La Rupe

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Mi squillò il telefono: un messaggio. "Tanti auguri di buon compleanno! Derek." Non ci cerdo! Si è ricordato!  Un sorrisino da ebete mi si formò il faccia mentre rispondevo con un "Grazie!".

Si, è vero. Non sono una ragazza di tante parole. Non mi piace spifferare tutto quello che so agli altri come qualche ochetta il classe mia. E sopratutto non direi a nessuno il mio più grande segreto, l'esistenza dei Custodi e...che io ne sono una.

La mattina passò veloce e come mio regalo di compleanno, chiesi di poter stare fuori fino a tardi la sera. Non per niente era Sabato sera e io ero MAGGIORENNE ormai!

Con una scura del tipo "Esco con gli amici" (che non ho), dopo pranzo mi fiondai nel bosco. Dopo essermi trasformata seguii la scia di profumo di Wolf.

«Wolf? mi senti?» provai a trasmettere nella zona in cui ero.

«Si. E ti vedo anche.»

Mi girai e me lo ritrovai dietro che mi annusava la punta della coda. Io gli tentai di mordere il muso per gioco. «Dai andiamo, fammi strada.» lui mi passò davanti e cominciò a correre, così lo seguii.

Arrivammo in una radura dove, nel centro, si alzava un masso su cui era accucciato un cervo bianco dalle corna candide.

Attorno a lui, seduti davanti alla "rupe",vi erano vari animali, tra cui anche alcuni lupi.

«Lupo Solitario!» tuonò il cervo alzando la testa nella nostra direzione.

Wolf si avvicinò a me e mi sussurrò: «Non dire il tuo vero nome. Per nessuna ragione. E non fidarti di nessuno.» stavo per ribattere, quando lui trotterellò verso il cervo scodinzolando «Grecis! Come stai?»

«Benone dai. Te, invece? Non ti fai vedere da un pezzo!» lo interrogò il cervo, Grecis. Io intanto mi avvicinavo lentamente.

«Si, ho avuto qualche dispiacere.» Wolf fulminò con lo sguardo un vecchio lupo grigio vicino a Grecis. «O sbaglio, Saat?»

«Non sbagli, Lupo.» Saat alzò il muso in segno di sfida e Wolf ringhiò.

«Calma lupi. Dopo sentiremo anche le vostre problematiche. Ma, piuttosto, Lupo» si volse verso me «Presentaci la tua nuova amica laggiù.»

Avanzi con passo spedito fino a Grecis. «Intanto buon pomeriggio, signori.»

«Ben educata la nuova lupa. Buon pomeriggio a te.»rispose Grecis «Ma dimmi, come ti chiami?»

«Chiamatemi Luna.» mi sedetti accanto a Wolf.

«Benvenuta...Luna.» inchinò il capo Grecis.

«Prima che diciate qualsiasi cosa,» intervenne Wolf «dovete sapere che è una Custode.»

Tutti cominciarono a bisbigliare.

«I Custodi non esistono più! Cosa sostieni falsità?!» ringhiò Saat.

«La luna l'ha scelta.» rispose pacato Wolf.

Le voci si zittirono quando il cervo si alzò. Le sue corna splendevano come raggi del sole. «Lupo. Sei sicuro di ciò che dici?»

Wolf sostenne il suo sguardo. «Ero presente alla chiamata. Un orso la stava per aggredire.» tutti i presenti sussultarono.

«Gli orsi, sempre tra i piedi. Ma dimmi, Luna,» si volse verso me «come ti senti?»

Un po in imbarazzo risposi: «Bene. Tutto sommato non mi dispiace essere una Custode.» guardai il cervo in attesa di altre domande che non arrivarono.

«Dovremmo trovarle un branco.» esultò Saat. A quella affermazione i lupi presenti cominciarono a esclamare cose del tipo "Il branco Nuvole sarà lieto di accoglierla!" o "Nel branco Pioggia si troverà bene!". C'erano un sacco di branchi e l'idea non mi dispiaceva. Ma tutti si credevano i migliori.

«BASTA!!!» urlai, e tutti si ammutolirono «Non sono in cerca di un branco, piuttosto un aiuto. Vorrei che il Lupo Solitario- come chiamavano Wolf -mi aiutasse a capire la mia forma lupo. Se permettete, ora vado ho ancora molte cose da fare e non tollero i vostri schiamazzi.» girai i tacchi e tornai nel bosco. «Arrivederci.»

Wolf mi corse dietro senza dire una parola. Ma sentivo il suo tentare di reprimere una risata.

«Cosa c'è?» gli chiesi appena ero sicura che nessuno ci sentisse. Mi sedetti esausta e delusa.

«Niente...è che...il tuo comportamento è quelli di un alpha!!! Ho fatto bene a dire che sei una Custode.» poi scoppiò a ridere.

«Io non ci trovo nulla di divertente.» alzai il muso per annusare l'aria. Si sentiva odore di secco e foglie d'autunno, in questo periodo sinifica che rimmarrà bel tempo fino al giorno dopo.

«In realtà si! Beh...è perchè questo tuo lato da leader non lo conoscevo. E quando hai lasciato tutti zitti e sei andata via troncando il discorso...beh...non me l'aspettavo!» si sedette accanto a me e mi guardò dall'alto. Era più alto di me di quasi dieci centimetri. Ma non mi importava. Stavo bene con lui e lo conoscevo abbastanza da fidarmi. Ma...

«Wolf, prima mi hai detto che dovevo trovarmi un altro nome perchè non era sicuro. Posso capire che è per proteggermi dagli altri, e tu sai il mio vero nome. Ma...qual'è il tuo?» cercai i suoi occhi di ghiaccio, ma lui si irrigidí e li chiuse.

«Non posso dirlo.» disse con tono freddo.

«E dai! Non è mica un affare di stato.» gli strofinai il muso sotto il mento e lui si sciolse un po. Cominciò ad accarezzarsi anche lui sulla mia testa, poi sull'orecchio e collo. Io seguii i suoi movimenti e passai dal suo collo alla testa, e viceversa. Ad un tratto i nostri nasi si incontrarono e, appena me ne accorsi, mi allontanai un po imbarazzata guardando da un'altra parte.

«Mi dispiace, non volevo.» guaii.

«Tranquilla. Non è successo nulla.» mi confortò Wolf. «E comunque, non posso dirti il mio vero nome. È una questione mia

«Ok, va bene. Non mi immischio in affari di altri.» abbassai il muso.

«E secondo me sei troppo buona per essere un Alpha.» mi morsicò un'orecchia per gioco e poi corse via. Io lo rincorsi e sparimmo nel bosco a giocare.

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