Sciogliere i nodi dentro di te. 5

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9 giorni lontani.
Mai passato cosi tanto tempo. Anche durante il programma avevano l'occasione di vedersi due volte a settimana.

Claudio aveva deciso di non informare Mario dell'accaduto con il suo ex. Preferiva non creare disagio inutilmente.
Ma i giorni passavano e la sua fragilità cominciava a prendere il comando. Mille dubbi. "E se fosse un buon progetto? È solo lavoro! Potrei mettere da parte quei soldi per comprare una casa più grande. Potrei regalare a Mario la macchina che ha sempre voluto! Potrei ristrutturare la terrazza. Potrei conservarli per il nostro futuro, per un domani, per un matrimonio. Accetto? Rifiuto? È solo lavoro!" Pensava, logorato dalla paura. "È solo lavoro".

Il Martedì mattina chiamó Alberto. "Ciao, sono Claudio. Si ci ho pensato abbastanza. Vorrei parlarti meglio, voglio chiarire delle cose. Si, okay, per me va bene. Vieni a casa mia, ti aspetto nel pomeriggio"

Il martedì mattina Mario riuscì a ottenere due giorni di riposo dal lavoro. Corse alla stazione, prenotó il biglietto per il primo treno per Verona e partì solo con uno zainetto. Non disse nulla a Claudio, voleva fargli una sorpresa.
Per sicurezza chiamó al bar gestito da Claudio. "Mi assicuri che rimane a casa nel pomeriggio?"
"Si tranquillo ha detto che prima delle 18 non esce!" Rispose Marco, il barista.

Alle 16:30 Mario arrivó alla stazione di Verona e con il suo zainetto si incamminó verso casa di Claudio che fortunatamente distava solo qualche minuto, poteva arrivarci a piedi. Voleva abbracciarlo, baciarlo, spogliarlo. Nove giorni infernali per un amore cosi carnale.
Per tutto il tragitto in treno l'aveva immaginato steso, in piedi, seduto, nudo, sudato, spettinato. Il solo pensiero gli provocava la pelle d'oca.
Suonó il citofono. Attese un minuto, nessuno rispose.
"Sicuramente quel cretino ha la musica ad alto volume e non sente!", pensó. Suonó di nuovo.
"Chi è?"
"Io"
"Io chi?"
Mario sorrise
"Apri dai scemo sono io"
"Mario?" La voce di Claudio era un misto di stupore e preoccupazione.
Mario salì le scale, suonó nuovamente alla porta. Generalmente era abituato ad essere accolto da un abbraccio e un bacio. Quella volta non fu cosi.
Claudio aprì con un sorriso poco sincero, lo bació delicatamente sulla guancia e incitó ad entrare.
Non era solo.

Mario notó subito la differenza. Noto la giacca sconosciuta appesa all'appendiabiti. Notó l'odore di caffè. L'odore di estraneo.
Giró di scatto la testa. Il divano non era vuoto ma ospitava un ragazzo sui 35 anni, muscoloso, imponente. Barba molto scura sul volto, folta, occhi chiari. Capelli scuri pettinati e laccati. Camicia bianca, blazer elegante, jeans scuro.
"Vieni Mario ti presento Alberto! Lui è un mio vecchio.. Amico"
"Piacere, Mario" rispose allungando il braccio e porgendo la mano verso il ragazzo.
"Oh sei tu allora il famoso Mario! Che piacere conoscerti!" Rispose Alberto ricambiando la stretta di mano e sorridendo.
Mario guardó Claudio intontito.
"Alberto è venuto qui per parlarmi di lavoro. Lui si occupa di moda.
Secondo il suo parere se sponsorizzassi i capi si potrebbe ottenere un maggior successo"
Mario non aprì bocca.
"Vabene Claudio ne riparliamo allora! Ora scappo che devo andare a lavoro! Mi ha fatto tantissimo piacere conoscerti, Mario! Buona serata"
Alberto andó via.


Lo sguardo di Mario era ancora perso nel vuoto. Era arrabbiato, deluso. Si era sentito l'esteaneo di turno, il bambino scocciatore.
"Ma che hai?" Chiese Claudio
"Hai il coraggio di chiedermi che ho? Prima di tutto hai risentito il tuo ex e non mi hai detto nulla! Mi hai fatto sentire un totale estraneo, la persona di troppo! Io ho preso un treno per passare qualche ora con te sapendo che domani mattina dovró tornare a roma e tu mi guardi come se fossi un peso!"
"Smettila! Ti ho detto che mi hai colto di sorpresa! Non puoi capire quanto io sia felice di vederti. Ho reagito cosi perche sapevo gia che avresti frainteso la presenza di Alberto!"
"Perchè non mi hai detto nulla dei messaggi?"
"Non volevo farti preoccupare!"
"Ma poi come ti viene di presentarmelo come un tuo amico? Ti sembro un cretino? Secondo te non lo so che è il tuo ex? Ho passato 4 mesi della mia vita a ricercare informazioni su di te e adesso tu vorresti mentirmi?"
"Mario smettila, calmati, ti prego"
Mario afferró una sigaretta e si affacció alla finestra. La accese.
Claudio si alzó dal divano e si avvicinó al compagno. Era seriamente dispiaciuto della situazione, non voleva che Mario dubitasse di lui. Era cosi contento di vederlo. Circondó la vita del ragazzo con le sue braccia, lo bació sul collo.
"Non puoi capire quanto mi sei mancato" gli sussurró nell'orecchio.
"Basta litigare, abbiamo poco tempo non possiamo sprecarlo"
Mario spense la sigaretta nel posacene e lo fissó. Poi appoggio la sua testa nell'incavo del collo e si abbandonó in un dolce abbraccio.
"Non vedevo l'ora di vedette", sussurró il ragazzo con gli occhi neri. Si baciarono. Piano.
Poi ondeggiarono abbracciati fino alla camera da letto. Claudio spinse delicatamente Mario sul letto e lo spoglió. Lo spoglió di tutti i vestiti e improvvisamente di tutte le preoccupazioni, della nostalgia, della gelosia. E Mario si lasció spogliare rimanendo nudo, non solo senza vestiti ma anche nudo delle sue paure.
Claudio si stese, Mario si accoccolò su di lui e delicamante lo spoglió baciando tutti i piccoli particolare che l'avevano rapito dal primo istante. Le labbra, la mani grandi, le vene sporgenti. I tatuaggi sul petto, il fianco. Claudio sentiva la bocca umida che percorreva il suo corpo, osservava la mani del compagno che gli cingevano la vita. Sospirava, fissava il soffitto, si mordeva il labbro. Mario si fece spazio dentro di lui in maniera dolce, senza invadere i suoi limiti, senza violare la sua persona. Era una delle tante cose che Claudio amava. Tutti i ragazzi prima di lui l'avevano trattato come un giocattolo. Bello, bellissimo. Per questo motivo utile da usare. Avevano sempre messo il loro piacere al primo posto ignorando il volere di Claudio. Si era sentito violato tante volte.
Con Mario era diverso. Il modo di completarsi era diverso, il modo di far parte l'uno dell'altro.

Claudio lo bloccó. "Non ti piace?" Chiese il ragazzo con gli occhi scuri
Claudio sorrise
"Girati" disse, Mario capì e accettó
Per lui non era cosa da poco, difficilmente permetteva a qualcuno di entrare dentro di se.
Ma con Claudio era diverso. L'aveva attraversato mentalmente cosi tante volte che ormai non esistevano più confini.
"Non farmi male", affermó poggiando il volto sul cuscino.
"Non lo farei mai". Sorrise Claudio
E così entró dentro di lui.
Con una mano afferrava il fianco sinistro del compagno e con l'altra stringeva i capelli delicatamente tirandoli durante i momenti di maggiore piacere.
Al termine Claudio vennè dentro Mario. Lo bació sulla bocca, poi nuovamente sul collo e nuovamente sul petto.
"Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata", gli sussurró nell'orecchio. Si stese al suo fianco.
Mario lo guardó profondamente e poi, con la testa appoggiata sul suo petto tatuato si addormentó.

I nostri occhi che diventano mani. ~ CLARIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora