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Ottobre 2015, Milano.

Ore 22.30.
Micheal era nervoso e la tisana di erbe aromatiche non lo stava aiutando per niente.
L'indomani ci sarebbe stato il primo live* di X Factor e davanti a lui si ponevano una lunga lista di problemi, più o meno importanti.
In primis, non aveva ancora deciso quale outfite sfoggiare per inaugurare la gara: nonostante l'invidiabile guardaroba degno di una star internazionale del suo calibro, era indeciso tra un sobrio completo con delle pailettes lilla oppure quello bianco con ricamate delle bocche carnose.... o magari quello blu notte con l'unicorno alato bianco? Il suo stylist l'avrebbe ucciso la mattina dopo se non fosse arrivato ad una conclusione e Micheal s'immaginò il suo ipotetico funerale, con tanto di titoli esplosivi sui giornali: "Pop star assassinata nei backstage dallo stilista, causa un semplice litigio di stilo" oppure "Mika, elegante anche nella bara".
Che palle!
Il secondo riguardava il talent di Sky nella sua interezza, con i produttori che già lo stavano tartassando per la sua presenza come giudice per l'anno successivo. Micheal non aveva voluto dare una risposta così presto, non si sentiva sicuro al cento per cento di volerci essere per il quarto anno consecutivo. Certo, la presenza di Federico era diventata incredibilmente piacevole (in tutti i sensi possibili e immaginabili, specie a letto!) e non gli sarebbe dispiaciuta affatto, ma ancora non bastava a rilasciare un esito positivo ai piani alti di X Factor.
Il terzo problema era proprio il suo amante tatuato, che quella sera era in ritardo per la loro settimanale cena "di lavoro". Ok, tecnicamente avrebbero per davvero dovuto parlare di lavoro, anche perché al loro duetto mancava un video degno di tale nome da caricare su youtube, ma Micheal non era proprio in vena di affrontare argomenti seri quella sera, non sarebbe stato abbastanza lucido, visto anche l'enorme mole di lavoro nell'ultimo periodo; questo lo comprese anche Federico quando arrivò all'appartamento del collega con un quarto d'ora di ritardo. Federico fece in tempo a salutarlo e a richiudere la porta d'ingresso che si ritrovò trascinato e poi sbattuto sul divano chiaro del salotto, Micheal che cercava di slacciargli con una fretta disarmante la cintura dei pantaloni in pelle.
- Non dovevamo parlare del video di "Beautiful Disaster"? - domandò divertito Federico in una pausa dal bacio spinto.
Micheal ghignò vistosamente, la lingua che leccava in modo osceno le labbra fini.
- Domani. -
Federico non osò obiettare, troppo eccitato dalla situazione e dalle esperte mani affusolate che vagavano libere.

Ottobre 2016, Parigi.

Ore 13.09.
Si delineava una piacevole giornata per Federico, specie quando Micheal gli propose un piccolo tour della città in taxi, accettando entusiasta. In una mattinata era finalmente riuscito a visitare il quartiere di Montmartre, la cattedrale di Notre Dame ed anche il famoso Moulin Rouge, sogno proibito che lo rese felice come un bambino.
Successivamente, su richiesta dello stomaco brontolante di Federico e dell'orario segnato sull'orologio di entrambi, Micheal aveva dato al tassista un indirizzo nei pressi del Pompiduo; l'uomo li lasciò in una via secondaria al museo e dopo aver pagato le svariate corse e alcuni extra guidò l'altro verso l'ubicazione per il pranzo. Ora Federico si trovava in un piccolo bar che definire sgangherato era un eufemismo, specie se paragonato a quello lussuoso di qualche ora prima. Stava consumando un pasto economico e abbondante, seduto su uno degli alti sgabelli graffiati come un normale turista di passaggio. Federico si sentiva a suo agio in quell'ambiente dall'aria trasandata e metropolitana, lo preferiva agli sfarzi che negli ultimi tempi era costretto a frequentare per lavoro; trovò strano ed allo stesso tempo divertente vedere Micheal frequentare un locale come quello, specie dopo l'elegante cafè di quella mattina. Nessuno degli altri clienti presenti in quello spazio claustrofobico badava loro e questo permise alla coppia di godere di una certa libertà di conversazione e, fattore importante per Micheal, una buona dose di privacy senza che nessuno l'avesse riconosciuto.
- Posso chiederti dove sei riuscito a trovare il tempo di scoprire i bar lerci di Parigi? -
Micheal abbandonò per un istante la crepe salata con verdure, l'appoggiò sul piatto di plastica e girò la testa verso di lui.
- Conosco questo posto da otto ani, quando ho cominciato a fare tour estivi in Francia. Mi piace visitare città in cui tengo i concerti e... che ho detto ora?! - chiese perplesso alzando un po' la voce, dopo aver visto Federico ridacchiare di gusto.
- È "anni"! Quante altre volte dovrò ripetertelo? -
Micheal storse la bocca e sulla faccia si formò una smorfia buffa, che nel giro di tre secondi lasciò spazio ad un'altra tremendamente maliziosa, degna di lui. Federico pensò di morire d'infarto quando si ritrovò il volto dell'amante ad un soffio dalle sue labbra, ma cercò in tutti i modi di non darlo a vedere tentando di sostenere lo sguardo accompagnato da un sorrisino di sfida.
- Sai una cosa? Io non penso di aver sbagliato ano stanotte. -
Colpito e affondato.
Federico arrossì di botto e sentì chiaramente le proprie gote in fiamme, ma non avrebbe perso la battaglia di frecciatine subdole senza lottare, odiava perdere senza nemmeno tentare di recuperare qualche punto a suo favore.
- Non mi sono mai lamentato Mik. Anzi, lo sai che mi piace quando storpi l'italiano per fare riferimenti sessuali. -
- Touché. - e Micheal riprese a mangiare il suo lauto pasto, lasciando Federico gongolare trionfante della meritata parità - Comunque dopo chiamo servizio macchina dell'hotel, così possiamo tornare in stanza per fare una doccia calda e riposarci. -

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