House of Mirrors

98 10 8
                                    

"Mi hai ingannato!" affermò Tom, puntando l'indice destro, dritto come un fuso, contro Miroir.

"Non mi sembra che fossi tenuto a dirti quali fossero le mie ragioni" rispose semplicemente lo spettro di vetro; al suo interno la nube bluastra aveva assunto un'insolita sfumatura rosso-viola, che si mostrava in piccoli lampi.

"Invece si, visto quello che sono venuto a sapere" replicò Tom.

"Lascialo andare. – S'intromise Bill, interponendosi tra l'amico e il nemico. – Volevi me, e ora sono qui".

"Non posso farlo: ha firmato la sua condanna quando ha rimesso piede qua dentro" ribatté lo spettro, nella cui mano si stava materializzando una sfera di cristallo.

Percependo il pericolo imminente Bill si voltò verso Tom, lo abbracciò e gli sussurrò all'orecchio di pensare al cielo. In seguito ali di vetro comparvero sulla sua schiena, ed entrambi si librarono in aria in un cielo che, poco alla volta, si formava dinanzi a loro sostituendo il vuoto.

"C...com'è?" balbettò Tom mentre si teneva ben stretto all'angelo di cristallo.

"Non ho più controllo su questo posto, ma se mi concentro bene posso ancora modificare il mio corpo. E' un grosso dispendio di energie, ma non ho avuto altre idee" spiegò Bill sbattendo con forza le sue ali, per andare il più veloce possibile.

Kyaaaaaaah.

Le nuvole sotto di loro tuonarono, e poi si aprirono sputando una sfera che esplose in una miriade di frammenti non lontano dal duo. Alcuni spilli colpirono le ali di Bill, frantumandole, e i ragazzi precipitarono nel vuoto. Prontamente Tom fece comparire il caldo mare in cui caddero e, subito dopo, l'asciutta terraferma (sebbene fosse solo uno scoglio immerso nel vuoto, e non la spiaggia morbida che il ragazzo si era immaginato). Per Tom la caduta aveva comportato solo un temporaneo disorientamento; Bill invece ne era uscito fortemente provato (le incrinature si erano infittite) e non riusciva ad alzarsi.

"Come stai? – Chiese Tom all'amico. – Dimmi qualcosa!"

"Scappa! Esci da qui e rompi lo specchio" sussurrò Bill nel frattempo che l'altro lo aiutava a sedersi.

"Non ti lascio qui, da solo, un'altra volta" replicò immediatamente Tom.

"Piantatela con questi discorsetti. – Li interruppe Miroir, atterrando con la gigantesca forma di un orribile spettro la cui parte superiore era uno scheletro, coperto da un mantello in cui si intravedevano molti volti. – Mi state facendo venire il voltastomaco".

"Perché?" gli domandò Tom, cercando di prendersi il tempo necessario a trovare un modo per uscire da quella situazione.

"Perché lui era l'unico a poter uscire da qui" rispose Miroir riprendendo la forma umanoide.

"Che vuoi dire?" balbettò Bill, tanto stanco da doversi sorreggere all'amico per restare in piedi.

"Tantissimi anni fa eri proprio come il tuo amico: un ragazzino del mondo reale. L'unico figlio di due genitori che non andavano mai d'accordo. E' stato facilissimo, per me, avvicinarti e farti credere che fossi un amico. Ah, ricordo ancora quei tempi, quando eri così disperato da passare gran parte delle giornate insieme a me. Ma, come la tua copia, avevi capito che c'era qualcos'altro sotto le mie gentilezze. Per questo ti imprigionai e cancellai la tua memoria, rendendoti una creatura di questo mondo; anche se i tuoi natali ti davano la possibilità di andartene quando ti pareva" spiegò lo spettro fingendo di rimirarsi le unghie delle dita.

"TU MENTI! NON E' VERO!" sbottò Bill in preda ad un attacco isterico.

"Vero come l'aria che respiri. Se non fossi nato nel mondo reale, ti saresti disintegrato appena uscito da qui. Avrei voluto usare il tuo corpo per andarmene, ma tu sei scappato prima. Il resto è storia".

Tokio Hotel - Evil Mirror 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora