Capitolo 5

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INIZIAMO BENE

Dal capitolo precedente: "eppure, rimase lì, immobile, a sostenerla nel religioso silenzio di quella drammatica notte ad Hogwarts"...

Il freddo di quella notte non aiutava: il pavimento di pietra era gelido, le pareti erano umide e un leggera nebbia s'innalzava sul prato della scuola.
Il silenzio aveva ormai avvolto il castello e anche i singhiozzi di Lily erano cessati.
James non proferì parola per tutto il tempo, si limitava a stringerla sempre più forte tra le sue braccia ogni qualvolta i singhiozzi erano più rumorosi -come a volerla distrarre, quasi svuotare, da quel dolore che per lei era lancinante ma sul quale lui non aveva potere.
Le guance e il naso di Ramoso erano ormai chiazzate di rosso, le sue mani parevano avvolte dal gelo.
James scosse leggermente Lily che, sfinita dal lungo pianto, si era appisolata e non ricevendo risposta la prese in braccio e si incamminò verso la sala comune.
I passi risuonavano forti fra i lunghi corridoi di Hogwarts, contemporaneamente al mantello che, sfiorando il pavimento, emetteva un leggero fruscio.
Ci misero un po' ad arrivare ma, quando entrarono nella sala comune, questa era deserta, il fuoco spento e le luci soffuse.
Con passo felpato, James, si avvicinò al divano bordeaux al centro della sala e vi poggiò il corpo dormiente di Lily coprendolo con una coperta di lana a quadretti. Sistemò un ultima volta il cuscino sotto la testa della rossa e si avvicinò al fuoco. Prese un pezzo di legna e puntando la bacchetta sussurrò:"Incendio" e il fuoco prese a scoppiettare, illuminandogli il viso.
James si lanciò sfinito sulla poltrona in pelle lì accanto e, promettendosi di non addormentarsi, afferrò l'ultimo numero de "La Gazzetta Del Profeta" inziandola a leggere.
Un'ora più tardi il tepore del camino lo avvolse, così controllò che Lily stesse bene e si avviò verso il dormitorio maschile.

<Notte Lily> disse in un sussurro così flebile che a stento sentì lui stesso.

______

La Luna e le stelle, che brillavano nel buio profondo della notte, cedettero il posto al Sole.
Il cielo all'alba era di un color pesca non molto accesso, striato da delle meravigliose nuvole lilla. La rugiada ricopriva il fresco prato, mentre gli uccellini cinguettavano pigramente.
In Gran Bretagna il clima estivo svaniva all'arrivo di Settembre, quando l'autunno faceva -come di consueto- il suo precoce ingresso.
Molti degli studenti erano ancora cullati dalle braccia di Morfeo, ma per i più mattinieri quella era l'ora perfetta per un risveglio tranquillo e solitario, l'ideale per chi ha bisogno dei suoi spazi: niente turni per il bagno, nessuno che urla, nessuna fretta.
Lily era quel tipo di studente.
Si era svegliata alle sette in punto e con sua sorpresa si ritrovò in sala comune. Ricordava qualcosa della sera precedente, ma si sforzò di non pensare al suo litigio con Severus.
Tuttavia, come fosse arrivata lì, era per lei un'incognita.
Alzò di poco il capo e una fitta lancinante la colpì alla testa. Nonostante ciò, si alzò barcollante accostandosi all'enorme finestra della sala comune.
La vista era semplicemente mozzafiato e Lily avrebbe passato le ore a contemplare quel meraviglioso paesaggio: Hogsmeade era chiara ai suoi occhi, seppure, abbastanza lontana.
Controvoglia, si costrinse ad andare verso la stanza che condivideva con le sue compagne.
Salì le scale in punta di piedi e, con altrettanta delicatezza, aprì la cigolante porta del dormitorio.
Tutte dormivano beatamente nei propri letti a baldacchino e il solo pensiero di svegliarle parve assai crudele a gli occhi di Lily.

<Lumos> la punta della bacchetta emanò una flebile luce azzurrina e, cautamente, estrasse dal comodino la divisa.
Chiuse la porta del bagno alle sue spalle ed iniziò a prepararsi.

Una volta pronta apportò un piccolo incantesimo "Allunga Ciglia" a quest'ultime, lasciandole del loro colore naturale.
Lily era una ragazza da un bellezza semplice e naturale, amava sentirsi "pulita" e chiara, ma il rosso fuoco dei suoi capelli rispettava la sua personalità appieno: coraggiosa, vivace, intelligente, creativa e amorevole.
Uscita dal piccolo bagno, appellò la cartella e si diresse in Sala Grande per la colazione.
Lungo il tragitto incontrò poche persone tra le quali, con sua grande fortuna, Remus. Il giovane grifone aveva la faccia sveglia e riposata di chi aveva dormito beatamente per tutta la notte.

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