Capitolo X

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Amy era stata obbligata a stare chiusa in casa finché il padre non fosse tornato. Il suo piccolo orsetto era la sua unica compagnia.
-"Sei troppo piccola per stare in giro con il pericolo dell'Oscuro"...ma dai, ho dodici anni, non sono più una bimba, vero piccolino? Papà è troppo protettivo- gli diceva.
Era una ragazza bella, alta e snella, con dei capelli castani ricci lunghi fino alle spalle e sul viso una spolverata di lentiggini.
Decise che sarebbe uscita a cercare il padre, proprio quando un uomo basso e tarchiato entrò in casa.
-Amy? Amy dove sei?-
La ragazza si fece vedere.
-Amy, ascoltami: devi fare tutto ciò che ti dico. Finché il pericolo non sarà minore. Se un giorno di questi dovesse essercene bisogno, esci dalla porta sul retro, dietro la libreria, segui il vicolo e sarai in piazza. E se ti dico di nasconderti, fallo senza obiettare.-
Amy aveva imparato ad ubbidire senza fare domande, anche se non capiva il perché di nuove precauzioni: il pericolo era aumentato?
Comunque le era tutto chiaro.
Ad un tratto si sentì bussare alla porta. L'uomo iniziò ad agitarsi e prese un foglietto. Scrisse una frase in modo frenetico e, prima di aprire la porta, intimò sottovoce ad Amy di nascondersi. Lei si chiuse in un armadio.
Sentì la porta aprirsi. Improvvisamente l'uomo cominciò a mugugnare in modo disperato. Un momento dopo, silenzio. Amy uscì dall'armadio. Del padre non c'era traccia. -Papà! Papà? Papà?- sussurrava. Niente. Nella casa, il vuoto. Si sedette a terra e iniziò a piangere. L'orsetto, triste anche lui, le si accoccolò vicino, ma Amy piangeva ancora. Avevano preso suo padre.

Quando alzò il viso, dopo qualche minuto, aveva ancora le lacrime che gli scendevano sulle guance. Lo sguardo le cadde sul foglietto che, con calligrafia tremolante, il padre le aveva scritto. Forse Amy aveva ancora una speranza di salvarlo.
Lo lesse.
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il medaglione

La ragazza che parlava ai corviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora