Capitolo 4

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La Ronda

Dal capitolo precedente:
<Amico, mi sa che dovresti trovare un soprannome migliore.> scherzò Sirius accovacciandosi di fianco a lui e dandogli un pacca sulla spalla.

<Merlino!> urlò un ragazzo occhialuto e dai capelli scompigliati <Dove diamine è?!>


Il tempo stringeva, mancava meno di mezz'ora alla ronda, eppure...

<L'hai persa?!> chiese Remus scandalizzato. Quando lui era prefetto non era mai successa una cosa simile.

<Non l'ho persa. Semplicemente non è nella mia tasca e non so dove si trovi!> esclamò James indignato e gesticolando in modo agitato.

<Hey babies! Cosa succede qui?> Sirius era appena entrato nel dormitorio e la scena che gli si paró davanti non gli era per niente estranea: Remus cercava di mantenere la calma, mentre James... beh, James ne aveva sicuramente combinata una delle sue.

<Succede che il qui presente, James Potter, ha perso una cosa che non doveva perdere!> rispose furioso il povero Lunastorta, calcando alcune parole con il suo accento terribilmente inglese.

Remus era divenuto il Baby-sitter di Felpato e Ramoso, non appena aveva messo piede in quella scuola.

<Oh no, penso di aver capito. James ha perso...>

<Gli orari delle ronde!> sbraitó Remus agitando le braccia, per poi incrociarle e poggiare una mano sulla bocca per calmarsi e smetterla di urlare; mentre lo guardava, James non poté che pensare che, in quel momento, Remus avesse preso le sembianze di sua madre.

<Dobbiamo trovarlo. Quanto abbiamo prima della ronda?>  Sirius guardava James in attesa di una risposta veloce e lanciando dell'occhiate preoccupate a Lunastorta.

<Ancora venti minuti.> rispose James, finalmente ripresosi.

<Bene, andiamo. Prima che la rossa ti uccida>

I due corsero il più velocemente possibile verso la sala comune.

<Io non vi aiuterò!> gli urlò dietro Remus, troppo tardi per essere sentito dai due malandrini.

"Per Merlino in mutande! È l'ultima volta che li aiuto, l'ultima!" pensò, prima di correre a capofitto giù per la stretta scala a chiocciola del dormitorio maschile.

<Non può essere lontana> rifletté James
<insomma, dev'essere passata poco meno di un'ora...> continuava a ripetersi sottovoce.

Il tempo sembrava scorrere sempre più veloce mentre guardava il suo vecchio orologio legato al polso.

<Per Godric, Ramoso! Smettila di parlare da solo e aiutami a cercare quel maledettisimo foglio!> lo sgridò Sirius accigliato e agitando i capelli neri.

<Va bene, cane pulcioso.> rispose a tono James, sistemandosi nevroticamente gli occhiali sul naso.

<Zitto cornuto!> replicò il giovane Black indispettito.

Continuarono a cercare il foglio per dieci minuti, tra un insulto e un altro, e finalmente Remus lo trovò: era incastrato in un piccolo spazio, tra le scale e il pavimento della sala comune.

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