Cap.7

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Alzai piano lo sguardo sulla figura, e quel che riuscii ad intravedere nell'ombra del cappuccio furono i lineamenti del viso del ragazzo.

Si alzò e si calò il cappuccio; stessa cosa fece l'altra figura, che si rivelò essere un altro ragazzo.

Mi tremò il labbro inferiore e un'altra lacrima mi rigò il viso, arrivando al mento e cadendo a terra.

Iniziai a piangere sommessamente chiudendo gli occhi, ma erano lacrime di gioia: ero salva.

Ero salva... e Cahir lo era con me.

"Grazie..." farfugliai, mentre ero scossa dai singhiozzi "Grazie... grazie davvero..."

Il ragazzo mi slegò, mentre l'altro si avvicinò a Cahir e liberò anche lui.

Mi alzai lentamente dalla sedia e mi aggrappai al mio salvatore, incapace di pensare lucidamente, che mi confortò un poco con un delicato abbraccio.

Nella mia mente continuavo a ripetermi che ora era tutto finito e che stavamo bene, ma appena guardai nella direzione di Cahir, mi cedettero le gambe e sarei caduta a terra se il ragazzo non mi avesse sorretto.

Lo guardai negli occhi e gli indicai con il mento tremante Cahir, così piano piano ci avvicinammo a lui e al suo compagno.

Mi allontanai un poco da dal ragazzo che mi stava sorreggendo e, mentre l'altro cercava di passargli Cahir, sbattei più volte le palpebre, cercando di far sparire le lacrime e vedere meglio, ma iniziò a girarmi vorticosamente la testa e persi l'equilibrio, così l'altro ragazzo corse velocemente verso di me e mi afferrò.

Lo ringraziai guardandolo negli occhi ambrati, ma subito mi girai verso Cahir.

Lo osservai mentre quello che mi aveva slegata cercava di aiutarlo a stare in piedi, ma anche lui si voltò verso di me e aprì piano gli occhi, guardandomi.

Rimanemmo immobili a fissarci per almeno un minuto, e nessuno dei due ragazzi si mosse.

Non pensai nemmeno al perché fossero lì o perché uno dei due avesse colpito il Nano, o come ci avessero trovati.

O chi erano, soprattutto.

Non mi passò nemmeno per la mente.

In quel momento mi importava solo di Cahir.

Mi staccai lentamente dal ragazzo e feci un passo verso di Lui, allargando un poco le braccia.

L'altro si allontanò da Cahir e mi guardò con uno sguardo indecifrabile.

Mossi un passo verso di Lui e subito dopo ero tra le sue braccia.

Scoppiai di nuovo in lacrime e lo strinsi più a me, scuotendo la testa disperatamente, mentre entrambi i nostri abiti si inzuppavano del sangue dell'altro. "Mi dispiace... mi dispiace! È stata tutta colpa mia! Se non... se non ti avessi costretto ad andare al Concilio ora non saremmo qui! Mi dispiace! Ti prego, perdonami!" biascicai, stringendolo ancora più freneticamente a me "Non dovevo portarti con me! Dovevo venire da sola! Almeno tu non saresti in questo stato! Scusami, scusami ti prego!"

L'angoscia dentro di me venne fuori tutta d'un colpo e non riuscii più a trattenermi, così tutte le lacrime che avevo accumulato furono libere di scorrere lungo il mio viso.

"Dispiace... dispiace anche a me..." mormorò lui "Sarei dovuto stare più attento... E non prenderti tutta la colpa... In parte è anche mia! Eravamo in due impegnati in questo viaggio..."

Mi allontanai un poco abbassando e rialzando lo sguardo. "Ma..."

"No!" esclamò lui, prendendomi il viso "Niente ma."

Aranel e la Guerra delle ProvinceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora