E il cuore mio.. Si perde. 2

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Mario ancora faceva fatica ad abituarsi.
Da un mese a questa parte aveva il piacere di svegliarsi accanto al ragazzo che per tanto tempo aveva desiderato, eppure non riusciva a realizzarlo. Aveva passato 30 anni della sua vita in apparente serenità: circondato da amici, parenti, nipoti, colleghi. Serate in discoteca. Una vita giovane, piena. C'era sempre qualcuno che riempiva i suoi vuoti. Per tanto tempo aveva vissuto in una bolla di falsa felicità che in un caldo giorno di agosto era scoppiata. Gli era bastato veder scendere dalle scale quel ragazzo dagli occhi verdi per capire che non avrebbe voluto condividere il letto con nessuno al mondo se non con lui.
Colpo di fulmine. Da quel momento il buio. Da quel momento Mario aveva fatto i conti con quel sentimento in tutte le sue sfaccettature. La gioia di rivedersi, la gelosia, la mancanza, la nostalgia, la paura, la passione.
Aveva capito che tutte le emozioni che aveva vissuto prima del loro incontro non erano niente in confronto allo sguardo di quel ragazzo.
Era amore? Non poteva dirlo. Non era mai stato innamorato. Ma come distingui il vero amore dagli altri? Lui proprio non lo sapeva. Ma che importava, poteva chiamarlo con nomi diversi ma rimaneva la cosa più vicina all'amore che avesse mai provato in vita sua.

Controlló l'orario sul telefono. Era notte fonda. Si riaccucció sul petto di Claudio che dormiva alla sua destra. Intrecció le sua gambe con quelle del compagno. Si sentiva strano, per la prima volta riflessivo. Chiuse gli occhi.

Al suo risveglio si ritrovó al centro del letto immerso da coperte e cuscini.
Si soffermó sul fruscio dell'acqua che proveniva dalla stanza adiacente: Claudio era in doccia.
Pochi minuti dopo il fruscio terminó lasciando posto al rumore dell'asciugacapelli.
Infiló la testa sotto al cuscino per non essere disturbato e provó a riaddormentarsi invano. Aveva voglia di stringere il suo compagno per tutto il giorno, non si sentiva pronto ad affrontare il mondo circostante. Si ricordó di aver quasi dimenticato la voce di suo padre. Non lo sentiva da settimane. Valeva la pena chiamarlo? Valeva la pena sentirsi rifiutati ancora una volta?
I suoi pensieri furono sciacciati via in fretta da una mano che spostó il cuscino dalla testa.
"Sei sveglio?" chiese Claudio
"No"
Claudio sorrise e si accasció sulla spalla del suo ragazzo appoggiando la la testa nell'incavo del collo. Lo bació una volta. Poi ancora. Poi ancora una. Amava quel collo. Lo baciava ogni volta che aveva l'occasione.
Mario sorrise con la faccia ancora incollata sul cuscino.
"Se vuoi rimanere su di me non mi da fastidio basta che mi lasci dormire"
Claudio sorrise ma non rispose, si limitó ad alzarsi dal letto. Un telefono vibró.
"È il mio?" chiese Mario.
"No è il mio", rispose Claudio.
Mario si rigiró ancora una volta nel letto per poi abbandonare la sua postazione e dirigersi nella doccia.
Solo a quel punto Claudio visualizzó il messaggio.

I nostri occhi che diventano mani. ~ CLARIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora