Mi dispiace.❣️

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Pov. Tristan

«È dolce a pensare questo di quell'insignificante riccio malato.» Ridacchio e chiudo il biglietto che poco prima aveva lasciato una ragazza bionda.

Perché si preoccupa tanto di quel coso?
Mi giro e guardo il riccio dall'aria cadaverica.
«Stai bene? Sembra che hai visto un fantasma!» Alzo un sopracciglio mentre il ricciolo si avvicina a me timidamente.

«Non ti mangio mica. Andiamo dai» Sbuffo appena ed esco dalla stanza seguito dal ragazzo
«V-vai piano.. io non ho le gambe lunghe!» Sussurra appena cercando di stare al mio passo
«Hai ragione nano e manco muscoli.» Rido dimenticandomi completamente di mia mamma.

Guardo il riccio sedersi su una panchina con le lacrime agli occhi.
Ma che gli prende?

«Oh ma che ti prende? Ti sei offeso perché ti ho chiamato nano? Ma quanto sei stupido?» Alzo un sopracciglio divertito
«Perché mi tratti c-così?» Sussurra appena e scoppiando a piangere scappa via correndo verso il boschetto.
Si è davvero offeso per una battuta?
Sospiro e decido sul da farsi.
Seguirlo o lasciarlo a spasso?

Opto per la seconda. Tanto non sono il suo medico e tanto meno il suo babysitter.
Dopo qualche ora mi viene la curiosità di sapere che fine abbia fatto il riccio.

Arrivo nella camera di Bradley e trovo il letto vuoto e perfettamente a posto.
Proprio come lo aveva lasciato prima di uscire con me.
Sbuffo. Ma dove cazzo è andata sta palla al piede?
Decido di affacciarmi alla finestra che dava sul boschetto dove il riccio era scappato.
Vedo in lontananza una sagoma flebile camminare a stento e poi cadere nella neve.

«Oh eccolo lì. Ah che stupido è caduto nella neve.» Ridacchio ma dopo pochi secondi mi blocco notando che non si rialzava.
Mi allontano dalla finestra sentendo una voce maschile urlare il nome del ragazzo da sotto.
Mi appoggio al tavolo e noto un quaderno spuntare da sotto il cuscino di Brad.

«Beh.. forse...» Ridacchio e prendo tra le mani il quaderno cominciando a sfogliarlo.

«Ora capisco, tu sei anoressico.. Beh sì, bel modo per attirare l'attenzione.» Chiudo il quaderno e lo metto nello zaino
«Questo lo tengo io.» Detto cioè mi alzo, prendo lo zaino e vado verso il reparto dove si trova mia mamma.

Cammino per il corridoio quando ad un certo punto sento due mani spingermi contro il muro
«Che diavolo vuole da me adesso?» Guardo Derek socchiudendo gli occhi
«Cosa cazzo gli hai fatto. Perché l'ho trovato svenuto nella neve? Rispondimi!» Aumenta la presa contro le mie spalle

«Senti, se ti occupi di bambini mentalmente disturbati, devi portarli in psichiatria. È scappato perché gli ho detto che è un nano. Manco fosse un delitto di lesa maestà!»
Sbuffo guardandolo male e lo spingo lontano da me
«Sei tu il suo medico non io e quindi occupatene te.» Controbatto stringendo i denti. Avevo altri problemi di cui occuparmi e di certo il nano era l'ultimo della lista.

«Si hai ragione. Sono io il medico.» Sospira e mi guarda
«Mi dispiace. Però ci tengo a quel ragazzo e ho perso la ragione quando l'ho trovato coperto dalla neve..» Quanto mi fai pena.
«Ho altri problemi e non mi interessano le tue inutili scuse. Soprattutto riguardanti un ragazzo che scambia la neve per una coperta.» Detto ciò supero il medico e vado nella sala d'attesa.

Dopo un paio di orette vedo Derek inginocchiato davanti a me
«Signor Evans?»
«È un modo per scusarsi? No perché ho altro da fare.» Sbuffo
«Veramente sono qui per dirle che sua mamma.. mi dispiace moltissimo.. hanno fatto il possibile ma è in coma irreversibile.»
Spalanco la bocca e gli occhi mi si riempiono di lacrime.
«Mi dispiace...» Sento le braccia del medico abbracciarmi e mi lascio andare in un lungo pianto nonostante la discussione di prima.

White Life.|Tradley Evanson|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora