{12} Epilogo

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Mega ritardo yeah 🎉

Dicembre 2015, Milano.

Ore 22.10.
Micheal era partito da qualche giorno e la sua assenza si faceva sentire.
Federico sospirò triste mentre fissava il panorama grigio di Milano dal balcone della sua villetta che sembrava ironicamente rispecchiare il suo umore: dopo che Micheal gli aveva dato la notizia della sua assenza nell'edizione a venire si sentiva un po' abbandonato al suo triste destino. Non avrebbe più avuto modo di intrufolarsi nel suo camerino di nascosto e scoccare qualche bacio lontano da occhi indiscreti, prenderlo in giro per qualche maglione a fantasia improbabile e per i numerosi caffè americani consumati uno dietro l'altro, cosa che faceva impazzire le truccatrici visto che poi la postazione del trucco veniva occupata da bicchieri in cartone extra large e pericolosamente vicino alle costose palette.
Come se ciò non bastesse, nemmeno Skin ed Elio avevano intenzione di continuare. Quando Federico aveva chiesto una spiegazione ai diretti interessati, Elio si era limitato ad alzare le spalle adduccendo ad un - Devo prendermi una pausa ragazzo, sto invecchiando troppo in fretta. -, mentre Skin aveva un tour da iniziare con la sua band e che coincideva con le date in cui i live si sarebbero svolti.
In sintesi, era solo e avrebbe dovuto ricominciare tutto da capo, un'altra volta con nuovi colleghi.
Ok, si prospettava una nuova sfida, ma ancora rammentava la sensazione di frustazione e una considerevole mole di stress il suo primo anno da giudice in cui nessuno (a parte Micheal e Cattelan) aveva cercato di metterlo a suo agio in quel mondo che gli parso più grande di lui.
Fanculo!
Rientrò in camera non appena avvertì le prime gocce di pioggia sui capelli disordinati; sembrava essere un temporale annunciato ed ebbe premura di abbassare le tapparelle per non sporcare i vetri delle porte finestre, difficilissime da pulire.
Stanco di starsene in quella stanza buia e solitaria pensando al suo amante lontano moglia e miglia da Milano, scese in cucina e vi trovò Giulia seduta al tavolo intenta a sfogliare qualche rivista di moda comprata in edicola la mattina stessa. Lo sguardò si posò in seguito sul grande divano del salotto, dove le due chihuahua dormivano raggomilate per scaldarsi un po': Gué doveva aver "lottato" con Chewbecca per il possesso del cuscino più grande visto il modo in cui la prima era sdraiata senza ritegno sul letto di turno.
Giulia alzò di scatto la testa sentendosi osservata e Federico le sorrise intenerito, ricambiato.
- Ti stai finalmente scegliendo il regalo di Natale amore? - chiese il ragazzo.
- Niente affatto... anche se ora che mi ci fai pensare potresti prendermi questa gonna qui. - ed indicò il capo vestiario in questione. Si trattava di una minigonna nera su cui vi erano ricamate delle tigri orientali coloratissime.
Federico osservò perplesso quanto fosse troppo corta, poiché a malepena arriva a metà coscia.
- 'More, che ne dici di questo vestito lungo e coprente il giusto? Vorrei evitare di fare a botte perché qualche morto di figa ti guarda il culo. -
- Che tenero che sei quando fai il geloso Fede. Eddai, non fare quel muso lungo, - e scoccò un bacio sulla guancia di Federico - non è colpa mia se per diventare una giornalista di life style devo cominciare a seguire le tendenze. E poi se lo fa lei, perché non posso farlo io?  - esclamò convinta indicando il volto della donna della foto.
Solo allora Federico si rese conto di chi fosse la modella scelta per quel servizio fotografico e ridacchiò.
- Cos'è? Anche tu vuoi spodestare la Ferragni e hai stretto un'allenza con Guendi per riuscirci*? -
- Guendi può competere anche con Bella Hadid se è per questo... vero Guendolino della mamma? -
Sentendosi chiamata in causa Gué alzò una palpebra, ma non accenava minimamente ad alzarsi dal suo comodo trono e si riaddormentò in una manciata di secondi tra le risate dei suoi padroni.
Subito dopo Giulia si alzò dalla sedia e ammicò al suo ragazzo un sorrisino malizioso e fece aderire i loro corpi in un movimento fluido quanto sensuale. Federico colse all'istante la provocazione e le strinse avido i glutei.

Ore 06.45.
I primi raggi del sole cominciavano a intrufolarsi nella camera da letto riscaldando un poco l'ambiente.
Giulia dormiva tranquilla, nuda sotto le coperte con Federico sdraiato al suo fianco.
Quella notte avevano fatto l'amore, riscoprendo quella gioia dell'intimità che da molto mancava tra loro: tra i mille impegni di lei nel mandare i curricolum e quelli di Federico con X Factor non avevano avuto troppe occasioni per stare tranquilli e proprio per questo Giulia si era data da fare per fargli sentire che sì, gli era mancato terribilmente e che dovevano recuperare il tempo perso.
Eppure non era a lei a cui Federico aveva rivolto il pensiero né durante l'atto né tantomeno alla sua conclusione.
All'improvviso la spia del cellulare lampeggiò di un rosso acceso dal comodino.
Controvoglia e ancora assonnato (si era alzato poco prima per andare in bagno e stava cercando disperatamente di riprendere sonno) l'afferò in malo modo e sbloccò lo schermo, malendendo chiunque avesse avuto la malsana idea di contattarlo a quell'ora.
Appena vide il mittente del messaggio per poco non gli venne un infarto e con un movimento brusco che rischiò di svegliare Giulia.
"Buona Vigilia da Londra! Mel e Amira ti salutano tanto e ti augurano un buon riposo ❤ Hope to see you soon"
Sorrise.
Micheal sarebbe rimasto sempre Micheal e non avrebbe mai perso i contatti con lui. Sentiva di essersi legato a lui in modo indissolubile, una metà del suo cuore momentaneamente lontana.
Federico sospirò e il suo sguardo si posò nuovamente su Giulia: sapeva che presto o tardi avrebbe dovuto scegliere, ma al solo pensiero di spezzarle il cuore si sentiva male ed in colpa, specie dopo quasi tre anni insieme. Era una ragazza fantastica, non si meritava tutto quello, ma sapeva che non era con lei con cui voleva stare e, quando se n'era reso conto l'ultima volta a casa dell'altro ne era rimasto stordito.
Avrebbe deciso, e non Giulia.
Ci rivedremo presto Mik. E si riaddormentò col cuore in subbuglio.

Dicembre 2016, Milano.

Ore 14.45.
Controllò più e più volte la valigia buttata sul grande letto matrimoniale fresco di lenzuola pulite, i vestiti e le calzature appariscenti incastrati in quel minuscolo spazio rettangolare che dava l'impressione di scoppiare da un momento all'altro.
Spinse con le mani un paio di capi di abbigliamento che sembravano non volerne sapere di entrare là dentro per chiudere il bagaglio e concludere quindi quella che a sua dire era "una vera rottura di cazzo" con un piccolo verso a decretare la sua vittoria personale. Certo, era entusiasta di passare il Natale e il Capodanno a Londra con Micheal e la sua famiglia per poterli conoscere meglio, aveva accettato all'istante quella romantica proposta non appena la sua dolce metà gliene aveva accennato in una calda mattina di metà novembre, dopo aver fatto l'amore sul divano cullati da una coperta di pile, ma questo non rendeva più piacevole quella fase noiosa ma estremamente necessaria prima del viaggio.
Micheal si trovava già a casa sua per prepararsi al meglio a quella festività che tanto amava e per concordarsi con sua madre per qualche aspetto del Natale, forse il menù o qualcosa del genere a giudicare dalle poche parole che era riuscito a captare in una telefonata tra il cantante e la sua futura suocera.
Lui e Micheal si erano lasciati quattro giorni prima in aereoporto con passione e una sensazione di benessere in che si estendeva a macchia d'olio nel fisico e nell'anima; anche dopo che se ne fu andato quella  felicità non l'abbandonò, anzi, aumentava a dismisura al solo pensiero di poter restare con Micheal per molto tempo, un avvenimento positivo che avrebbe messo un velo di tranquillità.
I mesi precedenti erano stati frenetici: tra i giornalisti che non avevano smesso di fargli domande poco discrete sulla loro relazione e gli impegni per X Factor 10 era stato prosciugato delle sue energie, tanto che all'after party di fine stagione si era appisolato in un angolo come un asociale, dando l'occasione ad Arisa e ad Alvaro di scattare foto divertenti e dipingendogli la faccia con un pennarello trovato chissà dove. Federico il pomeriggio dopo si era svegliato con il cellulare che vibrava impazzito e solo dopo un'ora dal suo risveglio capì il perché; un sacco di tweet e tag su instagram e nemmeno le sue due pupille si erano risparmiate di sfotterlo.
- Tu avresti fatto lo stesso, smettila di tenere il broncio! - aveva esclamato divertito Micheal la sera, mentre ripuliva il viso del fidanzato scoccando baci un po' ovunque.
A questi e ad altri ricordi pensava mentre, dopo esser riuscito a chiudere quella famigerata valigia, era sceso in soggiorno per sgranocchiare qualche snack prima di recarsi negli uffici di Newtopia; se fosse arrivato tardi un'altra volta Ax gli avrebbe fatto la paternale di un'ora accompagnato da "un paio di calci in culo a te e quell'altro", come soleva dirgli dall'ufficializzazione della sua storia con Micheal. 
Sorrise ancora.
Non vedeva davvero l'ora.

Fine.

Angolo del manicomio!
Dopo 4 mesi siamo giunti alla fine di questa storia.
Posso dire di essere abbastanza soddisfatta per una serie di motivi:
- l'alterazione della linestory rispetto alla realtà effettiva degli accadimenti; è sempre stato complicato per me alterare la realtà, ma è stato abbastanza divertente.
- Lo stile scelto per la trama. Ho provato a lasciare quella vena passeggera e ironica che di solito accompagna la maggior parte delle mie storia per favorire una più cupa. Spero di esserci riuscita.
- KEEP MIDEZ ALIVE! Mi spiace vedere che il fandom sia un po' morto, ma ci sarò sempre legata: mi ha dato l'opportunità di conoscere persone fantastiche, confrontarci e metterci alla prova. Ragazze, ve se ama ❤
Alla prossima storia, perché ho davvero radunato un paio di ottime idee in questo quattro mesi di meditazione.
Addio ❤

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