Capitolo 3

13 2 0
                                    

Michael's POV

Mi sveglio con la schiena madida di sudore e subito mi dirigo verso il bagno. Sul lavandino c'è un piccolo pacchetto verde con un fiocchetto dorato ed un bigliettino.

Queste potranno aiutare. -H

Hailee... Quella ragazza è una continua sorpresa. Mi faccio coraggio ed apro il pacchetto. Sono delle lenti a contatto dell'esatto colore dei miei occhi, o per lo meno di quello normale. Mi metto la lente e mi infilo sotto il getto freddo della doccia. Il mio occhio piano piano si abitua alla sensazione della lente mentre mi insapono e mi sciacquo. Ora guardarmi allo specchio è più facile. E poi... Quello stupido ciuffo mi stava davvero male.
Muovo qualche passo silenzioso in punta di piedi nella stanza per non svegliare Hailee. Guardo verso il suo letto quando sento il pavimento scricchiolare sotto il mio peso. Mi aspettavo di vedere una matassa disordinata di capelli rossi; invece vedo un letto completamente ordinato con già gli asciugamani piegati sopra. Ne tasto uno ed è ancora umido. Questo vuol dire che non è uscita da molto, probabilmente aveva un turno mattutino. Guardo l'orario dall'orologio appeso alla parete e poi mi dirigo verso la camera di Luke e Cara. Busso con una sequenza di tre battiti, due e di nuovo tre. La porta si apre subito rivelando un Luke vestito ma con ancora i capelli gocciolanti. Lui si scosta per lasciarmi passare e subito dopo chiude la porta alle mie spalle. Parliamo del più e del meno fino a quando Luke non nota qualcosa nel mio viso. "Sbaglio o non hai più quell'occhio spaventoso?" chiede, alla faccia dell'essere diretti.
"Ce l'ho ancora... Ma ho messo una lente a contatto del mio colore, almeno fa meno impressione ai nuovi arrivati."
Un allarme assordante inizia a suonare e Luke subito scatta in piedi "E' l'allarme di quando io e Cara siamo scappati, me lo ricordo." , dice spaventato. Io lo calmo e inizio a spiegargli come sono andate le cose dopo la loro fuga. "Succede spesso da quando siete scappati voi, cercano tutti di imitarvi. Di solito non arrivano nemmeno alla fine del loro corridoio che vengono beccati da qualche infermiere." dico tranquillamente; ormai per me è la normalità.
"Sì, ecco... Anche noi siamo stati beccati in realtà." dice lui grattandosi la nuca per il nervosismo, forse non sa che qui le notizie viaggiano e sono a conoscenza già di tutto l'accaduto.
"E come avete fatto?" chiedo, facendo finta di non sapere nulla.
"Abbiamo dovuto uccidere un infermiere." dice torturandosi le mani.
Io sorrido, nonostante tutto quello che sta succedendo è ancora il mio migliore amico e si fida ancora di me, fino al punto da dirmi che ha ucciso qualcuno.
"Lo sapevo." dico tranquillamente, "Volevo solo essere sicuro che ti fidassi ancora di me, come prima di tutto questo casino."
"Prima di tutto questo casino, forse non te l'avrei detto. E comunque anche se sei una testa di cazzo da sempre, non vuol dire che non sei mio amico." dice ridendo e la sua risata è contagiosa.

Sick || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora