Cap.8

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"Come scusa?"
Sbuffò un'altra volta e si appoggiò lentamente alla poltrona con la schiena, rivolgendo un'occhiata annoiata al suo compagno.

Scosse un poco la testa e mi guardò negli occhi. "Quante volte te lo devo ripetere?"

"Ma non è possibile!" obiettai di nuovo, muovendo una mano in aria.

Si sporse un poco in avanti, riappoggiando i gomiti sulle gambe.

"E se io ti dicessi che lo è?"

Deglutii lentamente e abbassai lo sguardo, mentre sentivo che le mie guance stavano diventando sempre più rosse.

In che situazione mi ero cacciata?

"Quindi..." iniziai, provando a ripetere ciò che mi avevano appena spiegato "Voi mi state dicendo che avete visto entrare dalle porte della Città un carro coperto con il guidatore dal volto oscurato da un cappuccio, giusto? E dato che siete delle... ehm... come avete detto che vi chiamate?"

"Kerige, si dice Kerige." mi aiutò Serhs, rivolgendomi un cordiale sorriso.

Annuii riconoscente e continuai il mio discorso. "Esatto. Dato che siete delle Kerige, cioè le guardie della Città, avete pensato che fosse sospetto?"

Kuro assottigliò la bocca, storcendo il naso. "E' stata una fortuna che passassimo di lì. È da un bel po' che chiedo di mettere delle guardie alla porta della Città, ma qui non ascolta mai nessuno..." mormorò tra sé.

"Aspetta." lo interruppi, portando le mani davanti a me "Vuol dire che ci avete trovati seguendo quel carro?"

Entrambi annuirono. "E se te lo stessi chiedendo: ci portiamo sempre un bastone e una spada sotto il mantello, per le emergenze." spiegò Serhs.

"Capisco..."

Sentii mugolare da dietro di me.

Cahir si era svegliato.

"Ehi, stai bene?" domandai, appoggiandogli una mano sul braccio.

Mi guardò negli occhi e li spalancò.

"Aranel!" esclamò, mettendosi seduto e guardandosi freneticamente in giro "Cosa e' successo?! Dove...?"

"Ehi ehi ehi...." lo presi per le spalle e lo feci stendere "Sta tranquillo, così, tranquillo... Ora siamo al sicuro, non hai nulla da temere..."

Richiuse gli occhi tenendomi una mano e intuii che si sarebbe riaddormentato a breve.

Uno strano gorgoglio riempì la stanza.

Mi portai subito le mani alla pancia e avvampai improvvisamente.

"Hai fame?" mi chiese Kuro, trattenendo una risatina.

Annuii piano. "Saranno almeno dodici ore che non metto qualcosa sotto i denti..."

Serhs balzò in piedi e allargò le braccia. "Se vi siete ripresi, dato che prima mi è parso di vedere una... ehm... magia curativa, no? Ecco, possiamo scendere ad acquistare qualcosa da mangiare al mercato."

Guardai prima lui e poi Cahir. "Io potrei anche venire," affermai "ma non credo che Cah..."

"Starò io qui con lui." disse Kuro "Così almeno tu potrai mangiare e non dovrai preoccuparti di lui. Poi puoi portare qualcosa qui, se proprio vuoi. Ah, e copriti le orecchie con i capelli o un qualche cappello, se riesci. Qui non amano molto gli Elfi."

Ancora questa storia degli Elfi... come sette anni fa...

Umani.

Mi stupì però il fatto che avesse detto 'non amano' invece di 'non amiamo'. Voleva dire che... " E voi? A voi gli elfi danno fastidio?" chiesi, con non so quale coraggio.

Aranel e la Guerra delle ProvinceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora