Dieci anni dopo...
Era una bella giornata di primavera.
Un leggero raggio di luce era riuscito ad infiltrarsi tra il legno delle ante della casa e mi solleticava dolcemente il viso.
Mi stiracchiai un po' nel letto e mi gettai il cuscino bianco sul volto: un'altra giornata mi stava aspettando!
Buttai alla mia destra le coperte e mi misi seduta, appoggiando entrambi i piedi sul pavimento fresco. Un piccolo brivido mi passò lungo la schiena e sorrisi.
'Bisogna sempre iniziare una giornata con il sorriso.' diceva sempre mia madre.
Ogni volta che pensavo a lei era come se venissi pugnalata al cuore, da quanto sentivo la sua mancanza. Mi era stata strappata così in fretta e così brutalmente... avevo solo sette anni! Una bambina a sette anni pensa solo a divertirsi e a giocare, non al motivo per cui hanno rapito sua madre.
Sorrisi al ricordo di lei che mi regalava il mio primo vestitino, e a come mi diceva che ero bellissima e che ero la sua piccola. Anche papà lo diceva, ma lui ormai non c'era più da dodici lunghi anni, perciò il suo ricordo era un po' sfuocato, essendo io molto giovane.
Ciò che ricordavo era il suo viso, ricoperto da una leggera barbetta che ne evidenziava i lineamenti.
La bocca era leggermente carnosa; il naso, abbastanza grande, era cosparso da tante piccole lentiggini che adoravo; le sopracciglia erano un po' folte e lui era capace ad alzarne solo uno alla volta. Era così buffo quando lo faceva!
Ma quello che preferivo di mio padre, oltre ai morbidi capelli chiari con cui giocavo spesso, erano gli occhi.
Due splendidi occhi color del cielo che sorridevano ogni volta che ne avevano l'occasione.
Mi feci forza e mi alzai dal letto, dirigendomi verso l'armadio; lo aprii e passai lentamente le dita su ogni capo in esso custodito. Il mio sguardo ricadde sul mio completo preferito: corpetto di pelle e minigonna in chiffon verde acqua. Li presi entrambi e li lanciai sul letto, andando verso la scarpiera: scelsi dei bellissimi stivali di cuoio ricoperti di chiffon sempre verde acqua a cui abbinai dei polsini dello stesso materiale.
Soddisfatta, mi vestii e mi avvicinai al cassettone, prendendo alcuni fiori da mettermi nei capelli.
Andai verso lo specchio, appoggiando i fiori sulla piccola mensola lì accanto, e iniziai a pettinarmi piano i capelli.
Erano biondi, abbastanza ondulati e mi arrivavano circa alla fine della schiena. Mi piacevano molto e adoravo sentire il vento che me li scompigliava.
Presi i fiori che avevo scelto per quel giorno e me li sistemai con cura tra i capelli, cercando di apparire più carina.
Mi presi un secondo per osservare il mio viso in generale: non mi credevo brutta, anzi, pensavo di essere abbastanza bella.
Modestia a parte eh -.-
'Coscienza! Mi mancavi oggi!'
Comunque, il mio naso era un po' più piccolo del normale e la bocca non era delle più carnose, ma mi piaceva lo stesso.
Avevo anche delle leggere lentiggini sul volto, ereditate da mio papà.
Gli occhi erano azzurri, come quelli di mio padre, ed erano grandi e tondi. Con un piccolo pennellino, mi scurii le ciglia per far risaltare il colore dei miei occhi, ma non troppo.
Dalla ciotola appoggiata sulla mensola su cui avevo posato i fiori, presi un lampone e lo spezzai a metà: una parte la mangiai, l'altra me la misi piano sulle labbra.
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Aranel e la Guerra delle Province
FantasíaEra solo un piccolo villaggio, no? Che mai sarebbe potuto succedere? Di grandi cambiamenti non ce ne erano mai stati. A parte quella volta. Già, la faccenda aveva suscitato scalpore all'inizio, ma le acque si erano calmate quasi subito. Anche perch...