Two

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Era già l'ora di pranzo, eppure la mia giornata non stava ancora andando a rotoli.

Nessuna presa in giro, nessun commento, nessuno scherzo.

Anche se sembrava molto strano, stavo comunque cercando di godermi quello strano attimo di pace al massimo, disegnando sul piccolo libro che portavo sempre con me.

In realtà nel disegno ero una frana, dato che nemmeno io capivo mai bene quale fosse il soggetto in mezzo a tutte quelle linee casuali, ma era una delle poche cose che mi rilassava davvero.

"Ehi, Stella?"

Alzai gli occhi e vidi davanti a me il mio compagno di lavoro.

Mi sorrise, cercando di non mostrare il nervosismo, ma vidi comunque i suoi amici osservarci divertiti dal tavolo poco distante.

"Sei Stella, giusto?"

"In realtà, è Bella."

Stiles si morse il labbro, come se gli dispiacesse di aver sbagliato.

Non l'avevo mai visto molto bene in viso, ma dovevo ammettere che era davvero carino.

Gli occhi erano di un bel colore dorato, mentre il sorriso era contornato da un paio di fossette che gli rendevano i tratti molto dolci.

"Si, scusa." Si sedette nel posto accanto al mio, passandosi una mano tra i capelli castani "Ti volevo parlare del progetto."

Annuii, già immaginandomi cosa volesse dirmi "Tranquillo, lo faccio da sola."

Lui mi guardò perplesso, alzando un sopracciglio "Farlo da sola? No, io ti volevo chiedere se oggi potevi venire da me."

Mi presi il labbro tra i denti; ero un po' restia nell'andare a casa di uno sconosciuto ma, alla fin dei conti, suo padre era pur sempre lo sceriffo "Va bene."

Lui mi sorrise, battendo le mani sul tavolo, a quanto pare era un tipo che gesticolava molto "Ok, perfetto. Oggi alle 3."

Si guardò intorno, puntando gli occhi sul mio blocco "Posso?"

Senza aspettare una risposta lo afferrò, scrivendoci sopra qualcosa "Questo è il mio indirizzo."

Mi ripassò il blocco, alzandosi "Ci vediamo oggi, ciao Stella."

Per la seconda volta, non aveva aspettato una mia risposta che se era andato verso il tavolo dei suoi amici, facendo un viso abbattuto mentre questi lo prendevano in giro.

"È Bella." Pensai, alzando gli occhi al cielo.

Probabilmente mi era andata bene che fosse uscito Stiles all'estrazione, almeno non mi era toccato qualcuno del gruppo delle ragazze pon pon o dei giocatori di Lacrosse.

O almeno, era il pensiero di cui cercavo di convincermi mentre andavo verso casa Stilisnki.

Notai che era a circa mezzo chilometro della mia, e per fortuna riuscii ad arrivare abbastanza puntuale.

"Chi è?" La porta si aprì in fretta, e quando Stiles mi vide, non sembrò particolarmente felice "Oh, ciao, Stella."

"Ciao." Risposi, entrando "Comunque, è Bella."

"Ah, si, Bella." Stiles aveva un tono svogliato "Andiamo in camera mia."

Lui corse direttamente nella stanza, senza aspettarmi ed io, prima di imitarlo, presi un profondo respiro.

"Io voglio fare Baudelaire." Disse, appena mi sedetti sul suo letto.

Camera sua era grande il doppio della mia, e notai che vi era una lavagna di plastica sul quale lui aveva scritto alcune parole.

Reflection {s.s.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora