Capitolo 2

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Zefira, come ogni mattina, si svegliò prima dell'alba, si vestì con abiti maschili, prese al volo la sua sacca di cuoio, il suo cinturone con le armi e scivolò per la ringhiera delle scale giù al piano di sotto.

Arrivata in cucina afferrò un pezzo di pane, qualche mela, una pera, la sua borraccia, un pezzo di formaggio e mise tutto alla rinfusa dentro la sua sacca di cuoio. Tutto ciò lo cercò di fare alla svelta e sopratutto senza alcun rumore ma non ci riusci: a tagliare il formaggio le cadde per terra il coltello, tintinnando forte da svegliare  la cuoca che ancora mezza addormentata afferrò un mestolo e cominciò a borbottare:"Chi è? Chi è? Fuori dalla mia cucina! Fuori!" Zefira imprecò sottovoce, prese la sua sacca e il cinturone con le armi e prese a correre verso la porta. In quel momento la cuoca s'accorse che si trattava di Zefira e allora cominciò a gridarle dietro:"Principessa! Principessa! Tornate subito indietro! Subito! Lo sapete bene che vostro padre non desidera...!" Ma quelle urla non servirono a niente perché Zefira era già fuori dalla  portata della voce della cuoca e correva, euforica, velocemente verso la libertà. 

Così la cuoca guardava diventare un puntino sull'orizzonte, poi scomparire la sua "bambina selvaggia" come la chiamava lei, appoggiata allo stipite della porta, rassegnata.

In realtà la sua "bambina selvaggia" non era tanto bambina visto che già da un mese aveva 17 anni. Si può dire ragazza. E una ragazza pure bella... però a contrastare la sua bellezza  c'era il suo carattere duro, freddo e ribelle, sicuramente ereditato da suo padre.

Aveva capelli neri corvini, leggermente ondulati, lunghi fino al sedere, occhi con iridi grigio chiari con riflessi di viola e azzurro e una carnagione molto pallida. La sua statura era media-bassa e aveva un fisico secco ed asciutto,tanto da sembrare un po fragile e spesso veniva sottovalutata. Ma chi la conosceva non la prendeva mai per fragile o incapace di qualcosa per via  del suo  carattere. Era tanto bella quanto combattiva, schietta, ribelle e determinata.

                                                                        *         *           *

Zefira correva verso un colle dove sopra si ergeva una quercia solitaria, enorme e vecchissima. Era solita a passare le sue giornate su quel colle allenandosi con la spada, l'arco, corsa ad ostacoli, nuotando nel ruscello, costruendo il proprio capanno sul albero o facendo le cose più pazze che le venivano  in mente.

Quella mattina stava continuando a costruire la propria capanna, inchiodando delle tavole, con una mela mezza mangiata tra i denti, quando sentì da sotto una voce che la chiamava: era la voce di Camilla, la sua cameriera. "Principessa! Signorina Zefira! Scendete giù! Vostro padre vi desidera! Vi ha chiamata!" Zefira allora ha sbuffato, scocciata, si è asciugata il sudore dalla fronte con il lembo della sua camicia ed è scesa con un salto. "Dove mi aspetta?"chiede a Camilla e la cameriera risponde:"Ha detto bene, Principessa! La sta aspettando! Già da un po! Non si immagina neanche l'urgenza nella sua voce..." "1) Odio essere chiamata principessa, 2) VOGLIO SAPERE DOVE MI ASPETTA, NON DA QUANTO!" Zefira aveva esaurito la sua scarsa scorta di pazienza. " La aspetta nella sala da trono." rispose Camilla un poco intimorita per la sfuriata.

Zefira si rasserenò tirando un finto e rumoroso sospiro di sollievo:"Finalmente! Credevo che sarei invecchiata qua ad ascoltare la  tua risposta! Grazie!!!" urlò e partì a corsa facendo mangiare  la polvere alla povera cameriera.  Soddisfatta di essersi tolta di dosso la cameriera corse a più non posso ridendo forte.

                                                                   *                 *                 *

Arrivata tutta affannata davanti al portone, s'accorse di trovarsi difronte alla sua cameriera sogghignante:" Camilla, come hai fatto ad arrivare prima?" le chiese stupita. "AH! Principessa! Non siete la più veloce di questo regno: i carri di fieno ancora vi superano! Ma ora venga: la devo preparare perchè sia pronta a presentarsi al cospetto di suo padre." "Perché?" Chiese Zefira, perplessa :"Non sono forse pronta?" "Oh! Scherzate principessa? Siete in orribili condizioni! Sudata, polverosa, con vestiti maschili strappati, capelli scompigliati...." elencò la cameriera, contando sulle dita."Devo lavarla, pettinarla, metterle quel bel vestitino di seta e raso azzurro, le meravigliose scarpine, i gioielli di sua madre carissima..." "Ferma!No! No! No! Mi rifiuto! Non mi vestirò così! No!"

AirlandWhere stories live. Discover now