2~My Angel

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"Goodnight, my angel
I promised I would never leave you
And you should always know
Wherever you may go
No matter where you are
I never will be far away"

Vedo una bambina che è seduta tranquilla su una panchina. Avrà 5/6 anni.
La cosa strana? Beh è tutta sporca e i suoi vestiti sono tutti strappati e stroppicciati. I suoi capelli castani sono coperti di una specie di fuliggine e il suo corpicino sembra così esile da potersi spezzare da un momento all'altro.

La osservo per qualche minuto, pensando che stesse aspettando qualcuno o che magari tra un po' si sarebbe alzata e se ne sarebbe andata. Invece passano 10 minuti e la bambina rimane lì, ferma come una statua a fissare il suolo sotto le sue esili gambe avvolte soltanto da delle calze bucherellate e rovinate.

Inizia a soffiare un leggero veticello che potrebbe sembrare carino se non fosse che siamo a febbraio e che in un vento di questo periodo non c'è nulla di dolce se non il pensiero di trovarti davanti ad un camino con una cioccolata calda a riscaldarti le mani congelate.

Decido di avvicinarmi a lei. Faccio piccoli passi finché non mi trovo difronte a lei. La bambina non si muove e non alza nemmeno la testa per vedere chi sono. Mi abbasso alla sua altezza. Mi sta guardando. Mi vengono i brividi, non per il freddo, ma per il suo sguardo. Apparentemente vuoto, è invece carico di tristezza e dolore e non riesco a capire che genere di cose terribili possano accadere ad una bambina della sua età per ribarle il suo sguardo spensierato.

E i suoi genitori? Dove potrebbero essere e perché abbandonare da sola una bambina così piccola? Cerco di liberare la mente e provo a parlarle.

"Hey" la mia voce esce quasi come un sussurro. Lei continua a fissarmi senza dire nulla. "Cosa fai qui tutta sola?"riprovo ad iniziare una conversazione. Passano almeno due minuti di completo silenzio. Decido allora di alzarmi dalla posizione scomoda in cui mi trovavo.

"Lei arriverà" sento una piccola voce quasi sussurrata. "Cosa?" Dico girandomi verso la bambina. "Lei arriverà, so che lo farà" ripete con voce un po' più alta. "Chi stai aspettando?"le chiedo. "Me l'ha promesso e le promesse vanno mantenute". Non capendo nulla di quello che dice, mi siedo sulla panchina vicino a lei e le chiedo "È una persona importante?" Lei si gira verso di me e in quel momento mi accorgo che il suo piccolo e innocente viso è innondato da laccrime che non cessano di uscire. "È il mio angelo" sussurra prima di svenire.

Preoccupata la prendo correndo il più velocemente possibile verso casa. Afferro le chiavi e in qualche modo riesco ad aprire la serratura. Entro e chiudo la porta con un piede. Salgo di corsa le scale ed entro nella stanza dei bambini, poggiandola sul letto di Sybil. Le poggio una mano sulla fronte che ritiro subito notando l'elevata temperatura della bambina. Poverina, sta anche tremando dal freddo. Prendo una coperta e la copro. Dopo di che vado in cucina e riempio una bacinella d'acqua fredda e passo in bagno a prendere un asciugamano.
Mi siedo alla base del letto e immergo l'asciugamano nell'acqua per poi strizzarlo e poggiarlo sulla fronte della bambina.
Nel frattempo vado a prendere il telefono per avvisare Michael che non ci sarei stata a scuola. Dopo avergli inviato un breve messaggio vado di nuovo a sedermi ai piedi della bambina e ripetendo il gesto di prima ogni cinque minuti.

Ad un certo punto sento scattare la serratura della porta principale, così scendo di corsa la scale trovandomi davanti la nonna con una faccia sorpresa. "Cosa ci fai qui?" Mi chiede
Dopo qualche secondo passato ad inventarmi una scusa decente le rispondo "Alla fine l'assemblea sindacale dura tutta la giornata, quindi niente lezioni".
Lascio uscire un sospiro di sollievo quando mi risponde "Ah va bene. Io adesso porto i bambini a scuola" dice prendendo le cartelle che avevo lasciato nell'atrio. Un attimo prima di uscire si ferma e posa le cartelle dicendo "Oh giusto, dimenticavo. Oliver ha dimenticato nella sua stanza il cappello. Vado a prenderlo".

E in quel monento il cuore mi sale in gola pensado alla relazione di mia nonna quando vedrà la piccola bambina malconcia nel letto di Sybil. Il mio cervello inizia a formulare le scuse più stupide di questo pianeta "È un regalo della zia Meredith" oppure "l'ho trovata a casa e non potevo mandarla via" o "È un alieno e si è materializzato sul letto, tranquilla è troppo piccola e non sa ancora fare il lavaggio del cervello"...voglio morire.

 Just Hold OnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora