[Bill]
La notte tra il venerdì e il sabato Bill si concesse tre sole ore di sonno, svegliandosi in tempo per sentire le nuvole iniziare a riversare su Berlino l'acqua che contenevano.
"Oltre il danno, la beffa" pensò, odiava la pioggia e le nuvole che coprivano il bel cielo azzurro. Ogni volta che il tempo era nuvoloso il suo umore ne risentiva, ed era difficile che si sentisse felice. Si alzò dal letto caldo, e di nuovo si costrinse a fare colazione (non voleva svenire davanti a Georg e Gustav) prima di medicarsi la ferita e prepararsi. Tutto questo senza mai sostare per più di cinque minuti davanti a uno degli specchi che aveva in casa.
[Tom]
"Non avremmo potuto prenderlo durante il sonno? – Chiese Tom a Miroir mentre osservava, attraverso uno specchio, il suo rivale prepararsi per uscire. – Si era addormentato".
"Aveva la guardia troppo alta, e ci sarebbe sfuggito di nuovo. Deve essere allo stremo, te lo ripeto" spiegò Miroir con il classico tono da insegnante.
"Sicuro di sapere quello che fai?" domandò Billy allo spettro.
"Mi sembra di averti già risposto su questo punto, fantoccio".
"E a me sembra di averti già detto, che non voglio che tu gli parli a quel modo. Sono stato chiaro?" si intromise Tom, a difesa della piccola ombra.
[Bill]
"Accidenti alla maledetta pioggia" si lamentò Gustav, mentre cercava di salvare la sua borsa a tracolla dall'acqua. Lui e Georg si erano accorti subito della fasciatura che Bill aveva la mano, e quando gli chiesero cosa fosse successo il ragazzo gli aveva rifilato la stessa scusa che aveva dato ad Ashley.
"Non dovrebbe durare a lungo. – Disse Georg, che aveva visto le previsioni meteo quella stessa mattina prima di uscire di casa. – Ma, per evitarci il fastidio, potremmo andare da Alexa".
"Buona idea" esclamò Bill, un po' a malincuore.
Alexa era un grande centro commerciale in Alexanderplatz, la prima piazza che poteva visitare un turista appena uscito dalla stazione e che offriva la vista della Fernsehturm, della Fontana dell'amicizia e dell'Orologio del mondo; per non parlare poi dell'altro centro commerciale che stava dall'altra parte della piazza (la Galleria Kaufhof), e dei negozi dirimpettai oppure dello spettacolo delle persone che facevano base jumping dalla cima dell'hotel Park Inn by Radisson Alexanderplatz. Il centro commerciale era un ottimo posto dove poter passare una giornata uggiosa come quella: negozi di marche internazionali e filiali di alto profilo, e un piano dedicato alla ristorazione e persino una palestra. Una volta parcheggiata l'auto, e districatisi tra la folla di berlinesi e turisti che oltrepassavano la piazza, i tre entrarono nel lussuoso centro commerciale.
"Orbene, io ve lo dico già ragazzi: passeremo molto tempo da Adidas" affermò con decisione Georg, che non vedeva l'ora di provare la nuova collezione di scarpe e tute della famosa marca.
"L'importante è che ci sia da sedersi, poi ci possiamo stare anche tutta la giornata" ribatté Gustav sorridente. Bill si limitò a sogghignare.
Onde evitare di dover veramente passare l'intera giornata in un solo negozio, prima di passare da Adidas i ragazzi decisero che prima avrebbero fatto un intero giro di perlustrazione; solo una volta finito quello avrebbero aperto il portafoglio. Dopo la tensione iniziale, nella testa di Bill si affermò la convinzione che niente avrebbe dovuto rovinare l'uscita con gli amici, perciò si costrinse a non pensare a Miroir. Non fu poi così difficile perché le continue battute di Gustav, e il comportamento giocoso di Georg, lo aiutarono veramente a distogliere la testa dal pericolo imminente. Così, dopo una fermata obbligatoria in gioielleria, per prendere l'ennesimo anello, si divertì con Georg a fare il modello quando entrarono da Adidas.
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Tokio Hotel - Evil Mirror 2
Fanfiction[sequel di Evil mirror]. Da quando è stato imprigionato nel mondo dello specchio, l'unico pensiero che occupa la mente di Tom è la vendetta contro Bill. Nulla può distrarlo del tutto da questo chiodo fisso, non gli svaghi che si è creato né la compa...