Capitolo 5

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Quando Louis e Niall arrivarono, la festa era già iniziata. Erano solo le dieci di sera, ma erano rimasti a casa dell'irlandese per la cena.

Solitamente, durante il Capodanno, la famiglia di Louis andava da quella di Niall, ma quell'anno la tavola sembrava terribilmente vuota, e Louis non riuscì a sopportare quella situazione molto a lungo.

Il luogo in cui si teneva il party non era molto distante e ci arrivarono a piedi, mentre sorseggiavano una fiaschetta di gin, per mettersi in pari con i ragazzi già ubriachi. Non volevano bere a casa dei loro genitori, ma erano ben disposti a sbronzarsi una volta entrati dentro.

La padrona di casa era una ragazza di nome Kelly. Faceva parte della squadra delle cheerleader, e Louis la conosceva abbastanza. La sua casa era enorme e probabilmente era meglio così, dal momento che secondo l'evento su Facebook, quasi tutta la classe dell'ultimo anno avrebbe partecipato a quella festa.

Sapeva che probabilmente sarebbe arrivato anche Harry, ma non voleva pensarci in quel momento. Se l'era cavata abbastanza bene a non pensare al ragazzo durante le vacanze natalizie. Più o meno.

Louis ed Harry non frequentavano quasi mai gli stessi party, perché tendevano ad uscire con diverse comitive. Spesso si riunivano con i ragazzi della squadra, ma solo per bere qualche birra per un'ora, poi ognuno tornava a fare le sue cose. Probabilmente era colpa loro se la squadra non era così unita.

Ultimamente poi, non aveva avuto molta voglia di festeggiare.
Era stato solo ad alcuni party e non aveva idea se il riccio fosse uscito con le stesse persone con cui era stato lui.

Tuttavia, quella sera, Louis era pronto a lasciarsi andare e a non pensare a niente.
Lui e Niall salutarono i loro compagni non appena entrarono nella casa che era già abbastanza piena. La cucina era affollata, e loro si diressero verso il tavolo, dove trovarono dell'alcool. Niall agguantò una bottiglia di vodka, trovando dei bicchieri di plastica da qualche parte e versandone in ognuno di essi.

''Buon anno nuovo, Lou,'' disse sorridente, alzando il bicchiere. Louis sogghignò, facendo tintinnare il drink. Era qualcosa di russo e bruciava.

''Un altro?''

''Un altro.'' Concordò Louis.

Riuscirono finalmente ad arrivare in soggiorno dopo altri due shot, e Louis individuò Stan e Oli sul divano. Stavano fumando, così si fece spazio fra di loro, unendosi alle loro chiacchiere.

La musica pompava forte nella stanza, i pezzi d'arredamento erano stati spostati vicino al muro per creare uno spazio per ballare, e riuscì a vedere un paio di coppie leggermente indecenti. Era abbastanza sicuro che Niall fosse una di loro. Stava già flirtando e gli sembrava che ci stesse anche riuscendo.

''Liam!'' urlò Louis quando vide il ragazzo entrare nella stanza. Stava davvero bene con quella maglietta bianca stretta che cadeva davvero bene sulle spalle e il petto, e con quei jeans chiari che rendevano la sua vita incredibile. Era strano, perché Louis non lo aveva mai trovato attraente. Forse era un po' ubriaco.

Liam si avvicinò, incontrando il pugno di saluto di Louis, prima di abbracciarlo. Il castano si lamentò e poi andò a farsi uno shot con lui, finendo in qualche modo col sedersi sul suo grembo. Era un gesto amichevole, ma era comunque piacevole. Louis amava essere affettuoso, soprattutto da ubriaco. Era passato così tanto tempo da quando si era sentito così privo di inibizioni ed era una bella sensazione.

Aveva quasi dimenticato quanto potesse essere grandiosa una buona sbronza. Ultimamente era stato troppo occupato con il calcio per lasciarsi andare e come lui, anche Liam.

''Di solito sono io quello che organizza i party,'' rispose. ''Vieni al mio, ci saranno anche Ed e Zayn.''

Louis non conosceva questo Zayn, ma gli amici di Liam erano sempre brave persone, quindi ne dedusse che questo Zayn fosse un tipo a posto.

''Vuoi fumare?'' chiese Louis.

''Certo.''

Liam avvolse con le braccia la vita di Louis, tenendolo sul suo grembo, mentre sollevava il sedere per estrarre dalla tasca il suo pacchetto di sigarette. Ne accese una e poi si avvicinò per fare la stessa cosa con quella del castano.

Erano le undici passate quando Sofia, una brunetta molto carina, fece il suo ingresso nella stanza. Quando vide Liam tirò un urlo e poi si sedette al suo fianco.

Liam doveva avere l'aspetto di un protettore, seduto su una poltrona enorme, con Louis sulla sua gamba sinistra, la sua ragazza sul braccio della poltrona, e le gambe sistemate sulla sua destra.

Louis era troppo brillo per essere disturbato dal fatto che i due ragazzi stessero pomiciando da un bel po'.

Sofia stava tenendo il viso di Liam tra le mani, ma a Louis non importava; la ragazza non lo mandò via, anzi, gli permise di restare seduto sul grembo del suo ragazzo, e di poggiare la testa sulla sua spalla.

Poco dopo Stan gli offrì un tiro di canna, che non rifiutò.

La mano di Liam era calda sulla sua vita, per cui cominciò a sentire un po' caldo. Sofia era ancora seduta accanto al ragazzo, e gli sorrideva tutto il tempo. Louis le rivolse un occhiolino pigro, di fronte al quale lei sogghignò.

''È un po' fuori?'' le sentì dire a Liam, e percepì il ragazzo sotto di lui alzare le spalle.

''Sta bene,'' rispose, poi Sofia diede a Louis un bacio sulla guancia. Lui si voltò e lei sorrise, e i suoi occhi formarono delle leggere rughe d'espressione agli angoli.

Pensò che la ragazza profumasse d'estate. Forse doveva trovarsi una fidanzata, pensò. Una che gli ricordasse i cieli blu e la primavera e che avesse mani morbide.

''Ciao,'' disse alla ragazza dopo un po', consapevole di averla salutata prima. Liam rise sotto i baffi.

''La tua ragazza è carina, Liams.''

''Grazie, Lou.''

Louis distolse lo sguardo, guardando oltre il tavolino da caffè davanti a loro. Vi erano alcuni volti noti, ma l'ambiente restava lo stesso. Le persone fumavano, bevevano, alcune si trattenevano. In quel momento si rese conto di essere in mezzo a molti ubriachi. Quelli più vivaci raggiunsero la pista da ballo e il resto si confondeva nella mischia.
Si chiese dove fosse Niall.

''Dov'è Niall?'' chiese ad alta voce e a nessuno in particolare.

''Amico,'' disse qualcuno, che era seduto dall'altra parte del tavolino da caffè, sorridendo e salutando.

''Sono qui.''

''Niall!'' esclamò. ''Bagno, Niall!'' Doveva andare al bagno.

''Nel corridoio, amico. Devo accompagnarti?''

''Mm-hmm,'' annuì, alzandosi in maniera scoordinata dal grembo di Liam. Gli sembrò di sentire una mano o due che lo aiutavano a metterlo in piedi. Sentì Niall afferrargli il braccio e condurlo al bagno attraverso il corridoio vuoto.

Probabilmente la maggior parte delle persone era fuori o ai piani di sopra, suppose.
Niall lo aiutò ad arrivare al bagno, dicendogli che sarebbe tornato in soggiorno.

Chiuse la porta a chiave, e poi passò quindici minuti seduto sulla tavoletta del water, a fissarsi le gambe mentre le faceva rimbalzare su di un soffice tappetino. Sarebbe stato un peccato rovinarlo perché era davvero molto carino e morbido, così si alzò e si avvicinò al lavandino, sciacquandosi la faccia con dell'acqua fredda. Le mani afferrarono i bordi del lavandino e si trovò a fissare il suo stesso riflesso.

Ultimamente si sentiva davvero confuso. Tutto era così confuso. Molto confuso. Confusione.

Esaurimento. Molte cose e sensazioni strane.

Poco dopo qualcuno bussò alla porta un paio di volte, poi lasciò perdere.

Louis non sapeva che ore fossero, o da quanto tempo avessero bussato alla porta, ma immaginò di dover tornare alla festa. Lo fece, ma si diresse al piano di sopra dopo aver constatato che in soggiorno non ci fosse più nessuno. La maggior parte delle persone erano uscite fuori, ma faceva freddo e lui non se la sentiva molto. Trovò un secondo bagno in un corridoio al secondo piano ed entrò nella vasca da bagno, appoggiandosi ad essa. Pochi minuti dopo si rese conto di avere il pacchetto di sigarette di Liam nella tasca e se ne accese una, permettendo alla tendina rosa della doccia di nasconderlo.
Sapeva che probabilmente non doveva stare da solo a Capodanno, soprattutto mentre era ad una festa, così prese il cellulare. Nascondino Niallll, gli mandò un messaggio, sorridendo tra sé e sé. Non lo avrebbe mai trovato lì.




Louis doveva essersi addormentato, perché ad un certo punto qualcuno aprì la porta del bagno, chiudendola subito dopo. Era un ragazzo, scoprì, quando sbirciò dietro la tendina della doccia.

''Cosa stai facendo?'' chiese con voce stanca, ma un po' meno ubriaca. Si sentiva molto più sveglio adesso che durante tutto il party.

Dei ragazzi urlarono mentre si radunavano nel corridoio di fronte. Louis scoppiò a ridere.

L'altro ragazzo sembrava spaventato, ma si calmò quando finalmente individuò il castano nella vasca.

''Cosa stai facendo, amico?'' chiese. ''Mi hai spaventato a morte.''

''Scusa,'' Louis sorrise. Il ragazzo era molto magro, ma aveva dei begli occhi, valutò. Era carino.

''Hey, tu sei l'artista!''

''Cosa?''

''L'amico del ricciolino.''

''Sono Zayn.''

''Esattamente!'' Il ragazzo l'osservò di sbieco. Sembrava anche lui leggermente ubriaco.

''Devi fare pipì?'' chiese Louis.

''Sì.''

''Mi tapperò le orecchie.''

Zayn fece un sorrisetto, scuotendo la testa, poi senza curarsene, si abbassò i jeans. Louis chiuse gli occhi, premendo la guancia contro il bordo freddo della vasca.

Quando il ragazzo finì, tirò lo sciacquone e si lavò le mani.

''Hey, sai dov'è Niall Horan?''

''Il mio Niall? Conosci il mio scoiattolino?''

''... Immagino di sì.''

''Da qualche parte. Giù.''

''Davvero di aiuto,'' annuì Zayn. Louis non sapeva se fosse sarcastico o meno.

''Ok. Tra poco è mezzanotte, amico, giusto per fartelo sapere.''

''Sì... Mi mandi qualcuno che mi aiuti a scendere giù? Preferibilmente Lima.''

''Chi?''

''Liiima, Liams.''

''Payne?''

''Mm-hm.''

La porta si chiuse pochi secondi dopo. Louis suppose di essere rimasto di nuovo da solo. Avrebbe potuto alzarsi da solo, ma era stanco e aveva bisogno dell'aiuto di qualcuno. D'altra parte, era sulla buona strada per far arrivare la squadra di calcio della scuola fino ai campionati, per cui sarebbe stato non solo gentile, ma un onore da parte loro aiutare il loro capitano.

Un paio di minuti dopo la porta venne aperta di nuovo, e il castano valutò l'idea di chiedere a Liam di portarlo giù in braccio, come una sposa, per fare il suo ingresso in maniera stravagante. Scommetteva che tutti quanti avevano sentito la sua mancanza.

''Tu non sei Lima,'' disse, accigliandosi dopo aver alzato lo sguardo. Non era assolutamente lui.

''No.''

''Cosa ci fai qui?'' chiese, deglutendo.

''Zayn mi ha detto che eri qui.''

''Perché?''

''Perché è mio amico.''

''Volevi vedermi?'' chiese Louis, occhieggiando il ragazzo mentre scavalcava la vasca con una gamba, per poi entrarci dentro.

Il ragazzo non rispose, limitandosi a sedersi e a sistemare le ginocchia ai lati delle gambe di Louis.

Louis inspirò lentamente, sentendosi all'improvviso insicuro. Harry era seduto nella vasca con lui e si stavano semplicemente guardando. Era abbastanza allettante. Sembravano essere passati secoli dal loro ultimo incontro e non aveva intenzione di mentire e dire che non ci aveva pensato, anche se aveva cercato di non farlo. L'immagine era stampata nella sua testa dalla scorsa settimana e non sapeva cosa fare.

''Quindi,'' disse finalmente Harry con la voce ridotta ad un sussurro. Sembrava insicuro quanto Louis.

''Quindi,'' replicò. ''Come... come sono andate le tue vacanze?''

''Bene.'' Annuì di nuovo, mordendosi le labbra.

''Bene.''

''Le tue?''

Il Natale era stato abbastanza tranquillo. Lui e sua mamma avevano festeggiato da soli, mentre sua nonna e suo nonno si erano uniti a loro il 25. Era stato bello, tranquillo e intimo, anche se un po' strano. Lottie era ancora arrabbiata con lui per non aver passato il Natale da Mark, e poi gli aveva detto di aver parlato con Fizzy (anche se con un'espressione dura e inarcando un sopracciglio, carico di significato) che a quanto pare aveva intenzione di venire a casa qualche volta. Aveva poi parlato a lungo con Jay del loro litigio, includendo la questione del lavoro. Sua mamma era rimasta delusa, ma gli aveva permesso di continuare a farlo. Si erano ripromessi che da quel momento in poi non ci sarebbero state più bugie.

''Ok, credo,'' rispose, puntando gli occhi sulle dita di Harry che stavano graffiando il suo ginocchio piegato.

''Sei ubriaco?'' chiese Harry a bassa voce, senza guardarlo negli occhi.

''Un po'. Tu?''

Il riccio scrollò le spalle. Louis lo guardò e aveva l'aspetto di... di uno che non stava molto bene. All'improvviso si chiese se fosse colpa del party per non aver tirato su il morale al ragazzo, o se fosse qualcos'altro, ad esempio dei suoi genitori. Ma non aveva alcun diritto di chiedere, così non lo fece, anche se l'immagine di un Harry, in piedi fuori alla porta, in lacrime, tormentava i suoi pensieri.

''Che ore sono?'' mormorò.

''Le undici e cinquantasei.''

''Felice anno nuovo,'' disse pigramente, alzando gli occhi al cielo.

Harry lo derise, gettando la testa all'indietro e scontrandosi accidentalmente con il muro dietro di lui, facendo scoppiare a ridere Louis, che si posò una mano sulla bocca. Harry piagnucolò mentre si strofinava il retro della testa, e Louis sorrise, urtando la coscia con la punta della sua scarpa.

''Cosa ci fai qui?'' chiese, in maniera scortese. ''Per davvero.''

Harry lo guardò, scuotendo la testa per una frazione di secondo, prima di appoggiarsi di nuovo al muro.

''Non ne ho la minima idea.''

E in qualche modo quella risposta aveva senso.

''Chi bacerai a mezzanotte?''

''Vuoi che io ti baci?'' chiese Harry, guardandolo negli occhi.

Louis scrollò le spalle. Non voleva che lo baciasse, ma... non voleva non essere baciato.

''Che ore sono?'' chiese.

''Le undici e cinquantanove.''

Restarono in silenzio per un momento e poi Harry finalmente sospirò. Fu un sospiro basso, forse persino inquietante, un suono di sfinimento.

Louis lo vide guardare il soffitto.

''Non voglio stare da solo.''

E. Sì. Louis sapeva come ci si sentiva.

''Sì,'' replicò.

Sentiva che era la cosa giusta infilarsi tra le gambe di Harry e appoggiare i gomiti sulle spalle calde del ragazzo, poi lo guardò, facendo sbattere gli occhi di Harry per lo stupore. Louis gli spostò i capelli dal viso e ci fu una tacita intesa tra i due.

''Che ore sono?''

Diede uno sguardo al piccolo orologio sul tavolino nell'angolo del bagno. Prima di rispondere, sentirono un forte grido dall'esterno, e il resto degli invitati che urlavano i loro desideri per il nuovo anno.

''Mezzanotte,'' sussurrò Harry.

''Felice anno nuovo, Harold,'' mormorò Louis, poi si abbassò e lo baciò.

Durò solo pochi secondi, ma fu tutto così caldo e dolce.

Louis chiuse gli occhi, percependo le labbra morbide di Harry rispondere al bacio. Non significava niente, ma confortò entrambi i ragazzi.
Si separarono con i respiri accelerati, poi Louis si sedette sulle cosce di Harry, nel punto in cui era a cavalcioni su di lui. Asciugò un leggero strato di saliva dal labbro inferiore di Harry con il pollice prima di alzarsi e uscire dalla vasca. Mentre lasciava il bagno, si ritrovò a barcollare.

**

Louis non sentì Harry per il resto delle vacanze, dal Capodanno. Lasciò la festa un paio d'ore dopo. Niall lo trovò da qualche parte in soggiorno. Quella sera non vide nemmeno il riccio, supponendo che il ragazzo fosse salito di sopra o che fosse tornato dov'era prima di entrare nel bagno.

Passò il resto della settimana a risposarsi, a giocare a FIFA a casa di Niall e ad incontrarsi un paio di volte con Liam. Fece degli allenamenti, ma cercò di pensare molto al suo solito programma di esercizi. Inoltre, iniziò a dare lezioni di guida a Lottie. Le prime due lezioni si limitarono a restare in un parcheggio abbandonato, e a cercare di insegnare alla sorella come far muovere la macchina. Ci riuscì, anche se a scatti, ma si risolse in un guasto al motore quando lasciò la frizione. Fu alquanto esilarate e finirono con il ridere, anche se Lottie lo trovò frustrante.
Niall si unì a loro un paio di volte e fu d'aiuto.

''Penso che dovremmo guidare su quella piccola strada nei boschi,'' suggerì. ''Sei pronta, Lots.''

''Davvero?'' disse lei. ''Louis non mi permette di fare altro da giorni.''

Beh, Louis era abbastanza sicuro di non avere nemmeno il permesso di poter insegnare qualcuno a guidare.

''Sì, dai. Nessuno guida da quelle parti. Andrà tutto bene. Louis?''

''Va bene,'' sospirò. ''Ma guiderò io per arrivarci. Cambio.''

Lottie alzò gli occhi al cielo, ma non si lamentò.

Alla fine andò bene. La strada era solitaria e Lottie fece pratica con le frenate, azionando più e più volte l'auto.

''Lots,'' disse Louis dopo una serie di frenate brusche. ''Se lasciassi andare il pedale del freno solo poco dopo che l'hai premuto, la frenata non rischierebbe di rompermi il collo ogni volta.''

''Scusami,'' disse lei, scoppiando a ridere. Azionò di nuovo la macchina, guidando e poi rallentò.

''Così?''

''Meglio,'' annuì Louis, accarezzandosi il petto nel punto in cui la cintura di sicurezza gli stava premendo leggermente.

''Forse dovremmo cominciare a fissare delle regole per queste lezioni di guida.''

''Nessuno ci vedrà, Lou. Stai tranquillo, va tutto bene.''

Louis fece un'occhiataccia a Niall, notando che aveva il suo telefono tra le mani.

''Quello è il mio telefono?''

''No-''

''Dammelo!'' Merda.

''Non è il tuo telefono, è-''

Louis glielo strappò dalle mani, con il cuore che batteva all'impazzata. Se lo rigirò tra le mani, capendo che no, non era il suo telefono infatti. Una sensazione di sollievo lo riempì all'istante e lasciò andare il respiro che stava trattenendo.

''Cosa ti prende?'' chiese Niall.

''Niente. Oof!''

Si massaggiò il petto, puntò gli occhi su Lottie che era concentrata sulla strada davanti a lei, e poi guardò Niall in modo imbarazzato.

''Scusa,'' mormorò.

''Cosa credevi? Che avrei sbirciato tra i tuoi messaggi? E comunque, da quando scrivi qualcosa di interessante? L'ultima cosa che voglio è leggere gli orari sull'allenamento che mandi a ognuno della squadra. Sì, sono a conoscenza di quelli. I ragazzi della squadra li odiano, lo sapevi?'' Niall roteò gli occhi.

''E da quando abbiamo dei segreti – Ooof! Lottie!''

''Scusami!''

Louis deglutì, tornando a prestare attenzione al cellulare tra le sue mani, sentendosi colpevole.

''Scusa. Non so cosa mi è preso,'' disse imbarazzato.

''Aspetta. Allora cosa stavi facendo? Questo è il cellulare di Lottie.''

''Cosa?!''

''Occhi sulla strada.''

Niall sghignazzò. ''Stavo leggendo i messaggi.''

''Niall!''

''Strada. Occhi. Strada.''

''Louis! Stava leggendo i miei messaggi!''

''Chi è Martin, Lots?'' chiese Niall, scoppiando a ridere.

''Nessuno! Sei proprio uno stronzo, Niall-''

''Ferma la macchina.''

''-ti ucciderò!''

''Ferma la macchina!''

''Comunque sembra carino, ma mi chiedo-''

''Giuro su Dio, se non fermi questa macchina moriremo.'' Louis rafforzò la presa sul sedile.

''Non è successo niente.''

''Sei sicura? Non avrei detto niente se Louis non mi avesse beccato, ma ora che sei sulle difensive, sono curioso.''

''Niall, sei un coglione!''

''Ferma l'auto!'' urlò Louis e poi, finalmente, finalmente, Lottie frenò.

''Woah!''

''Uugh!''

Louis si allungò, spegnendo il motore.

''Se litigherete in macchina un'altra volta, non guiderò più con voi, Lottie, mai più. Non ho intenzione di mettere a rischio la mia vita.''

''Stavo guidando a trenta all'ora, Louis, rilassati.''

''È anche troppo veloce.''

Lottie lo ignorò, voltandosi verso Niall. ''Dove hai preso il mio cellulare?''

''Ho i miei contatti.''

Lottie rivolse a Louis uno sguardo arrabbiato.

''Hey! Io non ho fatto niente.''

''Sì, non hai visto come ha dato di matto perché pensava che fosse il suo?!'' Niall guardò Louis in maniera un po' fredda.

''Non farlo più.''

''Non posso prometterti niente, sorella,'' Niall scrollò le spalle. ''Quindi, uscite insieme?''

La sorella di Louis si fece rossa in viso, così Louis strizzò gli occhi.

''Hai un fidanzato?''

''No!'' esclamò lei. ''Non ancora,'' aggiunse.

''Hai quindici anni!''

''E tu diciotto. Solo perché tu eri un secchione alle medie, non significa che non possa uscire con qualcuno.''

Louis incrociò le braccia al petto. Erano tutti e tre incazzati tra di loro. Louis era arrabbiato con Lottie, Niall con Louis, e Lottie con Niall.

''Quando è cominciata?'' chiese rigidamente Louis.

''Non va avanti da molto, Louis. Da Capodanno.''

''L'hai baciato a mezzanotte?'' chiese Niall.

Silenzio.

Louis sussultò.

''L'hai baciato?!''

Lottie lo fissò.

''E quindi?! Tutti quanti baciano le persone a mezzanotte! Niall ha baciato Melissa!''

''Come lo sai?'' Louis e Niall dissero all'unisono, le facce tinte di confusione.

''Per favore, lo sanno tutti. E Louis, solo perché eri strafatto e hai deciso di fare astinenza sessuale, non significa che tutti noi la pensiamo allo stesso modo.''

''Cos - io non – non ero strafatto,'' balbettò.

Lottie alzò gli occhi al cielo.

''Louis, ho visto le foto su Facebook di te seduto sul grembo di qualcuno, mentre ti fissavi la mano come uno stupido. Eri un disastro.''

''Non avevi passato la mezzanotte in una vasca?'' fece Niall tra le risate. Bastardo inutile.

''Perché vi comportate tutti come se non abbia mai fatto niente con qualcuno?''

Non avrebbe dovuto parlare di quello, soprattutto non con Lottie. O con Niall. Per la cronaca, avrebbe voluto dire che aveva fatto cose che nessuno dei due nemmeno si sognava di fare.

''Non hai mai avuto una fidanzata,'' disse Lottie.

''Non hai una fidanzata con cui fare cose.''

''Ti prego, sei a malapena il tipo da una botta e via, Lou,'' Niall alzò le spalle. ''Ti affezioni subito.''

''Questo è assurdo.'' Ci riusciva perfettamente con Harry, grazie tante.

''Allora, hai baciato qualcuno a mezzanotte?'' Lottie inarcò un sopracciglio. La sua espressione era molto simile a quella che Louis faceva in certe occasioni, e ne era infastidito.

''Io non... non ho detto quello.'' Louis cercò di ricomporsi.

Non potevano scoprirlo, assolutamente no. Non riusciva ad immaginare cosa sarebbe successo se l'avessero fatto. Louis che faceva sesso con Harry. Con un ragazzo. Non si vergognava di quest'ultima cosa, ma era sicuro di non essere pronto per dirlo a tutti. Cristo, non sapeva nemmeno cosa dire. Tutti gli avrebbero chiesto se era gay e lui non aveva idea di cosa diavolo rispondere. Non lo sapeva!

La sua espressione vacillò e si morse l'interno della bocca, fingendo determinazione. Non sarebbe stato scoperto, ma Lottie scoppiò a ridere, scuotendo la testa.

''Scommetto che stai indossando una cintura di castità, Louis. Ti stai preservando per il matrimonio?''

''Non ho nulla in contrario con quello,'' mormorò Louis, rigirandosi sul sedile.

Niall non disse niente, ma il castano riusciva a sentire i suoi occhi sul collo. L'amico sapeva qualcosa, anche se non sapeva cosa. Non avrebbe detto niente, Louis era sicuro di quello, ma si sentiva terribilmente in colpa, si vergognava di nascondere qualcosa al suo fottuto miglior amico.

''Andiamo a casa adesso, ok? Ho promesso a papà di aiutarlo a cucinare la cena,'' disse Niall, adagiandosi sul sedile.

''Cambio,'' mormorò Louis.

**

Mancava solo un giorno alla fine delle vacanze. Louis non usciva con Niall dall'incidente con Lottie, che per la cronaca, continuava a mandare messaggi a Martin. La sua faccia si illuminava ogni volta che il telefono vibrava e Louis si trovava a fissare il suo di telefono che, al contrario, restava perfettamente silenzioso.

Non aveva intenzione di mentire; Niall e Lottie gli ricordavano costantemente che non faceva altro che giocare a calcio, e la cosa lo rendeva leggermente depresso. Sapeva che i due non erano a conoscenza della verità, come del suo lavoro e di Harry, ma si sentiva comunque un po' triste.

Durante gli ultimi giorni di vacanza, non aveva molto da fare, dal momento che non aveva turni al negozio, e Niall sembrava distante, anche se non poteva biasimarlo.

All'improvviso realizzò di come nell'ultimo anno Harry fosse stato un faro costante nella sua vita. Niente lo faceva sentire come il ragazzo, a prescindere dalle sensazioni che gli faceva provare.

La sua situazione familiare lo rendeva infelice, ma ultimamente il riccio gli aveva fatto provare delle sensazioni diverse. Ed era stranamente inebriante, anche se non sapeva se gli piacesse o meno.

I suoi occhi si posarono di nuovo sul cellulare. Avrebbe potuto mandargli un messaggio... Ma no. No, non poteva.
E comunque non avrebbero avuto un posto in cui stare. Sua mamma era a casa da tutta la giornata, stava leggendo in cucina, mentre Lottie era in soggiorno con lui, a mandare messaggi.

Non sarebbe stato capace di farlo intrufolare, né tanto meno di andare a letto con lui senza passare inosservato. Sapevano di essere abbastanza rumorosi...

Inoltre, non era nemmeno così tanto eccitato, nonostante fossero passate settimane dall'ultima volta che ci aveva scopato.
Sospirò, rotolando sul divano e chiudendo gli occhi. Poteva approfittarne per dormire un po', suppose. Restare sveglio e guardare porno per tutta la notte, non aiutava di certo il suo sonno di bellezza. Il fatto era che... era semplicemente curioso di cosa poter fare con Harry, di come renderlo un completo disastro sotto di lui. E forse voleva fare qualcosa per impressionarlo. Forse.

Si chiese cosa avesse significato quel bacio.

Quella volta fuori al campo da calcio era stata inaspettata e se doveva essere sincero, era stato davvero bello. Riusciva ancora a ricordare le mani delicate di Harry sul suo collo e sulla guancia che lo tenevano fermo mentre gli baciava la bocca. Poi c'era stato il bacio di Capodanno. Era stato breve, ma anche quello delicato e frutto di un accordo tacito.
Era stato un momento strano, ma di affinità reciproca. Non si trattava di empatia, era come... Louis non sapeva come definirla. Ma in qualche modo aveva significato qualcosa.

Non voglio stare da solo.

Sì.

Louis finì con l'andare a letto prima, con lo stomaco leggermente angosciato dall'ansia. Non sapeva perché, ma andare a letto gli sembrava la soluzione giusta per sfuggire ai suoi pensieri stupidi e alla sensazione di malessere che sentiva nel petto.

Erano solo le sette di sera, ma augurò la buonanotte a sua mamma, dicendole che si sarebbero visti il pomeriggio successivo. Lottie lo prese in giro, definendolo ''nonno'', lui le fece il dito medio, non proprio infastidito da quella battuta.

Si lavò i denti, infilandosi sotto le coperte, indossando i pantaloni del pigiama con tema scozzese e una maglia a maniche lunghe di colore nero. Sentiva un po' freddo e si chiese se gli stesse salendo la febbre.

Si mise della musica nelle orecchie, tirandosi il piumone fin sopra la testa.

Si svegliò all'una del mattino. Panic! At The Disco non suonava più nelle sue cuffiette, ma questo solo perché era stata interrotta da degli squilli.

Grugnì, tirando giù le coperte. L'aria che lo colpì in viso era leggermente fredda, e si rese conto di aver dormito in quella posizione rannicchiata per parecchie ore.

''Cosa?'' ringhiò al telefono, senza staccare la guancia dal cuscino, perché era troppo stanco per controllare chi lo stava chiamando a quell'ora.

''Posso venire? Per favore.''

Era Harry. La sua voce era quasi bisognosa, un po' rauca, e la prima immagine che fece capolino nella testa di Louis fu quella del riccio, in piedi e fuori alla porta di casa sua.

Non poté che mormorare, ''Va bene,'' cercò di non analizzarne il motivo, anche se il suo stomaco si contorse leggermente, forse.

Si sedette, passandosi una mano nei capelli arruffati. Erano sparati in tutte le direzioni, ma era troppo stanco per preoccuparsene. Non sapeva nemmeno cosa voleva Harry.

Dieci minuti dopo arrivò un messaggio. Scese silenziosamente le scale, controllando che la porta di Lottie fosse chiusa. Guardò fuori alla finestra, ma non individuò la macchina del riccio. Forse era venuto a piedi.

Aprì la porta d'ingresso, guardando Harry di sbieco. Anche i suoi ricci erano in disordine, le sue gambe lunghe erano ricoperte dai pantaloni della tuta, mentre sopra indossava una felpa verde e una giacca. Sembrava stanco, ma non stava piangendo, quindi Louis ritenne che fosse un buon segno.

''Ciao,'' disse.

''Ciao,'' rispose Harry, con le mani nella tasca del maglione. Era proprio come l'ultima volta. Sembrava passata un'eternità da allora.

''Cosa ci fai sveglio all'una di notte? Domani c'è scuola,'' disse Louis, aveva la voce pesante dal sonno.

''Non riuscivo a dormire.''

Louis si fece da parte per permettergli di entrare, poi chiuse la porta dietro di lui.

Il ragazzo si liberò delle scarpe, prendendole poi in mano. I suoi occhi si posarono per un momento su di lui e sì, Louis riconobbe che il modo in cui era vestito non fosse proprio lusinghiero; i pantaloni del pigiama lo rendevano più basso di quello che era.

Gli occhi di Harry indugiarono sulla sua vita e lui cercò di non pensarci molto.

Louis si voltò, indicando lentamente le scale che conducevano al piano di sopra. Sentì il ragazzo seguirlo, e poi silenziosamente arrancarono nella sua stanza.

Non appena entrarono dentro, Louis chiuse la porta e si rannicchiò sotto il piumone. Poco dopo sentì Harry sfilarsi la giacca e poggiare le scarpe sul pavimento. Ci volle qualche momento e poi sentì il letto abbassarsi accanto a lui.

Si voltò, premendo la guancia sul cuscino, il suo viso era a pochissimi centimetri di distanza da quello di Harry, e sentiva le dita dei piedi congelare.

''Assomigli a un piccolo riccio,'' mormorò Harry, la stanchezza era evidente nel suo tono di voce.

In risposta, Louis affondò le dita fredde dei piedi tra le caviglie di Harry, facendolo sussultare, poi gli mise una mano sugli occhi.

''Dormi.''

Quando spostò la mano, Harry continuò a tenere gli occhi chiusi.

Louis lo guardò per un momento.

Non voglio stare da solo.

''Sì,'' mormorò, sicuro che Harry non l'avesse sentito.

**

Quando la mattina successiva Louis entrò in aula, Harry lo guardò all'istante.

Si erano svegliati alle sette, grazie alla sveglia di Louis. Harry aveva il viso spiegazzato per il sonno, la voce rauca, ma anche dolce allo stesso tempo, e Louis si era dovuto trattenere dal passargli una mano tra i capelli.




''Mi daresti un passaggio a scuola?'' gli chiese Harry, sbattendo le palpebre innocentemente.

''Non penso proprio,'' rispose Louis, spingendolo giù dal letto. Harry aveva afferrato il piumone, rotolandosi dentro come un burrito.

''Devo accompagnare Lottie, quindi devi andartene prima che si alzi.''

''Non voglio,'' sbuffò Harry. ''Dovrei andare a casa a piedi e poi prendere la mia auto.''

''Hai anche bisogno di un cambio di vestiti.''

''Posso prendere in prestito i tuoi?''

''Non ti stanno nemmeno,'' lo derise Louis. ''Li strapperesti.''

''Non è vero,'' sbuffò Harry offeso, liberandosi del piumone. Così si era alzato, offrendo a Louis la visione delle sue gambe nude e del suo petto. Indossava solo i boxer, e Louis assottigliò gli occhi mentre il suo sguardo seguiva Harry vicino al cassetto.

Il ragazzo aveva cominciato a rovistare tra i suoi vestiti, creando un casino, e Louis ringhiò ad alta voce.

''Smettila di mettermi tutto in disordine!''

''Smettila di lamentarti. Hey, questa potrebbe andare bene.'' Sventolò davanti al viso di Louis una camicia blu che solitamente usava quando non aveva voglia di fare bella figura. Era un po' troppo grande per lui, quindi suppose che Harry potesse prenderla.

''Va bene, ma dopo lavala.''

''Sì, sì, mamma.'' Harry infilò le braccia nelle maniche, e Louis osservò come la parte finale delle maniche fosse stata attorcigliata in modo sbagliato. Le sue dita fremevano dall'urgenza di sistemarle. ''Ho bisogno di un paio di pantaloni.''

''Non ti permetto di prendere i miei.''

''Penso che questi andranno bene.''

''Quelli sono i miei!'' Louis gli strappò di mano i jeans neri mentre si sfilava i pantaloni del pigiama. ''Smettila di guardare.''

''Ti stai denudando davanti a me. È ingiusto dirmi che non posso guardare.''

''Corpo mio, regole mie.''

Harry scrollò le spalle, mentre con le mani frugava ancora nel cassetto del ragazzo.

''Va bene. Allora chiuderò gli occhi e ti immaginerò nudo.''

''Hai bisogno di curarti.''

''E tu di sistemarti i capelli.''

Dannazione.

Louis si dette un'occhiata allo specchio. Aveva davvero bisogno di darsi una sistemata, così andò al bagno per prendere una spazzola, lanciando uno sguardo glaciale a Harry. Passò meno di un minuto prima che il riccio entrasse in bagno, incastrandolo vicino al lavandino. Louis notò che indossava i suoi jeans neri; troppo corti, ingiustamente stretti.

Ma stava sorridendo maliziosamente, cercando qualcosa nell'armadietto mentre Louis sbuffava annoiato. Il petto di Harry era premuto contro la sa schiena.

''Questo spazzolino è tuo?''

''Si, perché - No!''

Harry avvolse la vita del ragazzo con il suo braccio forte, avvicinandolo al suo fianco. Spostò la mano di Louis e poggiò lo spazzolino sul bordo del lavandino per metterci sopra del dentifricio.

''Che schifo,'' si lamentò Louis, quando Harry se lo portò alla bocca.

''Non puoi farci niente adesso,'' disse Harry sorridendo, con la voce camuffata dal dentifricio.

''Col cazzo che posso,'' ringhiò Louis, e cominciò a rigirarsi nella presa di Harry, contorcendosi e affondando le dita nel suo braccio.

Harry cercò di non cedere, ma Louis era difficile da gestire quando si metteva d'impegno. Alla fine, finirono sul pavimento, con le mani enormi di Harry che lo tenevano giù.

''Perché?'' fu quello che disse Harry, quando si ritrovarono col respiro pesante, sdraiati a terra.

''Non lo so,'' disse Louis. E davvero, non sapeva perché stavano litigando per uno spazzolino ma ''Voglio il mio spazzolino.''

''Puoi averlo quando ho finito.''

C'era del dentifricio che colava sul suo mento.

Louis si avvicinò, prendendo la punta dello spazzolino tra i denti e strappandolo dalla bocca di Harry.

Harry lo stava guardando incredulo, e Louis si chiese internamente perché si stava comportando in quel modo. Cosa stava facendo?

Gli tolse lo spazzolino di bocca e lo gettò da qualche parte alla sua sinistra.

''Perché l'hai fatto?'' chiese Harry.

''Sinceramente non lo so.''

Harry incontrò i suoi occhi e per un momento sembrarono un po'... ammaliati dalla scena.

''Vuoi un po' di dentifricio?''

''Cosa?''

Harry lo baciò. Col dentifricio in bocca. Fu disgustoso.




Louis venne riportato alla realtà da Niall che lo strattonò per il braccio, trascinandolo verso i loro posti sul fondo dell'aula, e nel frattempo, non riuscì a distogliere lo sguardo da Harry. Stava indossando i suoi vestiti, i capelli erano morbidi e portati dietro l'orecchio.

Anche il riccio lo guardò, sbattendo le palpebre innocentemente.

Normalmente, Louis avrebbe dato per scontato che Harry avesse qualcosa in mente, ma adesso... non ne era sicuro. Era successo qualcosa, pensò.

**

Dopo essere rimasto quella volta a dormire da lui, Harry aveva preso l'abitudine di venire sempre più spesso a casa sua, soprattutto la sera tardi.

All'inizio ne era infastidito, il più delle volte lo era quando non si svegliava con Harry accanto, che gli rubava il piumone dopo aver scopato.

Era diventata una sorte di abitudine. Quando restava, Harry sgattaiolava via la mattina, incontrandolo più tardi in classe.

Louis aveva persino cominciato a preparargli la colazione la mattina. Era un'abitudine ripugnante ma il ragazzino doveva pur mangiare.

E baciarsi. Anche quella era diventato un'abitudine.

Dopo aver discusso con Harry nel modo più pacato possibile, per averlo baciato con il dentifricio in bocca, baciarsi era diventata una cosa frequente. Si baciavano spesso e non era per niente male. In qualche modo rendeva il sesso migliore, una cosa meno fisica e più... intima, se si poteva definire così.

Non era niente di importante. Davvero.

Louis comunque fissò delle regole. Per esempio, la numero 13: Harry poteva morderlo solo al di sotto delle clavicole, il che era una cosa di cui il ragazzo si lamentava spesso, ma a lui non importava, perché non avrebbe sopportato un altro maglione a collo alto.

Gli allenamenti di calcio iniziarono di nuovo e per il momento non erano stancanti, dato che la stagione sarebbe iniziata tra meno di due mesi. Stava andando abbastanza bene e Louis era abbastanza appagato. Anche i ragazzi lo erano, perché sembrava che tutti quanti si divertissero di più e, per una volta, la squadra si sentiva unita.

Persino il Coach era insolitamente felice e sembrava essere sempre più d'accordo con le decisioni di Louis. Anche ad Harry non sembrava importare.

''Ottima sessione, Louis!'' disse il Coach Abrahams quel martedì. Mancavano solo pochi giorni alla fine di gennaio.

Gli diede una pacca sulla schiena e Louis nascose un sorrisino, una sensazione di gioia si espandeva nel suo petto.

''E bravi sia tu che Harry. Non vi vedo litigare da una vita! Siete diventati amici, non è così?'' Gli fece l'occhiolino, consapevole che fosse alquanto forzato. ''Bene, bene,'' annuì, allontanandosi, mentre nel frattempo lo stomaco di Louis si contorceva.

Aveva ragione. Non litigavano in pubblico da secoli. O almeno non da prima delle vacanze natalizie. Ora che ci pensava, non litigavano da settimane, eccetto per le lotte scherzose che facevano a letto o per qualche scambio di battute più acceso.

All'improvviso ebbe un'illuminazione.

Cosa stava succedendo?

I suoi pensieri presero una direzione terrificante e lui voleva sconfiggerli, distruggerli. Lui e Harry non erano amici.

I suoi occhi si scurirono quando videro Harry a pochi metri di distanza, lui e Liam stavano giocando con un pallone. No, pensò, procurandosi anche lui una palla. Non erano assolutamente amici, così fece balzare il pallone per poi calciarlo nella direzione di Harry, e colpendolo sulla spalla, facendogli stringere forte la schiena.

''Ma che cazzo?'' gridò.

Louis gli fece il dito medio, allontanandosi.

Lui e Harry non erano amici. Ma avrebbe dovuto aspettarselo. Questa cosa con il riccio sarebbe andata a finire male. Se persino il Coach lo aveva notato, allora tutti ne erano a conoscenza. Il suo battito pulsava forte e sentiva prurito ovunque. Nessuno poteva saperlo. Nessuno.

Stava per raggiungere la sua auto nel parcheggio, quando sentì un rumore di passi scricchiolare sulla strada dietro di lui.

''Perché mi hai colpito?'' chiese Harry, chiaramente infastidito.

''Volevo farlo,'' borbottò Louis. Merda, le persone lo avrebbero scoperto.

Cazzo.

''Idiota,'' Harry lo fissò, per poi avvicinarsi e mettersi alla sua sinistra.

''Vaffanculo,'' gli rispose accanitamente Louis.

''Cosa c'è che non va in te?'' continuò Harry, ma non sembrava sorpreso.

''Vaffanculo, questo è tutto.''

Harry lo fissò. ''Idem,'' disse.

Louis si fermò, e all'improvviso la rabbia sembrò scemare mentre sbatteva le palpebre.

Si voltò per guardare il ragazzo.

''Chi cazzo dice 'idem'?'' fece, confuso. Che cazzo era questo ragazzo?

Harry lo derise e si voltò, imboccando la strada verso la città. Aveva il suo borsone in spalla, la tracolla gli tagliava il petto, mentre le mani erano nella tasca della felpa. Quell'immagine era ormai familiare.

''Aspetta,'' disse Louis, perplesso. ''Sei a piedi?'' Scosse la testa incredulo. La scorsa notte non aveva dormito da lui.

''Sì,'' disse Harry, continuando a camminare.

''Ma che cazzo. Perché?''

''Mi piace camminare!'' Il suo tono di voce era altezzoso, ma Louis sapeva che non era la verità. Lo guardò di sbieco. Non ne conosceva i motivi, ma Harry era davvero... riservato alle volte. Non che si aspettasse che il suo nemico mortale gli rivelasse i suoi segreti più profondi, ma era alquanto irritante sapere che c'era qualcosa di cui non voleva parlare. A volte, si chiedeva se lui stesso ne fosse a conoscenza. Sospirò.

''Hai bisogno di un passaggio?'' si trovò a chiedere, e dopo uno sguardo diffidente e la promessa di non parlare troppo, Harry salì sul sedile del passeggero della sua auto, entrambi diretti a casa del riccio.

Si stava facendo un po' scuro, il sole non durava molto dopo la fine degli allenamenti. I lampioni della strada e le luci provenienti dalle case erano le uniche cose che illuminavano la città.

Non dissero niente, in parte perché Louis aveva la sensazione che Harry non fosse dell'umore, e in parte perché non sapeva cosa dire.

Raggiunta la strada della casa di Harry, si accigliò, notando l'auto del ragazzo nel vialetto, e altre due parcheggiate di fronte al garage.

''Quindi i tuoi genitori sono a casa,'' commentò.

Harry si girò per poterlo guardare un secondo e poi si incupì, occhieggiando la finestra di casa sua che dava sulla strada.

Venne accesa una lampada e Louis pensò che ci fosse qualcuno dentro. Non capiva perché Harry volesse tornare a casa a piedi, quando i suoi genitori avrebbero potuto venire a prenderlo, o perché quella mattina non avesse voluto guidare la sua fottuta auto di lusso.

Lo osservò, inarcando le sopracciglia per la curiosità. Harry lo guardò con indifferenza per un breve momento, i suoi occhi verdi sembravano contemplarlo. Dopo uscì dalla macchina senza dire una parola e Louis lo guardò, senza parlare, mentre aggirava il veicolo e apriva la portiera dal suo lato.

''Idem,'' disse, poi fece uscire Louis dalla macchina, dando le spalle all'auto davanti a lui.

''Idem?''

''Ho detto idem.''

Louis strizzò gli occhi.

''Non dire idem.''

''Idem.''

''Smettila.''

''Sembra che stai dicendo dildo*.'' (*In questa scena Harry continua a ripetere 'Ditto' che tradotto in italiano significa idem, quindi per questo Louis gli fa notare che sembra che stia dicendo 'Dildo'.)

''No.''

''Idem.''

''Harry-''

''Idem.''

''Non dire idem cazzo!''

''Idem.''

''Hai appena detto - O mio Dio, questa conversazione non ha alcun senso!'' esclamò Louis esasperato. Si passò una mano tra i capelli, scuotendo la testa. Tuttavia, un movimento alla finestra della casa di Harry catturò la sua attenzione. Riconobbe la madre del riccio e la donna stava sorridendo, sebbene con esitazione, rivolgendogli un piccolo saluto.

Harry notò come lo sguardo di Louis si bloccò per un secondo e si voltò, guardando sua madre per un momento.

Non la salutò né le sorrise come si aspettava Louis. Al contrario, lo afferrò per il collo e gli stampò un bacio caldo sulle labbra.

Louis non capì niente; tutto quello che sentiva era la mano di Harry attorno al suo collo e le labbra bollenti che si scioglievano sulle sue. Harry lo schiacciò dolcemente contro l'auto dietro di lui, premendo la coscia sulla sua.

Sentiva la borsa di Harry a terra, accanto alla sua gamba, ma più di tutto, sentiva il modo in cui i ricci del ragazzo gli solleticavano la fronte, e quanto erano morbide le sue labbra.

''Cosa stai facendo,'' mormorò nervosamente. ''Tua mamma...'' In qualche modo la paura di essere scoperti venne smorzata dal modo in cui le mani di Harry gli stavano toccando la mandibola.

''Non preoccuparti,'' disse lentamente Harry contro le sue labbra. Louis si fidò di quelle parole, e poi il ragazzo gli lasciò un bacio sulla mascella, stringendo la sua vita con le mani. Era così caldo ed eccitante, ma non da far venire a Louis la voglia di strappargli i vestiti di dosso, al contrario, gli faceva desiderare che quel bacio durasse più a lungo.

Harry lo baciò contro quella macchina per quelle che sembrarono ore, tracciando dolcemente con le mani tutto il suo corpo, alternandosi tra il leccare nella sua bocca e stampargli piccoli baci sulle sue labbra gonfie. Sembravano due ragazzini. O come in un film, in cui pomiciavano per ore, semplicemente perché non ne avevano mai abbastanza. Non era così, ma in quel momento si sentiva così. Non nella vita reale. Forse.

Ad ogni modo.

Quando Louis riaprì finalmente gli occhi, Harry lo baciò ancora una volta fermamente sulle labbra, poi gli prese il mento tra l'indice e il pollice. Louis lo guardò negli occhi e il momento dopo il ragazzo gli picchiettò il naso con un dito, rivolgendogli un piccolo sorrisetto. Alzò gli occhi al cielo prima che Harry afferrasse il borsone da terra e avanzasse verso casa sua. Sua mamma, ormai, non era più visibile vicino alla finestra.

Louis si corrucciò mentre guidava a casa, ancora in grado di sentire il tocco delle labbra di Harry sulla sua bocca e la sensazione delle sue mani sulla vita e il collo. Non riusciva a negarlo; gli piaceva davvero, davvero tanto il modo in cui lo facevano sentire le mani di Harry.

Non si baciavano mai in quel modo. Non si baciavano semplicemente per la voglia di baciarsi. Si baciavano quando facevano sesso, o quando volevano stuzzicarsi, o per prendersi in giro, usando dei soprannomi ''affettuosi''. Non avevano mai passato quindici minuti a pomiciare contro una macchina come in una commedia romantica.

Non era sicuro di quello che era appena successo. Era convinto che non si fossero baciati semplicemente per la voglia di farlo. La mamma di Harry li aveva visti ed era sicuro che anche Harry lo sapesse. Voleva che la donna li vedesse, realizzò.

Era convinto del fatto che Harry sapesse che sua madre non avrebbe detto niente, ma l'idea che il ragazzo lo avesse baciato solo per farsi vedere, per provare un qualcosa, lo faceva sentire inspiegabilmente turbato. Per lo più perché a lui era piaciuto farlo.

Per il momento decise di ignorarlo.

**

Stava piovendo e Louis riusciva a sentire la pioggia sbattere contro la finestra. Era venerdì di prima mattina e non aveva voglia di lasciare il letto. Inoltre, non aveva chiesto ad Harry del bacio, anche se erano passati giorni. Si sentiva al caldo e comodo avvolto nel piumone. Harry era accanto a lui e stava irradiando praticamente calore.

Louis rotolò nella sua direzione, colpendogli leggermente il fianco.

''Che c'è?'' ansimò, girando la testa e seppellendo il viso nel cuscino.

Louis lo guardò per un momento. Il riccio sembrava felice, assonnato e tranquillo, e capì che gli piacesse dormire a casa sua, lì, nel suo letto.

''Svegliati,'' disse, colpendogli di nuovo il fianco. ''Scuola.''

''Non voglio andarci,'' borbottò Harry, spintonando via la mano di Louis. Il castano cercò di punzecchiarlo di nuovo e le loro mani cominciarono a lottare tra loro. Harry grugnì nel cuscino per il fastidio, mentre Louis cercava di svegliarlo, pizzicandolo. Alla fine, Harry gli afferrò il braccio e lo braccò sul materasso, posizionandosi sopra di lui, petto contro petto. Il castano sospirò con un lamento.

''Dobbiamo andare a scuola,'' disse Louis.

''No, non dobbiamo. Sono sopra di te. Non puoi spostarti.'' La sua voce era roca e tenue per il sonno, e nel complesso ne risultava tenera.

''Dobbiamo andare a scuola,'' ripeté Louis.

''No. Il Coach cancellerà gli allenamenti perché sta piovendo. E stasera non c'è nessuna partita.'' Il suo respiro solleticò la clavicola di Louis e la sua gamba era bollente tra le sue.

''Le lezioni.''

''Non sono importanti. Restiamo qui,'' mormorò, le labbra corrugate mentre sollevava la testa. ''Facciamo sesso per tutta la giornata.'' Era estremamente allettante come idea. ''Oggi tua mamma ha il turno a lavoro, Lou,'' sussurrò. ''Tua sorella sarà a scuola, tu sarai nudo, io sarò nudo... È un giorno speciale...''

''Harry...''

''Scopami.'' Le sue labbra si sfregarono contro la mascella di Louis, erano leggermente bagnate, e il suo corpo irradiava calore. Le sue mani scivolarono sulle spalle del castano, afferrandogli il collo e premendo i pollici sulla sua mandibola.

''Harry.''

Si sollevò e lo baciò con quelle sue labbra bagnate. Louis non riusciva a credere a quello che stavano facendo, con sua sorella che era probabilmente sveglia nella stanza accanto. In realtà, non riusciva a credere al fatto che stava baciando Harry, che aveva l'alito mattutino ed il segno del cuscino su una guancia.

Harry prese subito il comando, incastrando i capelli arruffati di Louis dietro le orecchie, mettendosi in ginocchio, e posizionandone uno tra le cosce del ragazzo.

Louis si sentiva leggermente stordito mentre gli succhiava il labbro inferiore.

Harry indossava una maglietta, e Louis infilò le mani sotto l'indumento mentre gli cingeva i fianchi. Le sue mani tracciarono la sua schiena, gemendo leggermente quando il riccio si inarcò sotto il suo tocco in maniera sottomessa.

Il ragazzo succhiò la sua mascella e quando morse un po', Louis gli prese le mani dai polsi, invertendo le posizioni e spingendolo sul materasso.

''Ti piace mordere, non è così?'' mormorò, mentre le mani di Harry erano bloccate ai lati della sua testa.

Harry non rispose, limitandosi a far scattare il bacino verso l'alto, con gli occhi semichiusi.

Louis non aspettò ancora. Infilò la sua gamba tra quelle del ragazzo, portando i loro fianchi a scontrarsi. Sollevò la maglia di Harry fino all'ascella e con i denti tracciò un percorso lungo il suo petto.

''O mio Dio.''

Louis portò velocemente le mani sul petto nudo del ragazzo.

''Louis, Cristo. Non sapevo che ti piacessero i giocatori di calcio.''

Era Lottie. In piedi, sulla soglia della porta, con gli occhi spalancati, e un'espressione scioccata in viso.

Oh.












Note Traduttrice: Ringrazio come al solito tutti quelli che seguono la storia e che lasciano una recensione. Fatemi sapere quello che pensate. Scappo!

Unbelievers [Larry Stylinson || Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora