Capitolo IX

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Tornarono a Rovenmoore e ai loro occhi si presentò un disastro. L'intera zona della piazza era stata distrutta, al centro, al posto della fontana si trovava un buco enorme, che fumava ancora a causa del colpo. Come in trance, Helen seguì l'energia del medaglione, che sembrava avere vita propria, e che stranamente la guidava verso il buco. L'unica cosa che la ragazza aveva capito era che in quel buco, in quel disastro c'era un qualcosa di magico, di potente e non... umano. D'altronde, in quel paesino nessuno era effettivamente umano, inclusa lei stessa.
- Helen?- la chiamò Jenny, preoccupata - dov'è il barista con il suo cucciolo? -
La ragazza uscì da quella specie di trance e alzò lo sguardo. Vide un omone intrappolato tra le macerie con una volpe che cercava di liberarlo. Corse subito lì e per fortuna insieme a Jenny riuscirono a tirarlo fuori in tempo. Forse aveva una gamba o un braccio rotto, ma niente di veramente grave.
Ringraziò le ragazze e spiegò come erano andate le cose.
- Qualcosa è finito sulla piazza ed è esploso, come una bomba. -
- Io non credo che sia stato qualcosa, ma .... qualcuno - disse Jenny pensierosa.
Anche Helen era d'accordo.
- Quando è successo? -
- Proprio appena voi siete andate via, ma la cosa strana è che il fumo aveva un colore verde e l'esplosione è stata silenziosissima, neanche un rumore.
Jenny e Helen si guardarono. Fu come se, per un attimo, avessero dimenticato i vecchi rancori.
Pensarono la stessa cosa.
L'Oscuro era proprio lì. E cercava proprio loro. 
All'improvviso un strana luce verde partì dall'alto e si avvicinò a velocità supersonica alla piazza.
Jenny la vide.
- Helen, attenta! -
La tirò verso di sé appena in tempo.
Helen rimase sbalordita, spostando continuamente lo sguardo dal nuovo, piccolo buco alla sua compagna di scuola. La trascinò via dalla piazza, dove una piccola folla di curiosi si stava formando per vedere e commentare l'accaduto. Si diressero verso un piccolo vicolo.
Jenny la guardò con sguardo interrogativo.
- Volevo... ringraziarti, Jenny. Sai, mi hai salvato la vita. Ok, con poco, ma...-
- Helen, chiama un corvo. Subito! Dobbiamo capirci qualcosa. - la interruppe Jenny.
Helen si concentrò, chiuse gli occhi, pensò a un corvo che volava da lei... forse così sarebbe riuscita a parlare per più tempo. Gracchiò. Poi aprì gli occhi e vide la compagna ma da una strana visuale... Jenny era sconcertata e ... altissima. Si guardò le braccia. Il suo cuore mancò un colpo. Vide delle ali nere. Era un corvo.
In preda al panico cercò di concentrarsi sulla sua forma umana e, miracolosamente, riuscì a tornare come era prima.
Jenny le chiese in un grido sussurrato:
- Come ci sei riuscita? -
- Non lo so... non mi è mai... -
- Non qui, seguimi. Devi nasconderti. Ho come l'impressione che qualcuno stia cercando proprio te e proprio per questo. -
Helen la seguì. Solo allora si rese conto che Jenny avrebbe potuto dire questo segreto a chiunque...
Ma scacciò il pensiero. Inspiegabilmente, per la prima volta realizzò che si fidava di lei. Si fidava di quella che aveva sempre odiato.

La ragazza che parlava ai corviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora