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Nico aprì la porta e, come vide il tizio sul suo letto, sguainò la spada in ferro dello Stige e gli balzò addosso. Insomma, se avesse capito che si trattava di Will rannicchiato in un angolino a dormire lo avrebbe osservato e si sarebbe sciolto sul posto, ma l'oscurità nella Cabina di Ade non gli permise una tale, arguta considerazione. Atterrò di peso sopra il presunto molestatore e lo premette con forza sul materasso. Gli poggiò la lama della spada sulla gola e la mano libera sulla bocca.
Poi vide la zazzera bionda spiaccicata sul lato della testa su cui aveva dormito. Poi notò gli occhi azzurri spalancati. E solo poi, collegando ogni lineamento come in un giochino enigmistico, realizzò che Will stava dormendo nel suo letto.
Nel mio letto! Muahahaha, pensò Nico, per poi correggersi con un: Nel mio letto! Aspetta, cosa?!
Will mugolò indispettito contro la mano del figlio di Ade, come a sottolineare il fatto che stava ancora soffocando.
Nico allentò la presa e ritrasse la spada.
-Cosa ci fai nel mio letto?!- domandò, nello stesso istante in cui Will strillava: -Perché porca panchina tenti di uccidermi?!
-Scusa!- gridarono poi, all'unisono, con il medesimo tono scocciato. Probabilmente fu questa sottospecie di teatrino a rompere il ghiaccio fra i due. Si fissarono per qualche istante negli occhi, poi Nico si rese conto di essere ancora in posizione d'attacco sopra a Will.
I loro corpi non erano esattamente abbandonati l'uno sull'altro, altrimenti per il figlio di Apollo sarebbe stato relativamente facile liberarsi. Nico si sorprese a immaginare di allentare la presa sulla spada, lasciarla cadere e farsi abbracciare da Will, poggiargli la testa sul petto e restare così per l'eternità.
Invece si puntellò sui gomiti e rotolò via per permettere a Will di rialzarsi. Aveva troppe cose per la testa, il figlio di Ade, per lanciarsi in smancerie del genere. E poi, con ogni probabilità Will lo avrebbe respinto: da quando Nico aveva ricevuto il disastroso biglietto di auguri, non era più riuscito a costruire una conversazione decente con il figlio di Apollo, dato che rispondeva con sarcasmo a ogni domanda di Nico e non lo degnava di uno sguardo.
Will si mise seduto e si abbracciò le ginocchia.
-Allora- cominciò, -cos'hai deciso? Sempre se hai deciso, ovvio, non voglio certo che tu...
-Frena, frena- fece Nico. Era già abbastanza assurdo che Will si fosse addormentato nel letto dell'unico figlio di Ade in circolazione, soprattutto dopo un'intera giornata trascorsa a schivare le sue parole. Ora, il fatto che fosse tornato il solito semidio logorroico era meraviglioso. Ma che diavolo stava blaterando? 
-Di cosa parli?
-Del... della tua decisione. Sì, sì. Hai detto che avresti preso una decisone.- la voce di Will si fece lamentosa. -Ti prego, dimmi che l'hai detto...
-Ehm...
-No, anzi, ho cambiato idea, ti prego, fai finta che non sia successo nulla e...
-Will, detto cosa?
-Ti ho appena chiesto di fare finta di niente!
-Ma se è tutto oggi che ci provo mentre tu mi ignori!
-È SCRITTO NEL BIGLIETTO! OKAY? E NON CHIEDERE "EHI, WILL, QUALE BIGLIETTO?" PERCHÉ È UNA STORIA TROPPO LUNGA!
Will fissò Nico che fissava le proprie dita che tamburellavano nervose sul letto.
Dopo una ventina di secondi di purissimo rumore bianco, Nico alzò lo sguardo e chiese, incapace di contenersi: -Quale biglietto?
Parlò con un filo di voce, come per rendere la domanda meno definitiva. Sapeva che il figlio di Apollo si sarebbe irritato. Ma Will, invece di arrabbiarsi, avrebbe voluto uscire da lì e mettersi a piangere da solo per un po'. Non tanto. Cinque minuti, o dieci. Ma due occhi meravigliosi lo stavano guardando, e in quelle iridi scure riconosceva il dubbio che stava nascendo anche a lui.
Nico non aveva mai ricevuto i primissimi auguri infilati sotto la porta di quella stessa cabina. O li aveva ignorati.
Ma qualcuno doveva per forza aver risposto a Will. Sarah alla fine aveva ragione.
-Will- sussurrò Nico. -Mi dispiace. Non so cosa sia successo con tutti quei biglietti, ma mi dispiace.
-Non penso sia colpa tua.
-Avrei dovuto lasciare tutto e venire subito da te appena letto il primo.
Will sorrise, finalmente. Almeno Nico non aveva deliberatamente calpestato il suo tentativo di fargli gli auguri.
-E invece?
-Non importa. Però penso abbia risposto Reyna.
-Reyna?
-Reyna.
-Oh. Insomma, okay. Cioè, non è okay, ma è relativamente sensato. Perché ha risposto lei?
-Perché io non ti avrei risposto, presumo. O perché non ti sarebbe piaciuta la mia risposta.
Will ci rimase parecchio male, ma invece di concentrarsi sulla propria delusione cercò qualcosa da dire per far sentire Nico meno a disagio. Tipico del figlio di Apollo.
-Ehi, non c'è problema. Era solo un messaggio idiota.
Fu il turno di Nico a provare delusione.
-Davvero?
-Be', mettiamola così: da parte mia il... ehm... "sentimento" c'è. Dei, che discorso imbarazzante...
-Vai avanti.
-Ma se da parte tua non c'è allora va bene. Non sarò io a farti pressione.
Nico sbuffò. -Diamine, sapevo che non avresti capito.
Will lo guardò. Nico lo guardò.
-Che intendi?- domandò Will in un sussurro appena appena udibile.
Nico scosse la testa. -Niente, Will. Lascia perdere.
-Posso provare a fare una cosa?
Poi, senza attendere la risposta di Nico, gli prese le mani con delicatezza e lo fece stendere lentamente. Appoggiandosi sui gomiti perché il suo peso non gravasse sul corpo del figlio di Ade, si stese con calma sopra di lui. Nico aveva gli occhi chiusi.
-Will, per favore. Vorrei poterlo fare, ma...
-Ma hai paura.
-Non di quello che pensi tu.
-Nico, non c'è nulla di sbagliato nell'amare qualcuno del proprio...
Il tono del figlio di Ade si colorò di ironia.
-Non è quello. È... più complicato.
Nei minuti seguenti né Will né Nico riuscirono a controllare i battiti del proprio cuore, così che, con i petti accostati, potevano sentire a quanta velocità correva quello dell'altro. A Nico sembrò la cosa più intima del mondo.
A Will la più dolce.
-Sono sicuro che si tratta di una paranoia.
-Diciamo che forse mi stai facendo rimpiangere la mia scelta.
Will rise.
E Nico lo baciò.
Ne aveva fatte di cose coraggiose. Era sopravvissuto a centinaia di brutte situazioni. Aveva rischiato la morte in decine di modi diversi. Aveva sacrificato moltissime cose per quello che riteneva giusto.
Ma posare le labbra sul sorriso di Will fu il gesto che coronò come più avventato e coraggioso della sua vita.
Il figlio di Apollo non rispose subito, ancora impegnato a sorridere. Non durò molto, e fu Nico a staccarsi per primo.
Dopo, però, siccome aspettava quel momento da tutta la sera, o forse da tutta la vita, lasciò che Will lo abbracciasse e gli posò il capo sul petto, là dove il cuore del figlio di Apollo continuava a battere impazzito.

Quando I Biglietti Di Auguri Diventano PericolosiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora