Capitolo 2

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Dylan aveva passato la notte agitandosi nel proprio letto. L'immagine di Philip che lo derideva davanti a tutti per il bacio datogli lo aveva tormentato fino alla mattina. Si sentiva afflitto per quello che era successo il pomeriggio precedente ma allo stesso tempo non poteva dimenticare quel bacio per lui importante. Era stato lieve, forse durato un millesimo di secondo ma sentiva ancora il calore delle labbra del suo migliore amico sopra le proprie e addirittura il suo sapore. Stava impazzendo tra la gioia di quelle nuove sensazioni e il dolore di perdere Philip . Non poteva affrontarlo, non così presto. Fosse stato per lui non sarebbe più uscito dal suo caldo letto ma sua madre, senza sentire ragioni, lo costrinse a prepararsi e andare a scuola.

Arrivò davanti all'istituto una mezz'ora più tardi. Il suo cuore batteva forte, le sue gambe tremavano e il suo respiro divenne irregolare. Gli era venuto un attacco di panico. Non riusciva a entrare a scuola. Non riusciva ad affrontarlo. Allora corse, corse via, lontano da tutti suoi problemi.

Senza accorgersene si ritrovò a Landon Park, il luogo in cui aveva avuto conferma di essere innamorato del suo migliore amico. Si sedette in una panchina davanti al laghetto e si fece trascinare dai suoi ricordi.

*****

Era un venerdì sera e come al solito si erano ritrovati tutti insieme lì a Landon Park. Era un posto abbastanza grande con al centro un piccolo laghetto, con alberi e panchine sparsi qua e là. All'interno da poco tempo avevano aperto un bar, di conseguenza l'alcool non mancava mai e il parco era diventato un ritrovo per tutti i ragazzi della loro età che si volevano divertire.

Dylan rideva e scherzava con tutti ma soprattutto con Philip perché anche se da tempo aveva iniziato ad essere più socievole, l'unica persona con cui si sentiva veramente a suo agio era proprio il suo migliore amico. Si stavano divertendo tantissimo, ma ogni bel momento è destinato ad essere rovinato.

- Ehi Philip!- senza che neanche se ne accorgessero Ruby si era avvicinata a loro e Philip cadde come sempre subito ai suoi piedi pronto ad esaudire ogni sua richiesta -Ti va di accompagnarmi a prendere qualcosa da bere?-

Il moro non se lo fece ripetere due volte e felice come un cagnolino la seguì senza pensarci lasciandolo da solo.

"Che palle! Sta qui non ha proprio altro da fare che venire a disturbarci", non la sopportava per niente. Ruby non era altro che l'ennesima stupida oca in circolazione, manco avesse tutta questa gran bellezza. Era alta e magrissima, praticamente senza curve, aveva lunghi capelli castani, in quel momento raccolti in una treccia, gli occhi marrone scuro. Si truccava sempre in modo pesante per cercare di nascondere le sue imperfezioni ma il solo risultato che otteneva era quello di assomigliare ad una prostituta, il modo in cui si vestiva rafforzava ancora di più l'idea.

Dopo un po' sentendosi escluso e fuori posto senza Philip decise di andarlo a cercare. Aveva solo bisogno di vederlo, stare con lui e di parlarci. Si diresse verso il bar. Quando lo vide, lui e Ruby si stavano baciando, le braccia di lei erano attorno al suo collo come a non volere che scapasse mentre lui la teneva dolcemente per i fianchi tirandola a sé.

Non ne seppe il motivo ma si sentì mancare la terra sotto i piedi. Una sensazione di vuoto si fece strada in lui e delle lacrime silenziose minacciarono di uscire. Non riuscì più a sostenere quella scena e silenziosamente si allontanò da lì per dirigersi a casa. La notte che passò fu un inferno. Non sognò altro che Ruby e Philip insieme che limonavano e Philip che non gli parlava più. Vedeva il suo migliore amico di schiena che si allontanava mentre lui gridava il suo nome e cercava di raggiungerlo senza riuscirci. Si risvegliò la mattina dopo distrutto più che mai. In bagno si guardò allo specchio, non riuscì più a trattenersi e pianse mentre il suo unico pensiero fu "Sono innamorato del mio migliore amico".

Dopo essersi calmato un po' se ne ritornò a letto. Prese il telefono per controllare che ore fossero e notò di avere un messaggio non letto, lo aprì e il suo mondo crollò nuovamente.

Da:Philip

00:09

Che fine hai fatto? Sei sparito senza salutare. È così che tratti il tuo migliore amico? Per questa volta ti perdono, sono il ragazzo più felice del mondo. Finalmente mi sono messo con Ruby.

Lesse un altro paio di volte ancora quel messaggio. Aveva capito però bene, non era uno sbaglio Philip si era messo con Ruby proprio ora che aveva chiarito i propri sentimenti per lui. Buttò il telefono sul letto. Raccolse le ginocchia al petto, le circondò con le braccia e riprese a piangere.

"Proprio ora, proprio quella lì si doveva mettere con lui!!! Quella zoccola me lo ha portato via. Io...io ora non ho nessuna possibilità di stare con lui.....Ma che vado a pensare? Sono un illuso anche se non si fosse messo con lei, lui è etero, non potrebbe mai stare con me. E poi come reagirebbe se lo scoprisse? Non abbiamo mai toccato l'argomento omossessualità. Gli farei schifo? Molto probabilmente sì, lo allontanerei. Il mio incubo si avvererebbe, non saremmo più amici, non parleremmo ne usciremmo insieme. No, no, no lui non lo dovrà mai venire a sapere. Non voglio, no non voglio perderlo, anche stargli vicino per me andrà bene. Sì lo prometto non lo verrà mai a sapere!!!"

*****

Non era riuscito a mantenere la promessa che si era fatto, ormai lui lo sapeva, lo avrebbe detto a tutti e il suo peggior incubo si sarebbe avverato. Aveva commesso il più grande sbaglio della sua vita, non poteva più tornare indietro e l'avrebbe perso per sempre. Immerso in questi pensieri era scoppiato a piangere per l'ennesima volta.

Il suono delle campane lo riportò alla realtà, guardò l'ora e decise di cambiare aria, stare li non gli faceva bene. Si alzò asciugandosi le lacrime e quando sollevò lo sguardo il suo respiro si mozzò. Qualche metro avanti a lui c'era l'oggetto dei suoi pensieri "Cosa ci fa qui? Non dovrebbe essere a scuola? Voglio andare via di qui, non voglio affrontarlo!". Si voltò e corse via.

-Dylan!- lo richiamò a gran voce Philip più volte -Dylan!-

Accelerò il passo ma l'altro, grazie agli allenamenti di calcio, lo raggiunse, lo afferrò pe il polso e lo fece girare e guardandolo dritto negli occhi gli disse -Dobbiamo parlare-.


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