Passarono quattro giorni.
Quattro interminabili giorni in cui la mia esistenza fu caratterizzata da una sola irritante presenza: quella di Stiles Stilinski.
Continuava a portarmi i compiti e gli appunti, e aveva chiesto a mio nonno quale fosse il mio cibo preferito, così da farmelo trovare al posto di quello dell'ospedale.
La sua presenza mi irritava, dato che stava facendo tutto quello per un senso di colpa, e non perché ci tenesse veramente a me, ma almeno non stavo sola tutto il tempo.
"Hai preso tutto? Sei sicura?" Chiese Stiles, cercando di non sbilanciarsi visto il peso delle borse, mentre io cercavo solo di arrivare alla macchina senza cadere vista la poca forza nelle mie gambe.
"Si, Stiles, è la terza volta che te lo dico."
Stiles caricò le mie valige nel baule della jeep, correndo ad aprirmi la portella posteriore per farmi salire.
Lo guardai male, salendo senza il suo aiuto.
Stiles andò subito al posto della guida, ma non ero certa di arrivare a casa sana e salva visto che continuava a guardarmi.
"I ragazzi ci stanno già aspettando a casa mia." Mi informò.
Io scossi le spalle, iniziando ad usare il cellulare.
I miei genitori non mi avevano chiamato nemmeno una volta, come avevo previsto.
"Bella?"
Guardai Stiles, che sembrava preoccupato "Stai bene?"
Annuii, ma lui non sembrava convinto "Bella, stai piangendo."
Mi strofinai gli occhi, notando che stavo effettivamente piangendo "Non è niente."
La jeep si fermò davanti a casa Stilinski, ma nessuno dei due sembrava volesse scendere.
"Ci stanno aspettando." Dissi, infine.
Stiles mi guardò, sembrava stranamente serio "Lo so che mi odi per quello che ti ho fatto ma vedo che stai male. Mi sono ripromesso che avrei fatto di tutto per non doverti mai più riveder piangere, quindi se hai bisogno di qualsiasi cosa puoi parlare con me."
Sembrava estremamente sincero, e me ne sorpresi.
Non pensavo che Stiles avesse una sensibilità così elevata, e mi resi conto che in un tutto quel periodo mi ero solo soffermata su i suoi difetti, e mai su i suoi pregi.
Mi addolcii un poco, sorridendogli "Grazie, Stiles."
Lui ricambiò, e finalmente uscimmo dall'auto.
Nel salotto di casa Stilinski vi erano Scott e altre persone che avevo imparato a conoscere, ovvero Lydia Martin, che si era rivelata una banshee, Malia, un coyote mannaro, e Deaton, un esperto nel sovrannaturale che aiutava spesso i ragazzi.
Stiles era l'unico completamente umano tra di noi, e mi ero ritrovata a pensare a come si dovesse sentire.
Forse ci invidiava? Il mio potere era l'unico che mi sembrava innocuo per gli altri, dato che non mi spuntavano canini da lupo o rintracciavo morti.
"Allora, che cosa avete scoperto?" Chiesi, sedendomi sulla poltrona al centro della stanza.
Vidi con la coda dell'occhio Stiles sedersi vicino a Malia, che sembrava particolarmente felice di quel gesto.
Avevo capito che lei provava qualcosa per lui, ma lui faceva finta di non accorgersene, cosa abbastanza da stupidi visto che Malia mi sembrava una bella ragazza, oltre che simpatica.
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Reflection {s.s.}
Fanfic"Ero completamente nuda davanti ai suoi occhi, fragile come un ramoscello. Eppure per la prima volta in vita mia non avevo il desiderio di scomparire perché, tra le sue braccia, era esattamente il posto in cui dovevo stare."