Ad aprirmi la porta fu una ragazza sulla 20 di anni l'avevo vista in giro due o tre volte ma non ci avevo mai parlato. La osservai e in tono gentile le dissi - ehm... ciao hai ordinato una pizza e beh eccola!- gliela porsi... cioè veramente gli hai detto ciò che hai detto? mi chiese la mia coscienza, si gli ho veramente detto cosi ora torna a dormire che non ho bisogno di te , lo sappiamo tutte e due che mi ami anche perché senza di me molte delle cose che fai non saresti in grado di eseguirle. Ovviamente persi tempo a consultarmi con la mia coscienza e non mi accorsi che la ragazza mi aveva fatto una domanda, con sguardo colpevole le dissi -Come scusa?- lei mi guardò abbozzando un sorriso e mi disse - ti avevo chiesto se tu eri una veterana di questo lavoro ma penso che con le tue espressioni e con i tuoi movimenti abbia capito la risposta- io la guardai interrogativa ma non volli stare molto sull'argomento anche perché dovevo andarmene, avevo ancora altre consegne da fare cosi senza pensarci le dissi- beh okay ora devo andare quindi allora... sono 8 dollari- lei prese i soldi mi pagò e senza neanche un saluto mi chiuse la porta in faccia.. pff che maleducazione.
Fino alle tre del pomeriggio stetti in giro per consegnare tutte le valanghe di pizza, ma quando finalmente finì mi venne in mente che non potevo tornare a casa, No perché dovevo pure mettere apposto il salone, ma soprattutto la cosa più schifosa sulla faccia della terra, la cucina. Mi viene da vomitare solo a pensarci... Iniziai lavando tutti i piatti uno ad uno e mentre l'acqua scendeva io guardavo fuori dalla finestra e notai, per la prima volta un grande edificio "chissà li dentro chi ci lavorerà e... Chissà che lavoro si svolgerà" chiesi a me stessa, sicuramente qualcosa di importante magari è un edificio nel quale si lavora per la televisione... Probabile. Osservando meglio notai che c'era una porticina color metallo come quelle vecchie che si trovano nelle case che ai tempi servivano per dare modernità allo spazio circostante ma li in quell'ambiente sembrava sprecata, sembrava messa li per non essere osservata, per non avere l'attenzione perché era una porta vecchia, antiquata, brutta. Ma io guardavo oltre a quella porta, chissà cosa c'e dentro, probabilmente le solite persone in giacca e cravatta, sedute sulla loro poltrona da ricchi che svolgono un lavoro "faticoso" e prendono uno stipendio che io neanche in una vita mi posso sognare. Chissà.
Dopo 30 minuti finalmente i piatti sono lavati e asciugati con un panno e uno spray pulisco e e igenizzo tutti i banconi dove si lavora la pizza preparo tutti i condimenti pulisco per terra e finalmente dopo 2 ore estenuanti di continuo lavoro, posso tornare a casa per farmi un'altra meritatissima doccia.
Stesse sensazioni, stessi pensieri, con la consapevolezza che con l'impegno e la devozione un giorno verrò ripagata anche io, verrò considerata e non mi tratteranno più come una schiava ma faranno di me ciò che io ho sempre sognato.Sono le 11.30 di sera, sono estremamente stanca e ho voglia di fumare una sigaretta per fermare lo stress e il nervosismo,vado sul retro della pizzeria, mi appoggio al muro e con tutto il coraggio presente nel mio corpo accendo la sigaretta ed aspiro. Nei miei polmoni entra fumo,un senso di dolore e libertà si fa spazio nella mia anima, non ho mai fumato prima d'ora, ma ho quel pacchetto di sigarette perché sapevo che un giorno mi sarebbero servite. Sto guardando il vuoto, é bello, è come se stessi guardando me stessa, ma i miei pensieri e le mie consultazioni vengono interrotte dall'apertura di una porta,faccio un balzo per lo spavento era un rumore che mi ricordava le cose arrugginite e per cui vecchie, subito mi venne in mente la porta di questo pomeriggio infatti silenziosamente mi spostai per osservare ciò che stava succedendo, la sigaretta anche se era solo a metà la buttai per terra perché non era più la cosa che mi interessava, volevo scoprire cosa aveva provocato quel rumore o meglio volevo vedere chi era uscito dalla mia porta misteriosa.
Era un ragazzo, la luce era offuscata anche per via della nebbia quindi non si riusciva a vedere bene ma di primo impatto sembra, era, alto aveva i capelli lunghi credo di un colore scuro probabilmente neri, ma la cosa che più mi impressionava era la sua muscolosità. Quella si riusciva a distinguere dal resto. Lo osservai sembrava arrabbiato aveva buttato per terra, con tutta la forza che aveva, un bidone della spazzatura e lo senti impricare
X: vaffanculo..-
Volevo rispondergli per sapere cosa gli avesse provocato tutta questa rabbia ma non feci in tempo neanche a nascondermi, perché lui già mi aveva notata
X: E mo tu chi cazzo sei? Sei una fan?vuoi un autografo?sei contenta ora che hai visto Roman Reigns ti Levi dal cazzo?-
Ma come si permette, come può rispondere a qualcuno così io non lo posso accettare
Io: ma come ti permetti? Innanzitutto non sono tua fan, per fortuna, e secondo se sei incazzato non devi sfogare la tua rabbia su gente che non centra un cazzo,e terzo non sei l'unica persona arrabbiata sulla faccia della terra e come me,o tutti gli altri esseri umani, ti trattieni e non ti sfoghi sulla prima persona che ti trovi davanti e quarto, non posso levarmi dal cazzo come dici tu perché per tua sfortuna io lavoro in questa pizzeria e sto qua fuori quanto cazzo mi pare.... Va bene?-
Lui mi guardo stupito, forse non si aspettava una reazione del genere ma ricomponendosi disse
R: fai quel cazzo che ti pare.-
Mi diede un ultima occhiata e tornò dentro sbattendo la porta.Okay e anche il secondo capitolo è andato, scrivetemi un commento con i vostri giudizi e con consigli ci auguro una buona befana,anche se in ritardo, e niente se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina.
Enjoy.
GAIA.
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Seguendo i tuoi passi
RomanceMeredith è una ragazza di 20 anni che da qualche mese si è trasferita con la amica a Stamford e per pagarsi gli studi lavora in una pizzeria vicino ad una grande federazione di cui lei non sa nemmeno l'esistenza finché un giorno incontrerà una perso...