"Non ancora"

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La vidi scivolare sul viottolo acciottolato. Correva come il vento, ma era precipitata come una foglia, soave, leggera, fragile. Pronta a morire tra tenui scricchiolii.

Fu allora che sprofondai nel verde dei suoi occhi, iridi smeraldine le cui luci stavano rapidamente smorendo.

No. Non ancora. Non adesso.

Non conoscevo il suo nome. Ero solo decisa a non perderla ancora.

Non ancora.

Il braccio scattò in un fluido riflesso, corpo e mente sconnessi, l'uno non avrebbe saputo immaginare cosa avrebbe fatto l'altro. Scagliai la pistola contro la testa di uno dei camminatori, sperando che la ragazza avesse abbastanza voglia di vivere e forza d'animo da non essersi arresa.

Non la vidi nemmeno afferrarla. Sentii solo il boato degli spari, l'odore rugginoso del sangue e della polvere che si era sollevata.

La chioma castana era sporca, il volto coperto da chiazze nerastre, la mano intrisa di sangue stringeva il petto su cui era sbocciato un intenso fiore scarlatto.

Stava bene. Aveva sparato. Era ferita ma era in piedi.

La osservai per un momento, coi capelli lunghi che le solleticavano il volto arrossato e gli occhi verdi lucidi nei quali stanche lacrime si stavano addensando e con i jeans strappati, chiazzati di fango e sangue, ero consapevole del rischio di contagio, ma decisi che non m'importava. Ogni fibra del mio corpo tremava...dovevo stringerla. Dovevo sentire la sua pelle contro la mia, sapere che era calda, che era viva.

-Va tutto bene...-bisbigliò, aggrappandosi a me, carezzando senza esitazione i miei capelli biondi che il vento aveva aperto in un ventaglio e ora le stavano solleticando il viso.


Non sapevo il suo nome.

All the shades of femslashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora