da quando siamo piccoli.
< Cosa prepari Mamma Cuoca?> dissi inclinando un po la testa per sbirciare cosa c'era nel forno.
< Pollo alla paprika con patatine fritte spezziate >
Mi leccai i baffi dalla delizia. Mia madre mi fará diventare obesa con queste delizie che ci prepara ogni volta.
< Apparecchiate la tavolaaa!!> urló mia madre, e da quell'urlo vennero a rapporto tutti i miei fratelli e insieme apparecchiammo la tavola facendo la nostra solita catena umana passandoci piatti,posate e bicchieri e,come sempre, uno dei miei fratelli piú piccoli interrumpe la catena facendo cadere dei piatti per terra. Sempre i soliti...
Tutti ci mettemmo a tavola e mamma appena posó la teglia con il cibo,tutti si presero il pollo e le patatine accanedosi uno sopra all'altro come animali, e a me rimase un piccolo pezzo di pollo e cinque patatine contate.
Questo é il duro prezzo per chi si siede a capotavola.
Mangiammo tutti insieme parlando delle nostre giornate e delle nostre novitá ridendo e scherzando.
Mentre mangiavo, mi tornó in mente la festa di Sabato e a quel punto non mi restava altro che sperare in meglio e chiedere alla mamma il permesso.
< Mamma...>
< Dimmi tesoro, cosa c'é?>
< Volevo chiederti una cosa. Questo sabato, ci sarebbe una festa. É la festa di compleanno di Marco Ferrante, quel figo che ti ho raccontato un paio di volte. Ecco lui, e a questa festa ci sará tutta la scuola. Chiara e Fede ci andranno> (in realtá ancora non sapevo se ci andavano ma i loro genitori sono abbastanza gentili e non gli creano problemi per uscire i sabati, al contrario dei miei) < e volevo chiederti se, per caso, io ci potrei andare...> dissi facendo la faccia da cucciolo e con lo sguardo che implorava mia madre.
< Marco Ferrante, quel ragazzo poco di buono della tua scuola. NON SE NE PARLA PROPRIO! Non ti lascio in mani del genere,con quelle persone. No é fuori discussione Melany>
Non esitó un secondo,non mi fece neanche finire di parlare, lo sapevo che lei non avrebbe capito.
< Ma mamma, e da due settimane che non esco, fammi un po divertire, non sono piú una bambina! Ho 17 anni>
<Non mi importa, tu non uscirai. É troppo pericoloso. Non me lo chiedere piú.>
< Che palle che sei. Vorrei avere la mamma di Chiara o di Federica. Almeno  a loro le permettono qualsiasi cosa. Tu non hai capito forse che ormai sono diventata matura e so badare a me stessa...o aspetta tu forse non sai neanche quanti anni ho!.> gridai con tutta la voce che avevo. Non capisco... Non gli interessa mai di quello che faccio e proprio ora si deve interessare di me?
< Signorina non alzare la voce con me e non dire quelle brutte parole. Ci sono i tuoi fratelli più piccoli qua ti ricordo.>
< Tanto a te interessa solo dei tuoi altri 6 figli, al 7 neanche ci pensi.>
Sbattei la mano contro il tavolo,e feci cadere il bicchiere con l'acqua per terra e mi alzai infuriata. Dal sottofondo sentivo mia madre che mi ordinava di tornare a tavola e di finire la cena.
Ma vaffanculo la cena, mi aveva fatto passare la voglia pure di vivere quella donna.
.....

<Non ci posso chiedere. Mia madre ha detto di no!.>dissi a Chiara e a Federica tramite Skype.
< Non ci credo, e perché non ti manda?> disse Federica dispiaciuta
< Ma che ne so. Mia madre si crea complessi inutili che solo lei li capisce. Che cavolo, ci tenevo a venire, ci saremmo divertite molto. A voi che hanno detto?>
Federica è Chiara calarano la testa, e da quel cenno capí cosa dovevano dirmi
< Beh, hanno detto di sí, ma se tu non vuoi che andiamo non andremo. Lo sai, si fa tutto per le amiche >disse Federica
< Si...infatti> continuó Chiara, ma lei lo disse con un tono come dispiaciuto. So che lei ci teneva molto a quella festa e infatti non potei distuggere il suo desiderio di partecipare al compleanno.
< Ragazze vi voglio molto bene,ma so quanto ci tenete, soprattutto tu Chiara, non voglio rovinarvi un sabato. Come invece senza rancore ha fatto mia madre. Andateci pure>
< Sicura?> disse Federica
< Si sicura> dissi
< Siiiiii!!!!!> si sentì di sottofondo la voce entusiasta di Chiara.
Appena si accorse che l'avevamo scoperta diventó rossa dall'imbarazzo e io e Fede scoppiammo a ridere. La solita Chiara.
Parlammo per un po,e poi chiudemmo la chiamata che senza accorgercene, era durata quasi due ore. Con quelle due sceme parlerei fino all'infinito e non ci sarebbero lo stesso momenti di silenzio per quanto parliamo.

Il giorno dopo
       ***
Suona la sveglia.
Questa volta me la sono impostata io stessa la sveglia perché non mi fido più di mia madre.
Sono le 6:30, ho tutto il tempo di prepararmi con calma.
Esco dal letto, metto le mie pantofole a forma di unicorno ( che c'è...non giudicatemi) e la mia vestaglietta con dentro il pelo, e scendo a fare colazione.
Incontro Loren , e ne approfitto a parlare un po con lei, ma non troppo. Loren appena sveglia è molto irritante.
Mi preparo il latte caldo accompagnato dai miei soliti Pan Di Stelle e me li gusto in totale serenità.
Appena ho finito butto tutto nel lavandino, facendo attenzione a non far cadere la pila di piatti e bicchieri sporchi lasciati dai miei fratelli e che ancora mamma non ha avuto il tempo di lavare, e vado dritta in bagno, per perdere un'ora circa per farmi una doccia e lavarmi e sistemarmi.
Finito di lavarmi e truccarmi, esco dal bagno e mi metto una maglietta a maniche lunghe, nera con una taschina, sopra una giacca con la fantasia militare, un paio di jeans strappati e degli stivaletti neri bassi. Dopo essermi preparata prendo lo zaino, metto i libri e scendo di casa per andare a scuola, dove mi aspetta la solita giornata noiosa.

La ragazza di mezzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora