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"Ho sempre pensato che ripetendo all'infinito una cosa, prima o poi te ne convinci e diventa reale. Quindi ho cercato di ripetermi che di te non mi importava. E mi sono reso conto che più che forbite teorie psico-morali, le mie non sono che pretenziose cazzate"

Will rilesse ciò che aveva scritto, prima di tracciare uno spesso scarabocchio sull'ennesima frase da diabete scritta sul foglio già bucato dalle violente cancellature che cercava di riempire con parole dolci da più di un'ora.
"Oh, avanti Will" si ripeteva. "Sono solo un paio di frasi gentili. Puoi farcela!"
L'obiettivo generale non gli sembrava poi così irraggiungibile: scrivere un biglietto di auguri a Nico Di Angelo. Cioè, cercare di essere carino con lui. Fargli intendere che ci teneva, ma senza sbatacchiare su quel suo adorabile broncio la verità.
Evitando, possibilmente, di fargli capire che gli sbavava dietro da settimane, anzi, da mesi. Sarebbe sembrato uno stalker che, quando non si dava allo spionaggio, diventava un astuto maniaco sessuale.
No, no. Doveva velare il vero scopo del biglietto, sperando che a Nico sorgessero dei dubbi in merito, per la serie "sono-certo-che-c'è-di-più-ma-su-questo-schifo-di-foglio-non-dice-altro"; se davvero fosse stato interessato, allora gli avrebbe anche chiesto spiegazioni. E a quel punto Will avrebbe confessato l'inconfessabile.
Che dal primo momento in cui lo aveva visto ne era passato di tempo, ne erano successe di cose, belle e brutte; erano state pronunciate infinite parole in conversazioni casuali sotto la luna. Le dieci dita dell'uno avevano sfiorato le dieci dell'altro, per una combinazione di caso e fortuna che ammiccava al figlio di Apollo. E che non aveva potuto fare a meno di sentirsi sempre più vicino al dolore e alla gioia dell'altro.
E ora eccolo lì, a stringere la matita abbastanza forte da spezzarla, terrorizzato dall'idea di rendersi ridicolo rivelando i suoi sentimenti.
Era il 24 dicembre. La Vigilia di Natale. E Will stava diventando seriamente nervoso. Se anche fosse riuscito a scrivere un biglietto d'auguri misterioso al punto giusto, si rese conto, non avrebbe saputo rispondere alle domande allusive di Nico senza balbettare cose idiote.
Purtroppo, questo non lo sapremo mai, perché una cosa idiota finì per farla davvero.
Per idiota, intendo idiota al cubo con un pizzico di drammaticità adolescenziale. Una bomba a orologeria di momentaneo isterismo. Un adorabile cervello che soffoca tra i fumi dell'irritazione e... d'accordo, la faccio breve.
Will pescò un foglio nuovo e scrisse il suo messaggio, mandando nel Tartaro ogni singolo buon proposito elaborato nelle ultime ore.

Quando I Biglietti Di Auguri Diventano PericolosiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora