Capitolo 6

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Michael's POV

Sento un urlo talmente forte, quasi assordante, che mi procura dei brividi lungo tutta la schiena. Guardo Hailee preoccupato ma il suo sguardo riflette il mio. "Scusi, io... Non volevo urlare così forte." sento la voce di una ragazza parlare, dispiaciuta come non mai.
"Non ti preoccupare 202" dice un infermiere, "Può succedere con tutto quello che hai passato."
202? Guardo il mio braccio, 201. E se io sono 201 e quella ragazza è 202 vuol dire che ci sono altre cavie su cui, lo stesso esperimento che hanno fatto a me, ha avuto successo. Almeno penso.
L'infermiere apre la porta la porta della mia camera "201." mi chiama, "Accompagna questa ragazza in biblioteca, il signor Blunt vuole parlare con entrambi.". Annuisco e saluto Hailee, che sembra dispiaciuta del fatto che io me ne stia andando, nonostante sia appena tornato. 

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Il signor Blunt è gentile ed educato come sempre ed io lo saluto con una calorosa stretta di mano.
"Bene." inizia a parlare, "Roza, questo è Michael, il tuo tutore d'ora in avanti.". Io e la ragazza ci guardiamo con un'espressione a metà tra lo stupore e l'interrogativo, nessuno dei due riusciva a capire nulla di quello che stava succedendo. Il signor Blunt affida Roza ad un infermiere, con l'istruzione di riaccompagnarlo nella sua camera. "Vorrei parlare un minuto da solo con te, Michael." mi disse l'uomo avvicinandosi a me. "Non posso spiegarti tutti i dettagli di essere un tutore, ma ti può spiegare tutto la tua tutrice...", lo guardo con aria interrogativa "Hailee.". Per un attimo rimango senza fiato. Avevo sempre considerato Hailee come la mia compagna di stanza anche se le cose ci sono sfuggite un po' di mano, ma non avevo mai pensato a lei come la mia tutrice. Da quanto ho letto in biblioteca, un tutore è come una guida, una persona che ti mostra come fare le cose, come comportarti in determinate situazioni. 

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Continuo a correre, correre e correre. Non possiamo uscire, per il rischio di essere trovati, dunque quando posso mi mette a correre per i corridoi. Giro l'angolo, pensando di trovare un corridoio bianco come i venti o trenta corridoi che stavano alla svolta di ogni angolo. Invece, mi ritrovo davanti due occhioni marroni che mi fissano. "Hailee." mi trema la voce, ero quasi sul punto di piangere. "Hailee, devo parlarti."
Lei annuisce e mi segue a passo svelto fino alla nostra camera. "Perchè non mi hai detto che sei la mia tutrice?" chiedo, lei mi guarda quasi come se fosse spaventata da quello che ho appena detto. "Michael, non mi sembrava importante." dice lei, alzando leggermente le spalle. "Dunque, tutto quello che mi hai detto, lo sentivi davvero? O era solo per tenermi al sicuro, da brava tutrice?" ero talmente preoccupato della possibile risposta che mi sono messo ad urlare.
Il suo labbro inferiore trema e lei abbassa la testa, mi sento troppo in colpa per quello che ho appena detto. Mi avvicino a lei e la stringo fra le mie braccia, lasciandole un bacio fra i capelli "Mi dispiace, non volevo urlare."
"Scusa se non te l'ho detto, ma mio zio non voleva che te lo dicessi.", mi stacco appena per guardarla. "Tuo zio?", chiedo e lei annuisce "Mio zio Noah... Il direttore di questo posto."
"Il signor Blunt è tuo zio?" chiedo, e lei annuisce, "Pensavo lo sapessi." mi dice lei. Un'alzata di spalle e mi siedo sul mio letto, cercando qualche indumento pulito, da mettere dopo la doccia. "Comunque le sento davvero quelle cose per te." la sento dire piano, quasi sottovoce, un brivido mi corre lungo tutta la spina dorsale.

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"Va meglio ora?" mi chiede Hailee. "Sì, la doccia mi rilassa." dico sorridendo. Scuoto ancora un po' i capelli con l'asciugamano per poi buttarlo a terra accanto al letto. Muovo le gambe continuamente per provare a mettermi comodo. Ho la sensazione che mi manchi qualcosa prima di andare da Roza. "Le lenti." mi dice Hailee notando che io mi guardo attorno. Sembra quasi che mi legga nella mente. "Grazie." dico guardandola negli occhi e lei mi regala uno dei suoi fantastici sorrisi. "Forse sarebbe meglio se non me le mettessi queste..." dico mostrandole le lenti. "Perchè?", chiede lei, "Rischieresti di spaventarla. Sai, avere un occhio bianco non è una cosa molto normale."
"Sì, ma tanto anche lei li avrà così, no?" chiedo io e Hailee mi risponde facendo spallucce "Forse hai ragione tu."

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Busso tre volte alla porta "Sono Michael, cioè... Sono il tuo tutore." dico, non so nemmeno cosa devo fare io; figuriamoci consigliare ad una persona cosa dovrebbe fare o dire. Lei apre la porta e mi lascia entrare nella stanza. Non mi lascia nemmeno il tempo di capire cosa stia succedendo, che già mi sta facendo delle domande. "Perchè ho un occhio bianco?" mi chiede, ma è calma; al contrario della mia reazione. "E' uno degli effetti collaterali dell'esperimento." spiego io. "Il signor Blunt ha anche detto che mi avresti dovuto far bere qualcosa, l'avrebbe dovuto fare lui ma era molto impegnato." mi spiega e per poco non mi viene un infarto. "Ecco, per questo... Non ti spaventare quando vedrai cosa dovrai bere, ti piacerà." la avverto. Mi guardo intorno e noto un bicchiere e un coltello sul tavolino al lato della stanza, "Quelli li hanno portati prima, hanno detto che sarebbero serviti al mio tutore." 
Prendo il coltello e premo la lama sul palmo della mia mano, aprendo un grosso taglio. Lascio colare il sangue nel bicchiere, l'espressione di Roza non lascia trapelare niente di niente. "Bevi." dico porgendole il bicchiere pieno del liquido scarlatto, ancora caldo. Lei prese il bicchiere  con entrambe le mani e ne beve un bel sorso, poi mi guarda "Tutto?" e io annuisco.
Finisce di bere il contenuto del bicchiere e si pulisce le labbra con la manica della sua felpa. "Grazie." dice riporgendomi il bicchiere, ora completamente libero da quel liquido caldo e rosso. 

Sick || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora