Capitolo 4

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"Non riesco a toglierti dalla mia cazzo di testa"
Era l'unica verità che potessi dire nel caos degli ultimi mesi, l'unica cosa che sembrava giusta, essere li, davanti a lui, senza scappare più.

Vidi Cameron allontanarsi con un respiro tremulo, compiendo alcuni passi verso l'interno.

"Non hai risposto alle mie chiamate" forse suono patetico, ma non importa, non più a questo punto.

"Sei scomparso Noel, sei scomparso e mi hai ferito, ora che cazzo vuoi da me?" Grida, rilasciando probabilmente mesi e mesi di frustrazione.

Mi avvicino a lui, esitante, appoggio una mano sul suo fianco e l'altra sulla sua guancia, lo osservo chiudere gli occhi, lo sento appoggiarsi a quel tocco, chiudo gli occhi e le nostre fronti si toccano, il nostro respiro irregolare si mischia.

"Mi hai fatto male" mi dice, e avrei preferito prendere una pallottola nel culo come Mickey, piuttosto che sentirlo così  fragile, così ferito, così piccolo.

"Non volevo farti del male" apro gli occhi e sposto la mano dietro il suo collo tirandolo a me, lo abbraccio e cerco di contenerlo tutto, anche se, fisicamente, è più grande di me, lui si aggrappa alla mia camicia e stringe altrettanto forte, posso sentire le sue lacrime, rilascio le mie.

Sembra irreale, sembra un sogno, eppure in questo abbraccio ci stiamo passando tutte le parole non dette, tutta la paura che proviamo, la rabbia, e forse, l'amore.

La sua voce è incerta e soffocata dalla mia pelle quando gli sento dire "devi andare via"

"Non posso"

"Devi"

"Non posso farlo Cam" lo sussurro, ma so che mi sente, mi sente sempre, mi sente anche quando non sto dicendo niente

"Non posso fare questo, non posso pensare sempre a te, avere voglia di baciarti, toccarti, stringerti, non posso nemmeno guardarti pensando che poi tornerai da lei"

Urlava adesso, camminando su e giù per quella grande camera d'albergo, che ora sembrava una gabbia che conteneva il suo animale.

"L'ho lasciata" gli dico senza esitare, avevo bussato alla sua porta intento a dirglielo li, e subito, ma mi sono lasciato schiacciare dall'urgenza di prenderlo tra le mie braccia.

"Noel per favore non..."

"Non ti sto mentendo" lo grido, non so perché, forse perché lo voglio rendere chiaro.

Mi guarda con occhi grandi, vitrei, la bocca leggermente aperta, e vorrei solo prenderlo e baciarlo fino a perdere il respiro, ma è il momento di mettere le carte in tavola adesso.

"Ha capito che" respiro "che ero innamorato di qualcun'altro,  e meritava la verità Cam, perché le voglio bene, tanto, e sarà sempre importante per me, ma.." respiro e continua a guardarmi negli occhi e capisco che sta cercando di non piangere di nuovo "ma non è stata molto sorpresa quando gli ho fatto il tuo nome"

"Io ti amo cazzo Noel"

Cosi, ho colmato quei pochi centimetri che ci separavano e l'ho baciato.
Lo sentivo sorridere contro la mia bocca e non potevo immaginare niente di più perfetto, niente di più giusto.

Ora le riprese sono finite, gli episodi sono andati in onda, sono state le settimane migliori della nostra vita, ci siamo scoperti come mai avevamo fatto prima d'ora, abbiamo fatto l'amore più volte di quante possa contare, e non ne abbiamo mai abbastanza.
Per il momento vogliamo restare nella nostra bolla felice. Ce lo meritiamo infondo.

Per il momento al mondo, lasciamo Ian e Mickey.
Io, intanto, me lo porto in vacanza.
Magari in messico.

OLTRE LA SCENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora