Capitolo 7

15 2 0
                                    

Quando Zefira ebbe finito di rivestirsi andò a cercare Angelo, per sentire che aveva da dire.

Lo trovò in prua, intento a fissare il blu sconfinato. "A quanto pare ti sei fatta un ammiratore." Disse senza volgersi il ragazzo. "Chi?" chiese con voce un poco alterata Zefira. 

"Non è evidente? John è decisamente  attratto da te perché fino a ora nessuno gli è stato ostile e tutte le ragazze le cadevano ai piedi. Non ha mai dovuto faticare per avere ciò che voleva. E ciò che vuole adesso sei te. Ti considera una sfida, un trofeo da conquistare." Dopo aver detto ciò si volse e fissò Zefira negli occhi con un intensità spaventosa, come per capire come reagiva. 

"Sei turbata e allo stesso tempo arrabbiata." Disse, con voce sicura. 

"Come fai a saperlo?" chiese Zefira.

"Leggo l'anima delle persone nei loro occhi." Lo disse con voce seria e sicura, tanto sicura che Zefira gli credette.

Zefira rimase per un tempo interminabile zitta, ma dentro aveva una confusione...non capiva più niente.

"Aiutami a capire." implorò Zefira a Angelo. Angelo la fissò negli occhi per un minuto circa e poi disse: "Non riesci a capire come può qualcuno avere il dono di vedere l'anima negli occhi. Non lo so neanche io. Se vuoi che non lo faccio non guardarmi negli occhi."

Zefira per risposta lo fissò negli occhi.

"È una sfida? Ok!" Angelo la fissò negli occhi, guardandola con quei occhi blu. Poi sorrise, distolgendo lo sguardo. "Ho vinto. Sei a disagio perché ti fisso così" e rise.

In quel momento arrivò Emily e si  sedette accanto a loro dicendo:" Posso stare con voi? Non ne posso più: John non fa altro che blaterare di te, Zefira!" Zefira guardò incredula Angelo che le rispose sorridendole ed alzando le spalle.

                                 *                                                      *                                                                   *

Il giorno dopo Zefira si svegliò all'alba come sempre. Uscì dalla cabina ancora in camicia da notte: un vestito leggero, azzurro, a vita alta, con spalline molto fini, lungo fino ai piedi, molto semplice. Aveva i capelli nerissimi sciolti sulla schiena.

Avanzò come un fantasma tra le nebbie del mattino che invadevano il ponte. Senza accorgersene i piedi la riportano dove il giorno prima aveva parlato con Angelo. Si sedette lì, appoggiata al parapetto a pensare alla nuova vita, a come aveva incontrato i suoi compagni di cabina. Senza accorgersene s'addormentò. Vagò nel mondo dei sogni per quasi due ore. Fu svegliata da qualcuno che la scrollava. "Sveglia! Sveglia bella addormentata" le sussurrava all'orecchio con voce divertita. Con irritazione s'accorse che si trattava di John. "Perché cavolo m'hai svegliata?" "Sbavi mentre dormi. Ti ho portato la colazione." Disse con un sorriso beffardo John. "Va al diavolo e restaci!" rispose con rabbia Zefira. Guardò un'attimo la colazione che le aveva portato il ragazzo, poi sorrise. John s'illuse un momento che fosse contenta del suo gesto. Zefira sogghignò e all'improvviso gliela rovesciò addosso. Sene andò a testa alta ancora ridendo. 

Zefira andò in cabina dove trovò Emily. "Ne hai fatta qualcun'altra delle tue a John? Sai, è molto insicuro. Non merita tutto questo disprezzo." Zefira la guardò come se fosse pazza. "Coooosa? Siete tutti pazzi..." e sene andò dalla cabina. Percorse il corridoio a grandi passi, a testa bassa, finendo così addosso a Angelo. Lo guardò e divenne tutta rossa. "Scusa. Non volevo investirti. Solo che ero..." "Non scusarti." le rispose Angelo, fissandola negli occhi. "Distratta e molto molto imbarazzata...." decretò." che ne diresti di venire con me in poppa a guardare il mare?" Zefira arrossì ancora di più e balbettò" d...d...de..devo andare a ...nuotare" e corse via. Angelo rimase perplesso. Scosse la testa ed andò da solo in poppa. Mentre guardava  il mare vide Zefira che nuotava. La salutò con la mano e le sorrise. Lei fece finta di niente. Angelo la rimase a guardare e a  pensare. Zefira intanto aveva trovato in acqua un amo da pesca.  Lo prese tralemani e lo guardò, curiosa. Prendendo l'amo in mano si ferì. Alcune gocce di sangue caddero nell'acqua colorandola di rosso rubino in quel punto. Quel poco di sangue attirò i predatori più vicini: gli squali. Zefira non sene accorse perché arrivavano da dietro, ma ad Angelo non passò inosservato. "Zefira!"gridò. Poi corse a calare una scialuppa vicina. John, che era anche lui a guardare Zefira, però con intenzioni diverse da  quelle di Angelo, si tolse la camicia con un  gesto teatrale e si tuffò. "Ti salverò, cara principessa." appena toccato l'acqua si ricordò che non sapeva nuotare e si mise a stillare aiuto. Zefira si difendeva come poteva con il pugnale che portava sempre in cintura. Angelo remava veloce verso di lei  e la aiutò a salire. Poi andò da John e lo tirò fuori dall'acqua. John sputava e tossiva a più non posso. Zefira lo guardò sprezzante e gli disse:" così impari a fare l'eroe che non sei, imbecille!" Angelo intanto guardò a John negli occhi e sogghignò. Aveva visto paura, paura per quella ragazza sprezzante del pericolo...E determinazione. Tanta. Ancora di più, nel voler conquistala...




AirlandWhere stories live. Discover now